DVD – "Bianco", di Roberto Di Vito

biancoDopo aver partecipato al Fanta-Festival 2011, al Bari International Film Festival 2011, Bianco, opera prima del regista Roberto di Vito, arriva in DVD. Un progetto di horror sperimentale in cui l'angoscia del vuoto cosmico, del bianco assoluto e del passaggio tra la vita e la morte scaturisce dalla musica straniante e dall'assenza di colore e di movimento, piuttosto che dall'azione. Da CG Home Video

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biancoTitolo originale: Bianco
Anno: 2011
Durata: 78’
Distribuzione: CG Home Video
Genere: Horror
Cast: Igor Mattei, Giovanni Piccirillo, Massimiliano Fedeli, Claudia Borioni, Rita Carlini
Regia: Roberto Di Vito
Formato DVD/Video: 16:9 – 1.78:1
Audio: Italiano (Dolby Digital 2.0)
Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti
Extra: Intervista a Coming Soon, Sole (cortometraggio)
 
 
 
 
 

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IL FILM
Il bianco accecante dei titoli di testa sfuma in una parete di mattoni bianchi, che disciogliendosi in un paesaggio marino prende la forma delle sbarre di una prigione. E in una condizione di prigionia insensata si trova il protagonista del film, bendato, imbavagliato e legato a una brandina, senza ricordare come è arrivato in quel luogo e ci lo ha portato lì. Quando la mente e la vista sono offuscate, e il movimento è impossibile, nell'immobilità assoluta, non gli resta che rincorrere i pensieri e i ricordi. La musica straniante, composta appositamente per la pellicola, fa da contrappunto perfetto al fluire dei ricordi, dei sogni, forse delle allucinazioni in un clima disturbante e asfittico.
biancoIn un loop infinito in cui le scene all'interno della stanza in cui il prigioniero si contorce tra le bende si alternano continuamente a quelle bucoliche e liberatorie negli spazi aperti ci si trascina a fatica verso la conclusione. La regia appare infatti oltremodo frammentata e strettamente legata all'alternanza tra chiuso e aperto, libertà e priginia, buio e luce, vita e morte. Tutto è immobile e anche l'illusione dell'azione nella mente del prigioniero riporta immancabilmente all'immobilità del corpo. L'unico spiraglio che si apre su una possibilità di azione è il contatto umano del prigioniero con i due rapitori, mascherati e privi di un' identità. Il più lucido e misericordioso dei due infatti cerca di instaurare un abbozzo di dialogo con il prigioniero, lo nutre e lo ascolta per quanto è possibile. Ma anche questo non basta a innescare il movimento, e il film non riesce a trovare uno svolgimento se non riavvolgendosi su se stesso.
Il colore bianco, che dà il titolo al film, è il protagonista assoluto con la sua dimensione di assenza e sospensione tra la vita e la morte, tra il sogno paradisiaco e la morte nella vita terrena. Gli stessi personaggi non riescono a ritagliarsi uno spazio di pari importanza, ridotti a elementi di disturbo nel vuoto cosmico del bianco dilagante.
L'horror sperimentale che presenta Di Vito non mostra la violenza brutale nè la presenza di creature sovrannaturali, ma l'assenza di tutto questo, e l'orrore nasce proprio dal senso di vuoto che scava nella mente dello spettatore fino ad annichilirlo. Un progetto sicuramente ambizioso e di non facile comprensione, ma non meno degno di attenzione, specialmente se ci si abbandona alla combinazione tra la musica disturbante e ipnotica e le immagini che si rincorrono impazzite, senza cercare a tutti i costi di dare un senso alla storia narrata, perchè probabilmente la risposta è proprio nell'assenza del senso.

 
 
biancoIL DVD
Dopo aver partecipato al Fanta-Festival 2011, al Bari International Film Festival 2011 e al Terra di Siena Film Festival 2011, Bianco arriva in DVD. Un prodotto tecnicamente impeccabile se si considera che sia l'immagine che l'audio sono nitidi e puliti.
Di grande interesse sono i contenuti speciali che presenta l'edizione in DVD, tra cui il cortometraggio horror inedito, Sole, diretto dallo stesso Roberto di Vito, e l'intervista che il regista ha rilasciato a Coming Soon, in cui ripercorre la sua carriera, dai cortometraggi, ai back stage, ai lungometraggi e descrive lo stretto rapporto che intercorre nelle sue opere tra immagine e musica, e di come l'una faccia da contrappunto all'altra e viceversa.
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