DVD – "Agitator" di Miike Takashi

AgitatorPiù che l’ennesima incursione violenta e dissacrante nell’immaginario, è la fuga in un cinema che sembra di altri tempi. Non che Miike rinunci allo stile, ma il suo sguardo teorico s'impone, definitivamente, di restare aggrappato a un'etica. Essere uomo è un onore. E quei pochissimi a cui è concesso devono mostrarsene degni. In DVD da Dynit

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AgitatorTitolo originale: Araburu tamashii-tachi

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Anno: 2001

Durata: 150’

Distribuzione: Dynit

Genere: Azione/Noir

Cast: Kato Masaya, Takenaka Naoto, Miki Ryosuke, Ibu Masato, Akino Taisaku, Mickey Curtis, Ishibashi Renji, Endo Kenichi, Kana Akiko, Ozawa Hitoshi, Hakuryu, Matsukata Hiroki, Takashi Miike

Regia: Miike Takashi

Formato DVD/video: 16/9

Audio: DTS 5.1 italiano, Dolby Digital 5.1 italiano, Dolby Digital 2.0 italiano, Dolby Digital 2.0 giapponese

Sottotitoli: italiano dialoghi e cartelli, italiano cartelli

Extra: Trailers “Takashi Miike Collection”

 

 

 

 

 

Il FILM

 

AgitatorChi è il vero agitatore di cui si parla? Takashi Miike, probabilmente: il sovversivo del cinema nipponico, il corsaro che attraversa e “terrorizza” i generi. Eppure, gioco strano delle cose, il nome qui non è un segno del destino. Perché Agitator, più che l’ennesima incursione violenta e dissacrante nell’immaginario, è la fuga in un cinema che sembra di altri tempi, il definitivo tributo allo yakuza eiga degli anni d’oro, quelli del maestro Fukasaku, dell’elegie dinanzi alle tombe dell’onore. Non che Miike rinunci al suo stile, ai clamori esplosivi di violenza incontrollata (al punto da riservarsi la parte di uno squinternato che infila un microfono nella parti intime di una povera disgraziata), all’ironia sadica (un calcio in faccia basta ad aprire un mondo), alle frenesie sperimentali, alle allucinazioni colorate di un caleidoscopio. Ma il suo sguardo teorico s’impone, definitivamente, di restare aggrappato a un’etica. E la concitazione dell’azione, delle scene girate con la macchina a spalla, i tic di montaggio con i suoi salti e i suoi neri lasciano progressivamente il campo alle pause interlocutorie, alle inquadrature fisse, in cui  l’occhio gioca la sua partita con il fuoricampo e osserva le cose da un angolo. La storia, sceneggiata da Shigenori Takechi, è quella dello scontro tra il gruppo Shirane e il clan Yokomizo, scontro manovrato da Kaito, membro del potentissimo Tenseikai, che ambisce ad arrivare ai vertici supremi della yakuza. Contro i piani del temibile boss si agita la ribellione del piccolo gruppo di Higuchi (Naoto Takenaka) e del suo affiliato, il temerario, folle Kunihiko Kenzaki (Masaya Kato). L’azione è un singhiozzo, un brivido sottopelle che introduce un elemento entropico nella calma apparente, un virus agitatore: per il resto la vicenda è tutto un susseguirsi di trattative, accordi sottobanco, compravendite, tradimenti. E’ una storia di scalate d’azionisti, fusioni societarie e bancarotte fraudolente, un calvario di piccole aziende annesse a forza nell’organismo di un’holding, i cui vertici decidono per la stragrande maggioranza degli azionisti (di minoranza). La malavita è assolutamente organica alla società e la sua storia è quella del capitalismo contemporaneo, del calcolo economico applicato su ampia scala. I delinquenti non son più romantici drop out, né spietati fuorilegge, che fanno del coraggio e della violenza il loro credo. I criminali dai colletti bianchi hanno l’aria da industriali e gli abiti da manager rampanti. I loro tatuaggi e le loro cerimonie sono rituali vuoti. E ai loro ordini si muove uno stuolo di anonimi ragionieri e di operai inconsapevoli: la bassa manovalanza, l’esercito industriale di riserva della criminalità organizzata. Il danaro è la libertà e il potere in moneta e i rapporti umani si quantificano in contanti (splendida deviazione e straziante scena quella in cui il boss Kaito deve affrontare l’indifferenza del figlio venuto a chiedergli soldi). Ma dall’altro lato della luna, contro l’imperialismo economico non agisce la rivoluzione proletaria o l’anarchia, agisce un codice di valori che appartiene a  un mondo antico, un senso dell’onore e della lealtà che è l’unica ancora che tiene aggrappati alla dimensione umana della vita. E’ il Jingi dei samurai e di Fukasaku. Umanità (jin) e senso del dovere (gi), responsabilità e amore. Essere uomo è un onore. E quei pochissimi a cui è concesso devono mostrarsene degni. Ci sono molte cose che provano a tenerci aggrappati alla vita. L’amore di una donna, la bellezza. Ma la vita è un elemento fluido, non concede appigli, è destinata a scorrer via sulle note dolenti e meravigliose di un tango. In questo mondo l’eroismo non contempla la felicità, perché occorre il sacrificio per compiere il sacro. E nella disperata bellezza del sacrificio finale di Kunihiko (casuale richiamo a Boiling Point?) il nostro cuore torna, ancora una volta, allo struggente olimpo di Melville.

 

IL DVD     

 

AgitatorCon Agitator, la Dynit prosegue la “Takashi Miike Collection”: dodici film per introdurre il pubblico italiano alla sterminata produzione del regista nipponico. I curatori hanno scelto di pubblicare in DVD la versione cinematografica del 2001 (150’) piuttosto che la versione proposta successivamente in home video, per una durata complessiva di 200’. Il riversamento in digitale delle immagini rende sostanzialmente un buon servizio alla fotografia d’antan di Kiyoshi Itô, estremamente versatile (come dimostrano i flash di Kenzaki e la sua donna o i ricordi di giovinezza del killer e del suo boss Higuchi). Eppure i difetti non mancano, come si può riscontrare nelle scene notturne, dove la predominanza di neri poco definiti e profondi tende a far perdere leggibilità alle immagini, e in quelle più solari e luminose, dove i contorni delle figure si sgranano, perdendo inevitabilmente di nitidezza. Nelle scene d’azione, d’altro canto, non si notano particolari effetti scia. Per quanto riguarda l’audio, la scelta è estremamente articolata. La traccia originale giapponese e quella italiana in Dolby Digital 2.0 presentano degli ovvi limiti, seppur non sostanziali, a causa di un flusso dati di soli 192 Kbps. Dalle tonalità molto più ricche la traccia audio italiana in Dolby Digital 5.1 (con flusso dati di 448 kbps) e quella in DTS 5.1, che consente di cogliere appieno le sfumature del sonoro. E’ più che soddisfacente, almeno questa volta, il doppiaggio italiano, non sempre all’altezza della sua fama per quanto riguarda i film orientali. Sono opzionabili i sottotitoli in italiano, sia per i dialoghi che per i diversi cartelli che compaiono nel film. Per quanto riguarda i contenuti extra, l’offerta si riduce al trailer di alcuni dei DVD della “Takashi MIike Collection”: Dead or Alive 1, Dead or Alive 2, Dead or Alive 3, Ichi the Killer, The Guys from Paradise e The City of Lost Souls.

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