DVD – "Biancaneve e i sette ladri" di Giacomo Gentilomo
A parte il ritmo da vadeuville, il gioco degli equivoci e i lievi ammiccamenti sexy, la commedia si basa soprattutto sul confronto-scontro tra Peppino De Filippo e Mischa Auer. Si rimane nei ranghi di un’innocua farsa, ma sotto la superficie scorre una vena nascosta, che rimanda a una dimensione futuribile e tecnologica, a un rapporto critico dei personaggi con gli oggetti. In un’edizione della Ripley’s Home Video
Anno: 1949
Durata: 76’
Distribuzione: Ripley’s Home Video
Genere: Commedia
Cast: Peppino De Filippo, Mischa Auer, Luigi Pavese, Franca Maresa, Silvana Pampanini, Laura Carli, Gino Saltamerenda, Giacomo Furia
Regia: Giacomo Gentilomo
Formato DVD/video: 1.33:1 4/3
Audio: Dolby Digital Mono italiano
Sottotitoli: italiano per non udenti
IL FILM
Milano, giorno di ferragosto. Strade deserte, saracinesche abbassate, un viandante solitario che si avventura nel ventre di una città fantasma. Una mostruosa macchina parlante rende l’estrema testimonianza di un’umanità scomparsa. Sembra un film di fantascienza che si apre su uno scenario apocalittico. In realtà si tratta di Biancaneve e i sette ladri, innocua commedia di Giacomo Gentilomo (non a caso, però, regista attratto dal cinema d’avventura), tratta dal racconto Il ladro di Antonio Germano Rossi e sceneggiata da due grandi dell’avanspettacolo, Vittorio Metz e Marcello Marchesi, con la collaborazione di Ernesto Rossi. Un tranquillo ragioniere napoletano, Peppino Biancaneve (Peppino De Filippo), deve recarsi in Brianza, nella villa del burbero e ricchissimo gioielliere Casertoni (Luigi Pavese), per chiedergli ufficialmente la mano della figlia Nella. Ma le cose non girano per il verso giusto: gli rubano l’auto nuova, una Topolino, e si ritrova, suo malgrado, in compagnia di un ladro d’origine moldava, Mirko (Mischa Auer), che le inventa tutte pur di svaligiare la gioielleria Casertoni. Ritmo da vaudeville, gioco degli equivoci, lievi ammiccamenti sexy (le calze di Silvana Pampanini), la commedia si fonda soprattutto sul confronto tra Peppino De Filippo e Mischa Auer, sull’opposizione fisica del duo, sulla loro capacità di reggere le fila del gag sui meccanismi del calembour e su quell’inversione del senso, che successivamente proprio De Filippo e Totò spingeranno sino al limite. Si rimane nell’ambito di una comicità d’avanspettacolo, seppur dotata del tessuto connettivo di una sceneggiatura orchestrata a regola d’arte. Ma, al di sotto della superficie, in tutto il film continua a scorrere, più o meno visibile, quella traccia dell’inizio, quel continuo rimando a una dimensione futuribile, a un rapporto critico dei personaggi con gli oggetti, automobili, dischi, casseforti, telefoni, megafoni, sistemi di sicurezza e d’amplificazione. Una sorta d’inventario sulle meraviglie delle nuove tecnologie, in cui il furto o la disfunzione di una macchina diviene, paradossalmente, il motore della storia e del senso comico.
IL DVD