DVD – "Cofanetto Tre colori (Film blu, Film bianco, Film rosso)", di Krzysztof Kieslowski
In un ottimo cofanetto, corredato di una ricchissima sezione di contenuti speciali, la Bim propone l'ultima fatica di Kieslowski ispirata al motto della Rivoluzione Francese
Titolo originale: Trois couleurs: bleu
Anno: 1993
Durata:
Distribuzione: Bim Distribuzione
Genere: drammatico
Cast: Juliette Binoche; Benoît Régent;
Regia: Krzysztof Kieslowski
Formato DVD/Video: 1.85:1 16/9 anamorfico
Audio: francese Dolby Digital 2.0; italiano Dolby Digital 2.0; italiano Dolby Digital 5.1 remixed
Sottotitoli: italiano
Extra: interviste a Juliette Binoche; Jacques Witta (montatore), Martin Karmitz (produttore); Lezione di cinema di Krzysztof Kieslowski; intervista a Valerio De Polis; speciale 20 anni Bim
Titolo originale: Trois couleurs: blanc
Anno: 1994
Durata:
Distribuzione: Bim Distribuzione
Genere: drammatico
Cast: Zbigniew Zamachowski; Julie Delpy; Janusz Gajos; Jerzy Stuhr
Regia: Krzysztof Kieslowski
Formato DVD/Video: 1.85:1 16/9 anamorfico
Audio: francese Dolby Digital 2.0; italiano Dolby Digital 2.0; italiano Dolby Digital 5.1 remixed
Sottotitoli: italiano
Extra: interviste a Julie Delpy, Martin Kramitz (produttore); Lezione di cinema di Krzysztof Kieslowski; Making of; intervista a Valerio De Paolis; speciale 20 anni Bim
Titolo originale: Trois couleurs: rouge
Anno: 1994
Durata:
Distribuzione: Bim Distribuzione
Genere: drammatico
Cast: Irène Jacob; Jean-Louis Trintignant; Frederique Feder; Jean-Pierre Lorit
Regia: Krzysztof Kieslowski
Formato DVD/Video: 1.85:1 16/9 anamorfico
Audio: francese Dolby Digital 5.1; italiano Dolby Digital 2.0; italiano Dolby Digital 5.1 remixed
Sottotitoli: italiano
Extra: interviste a Irène Jacob, Jacques Witta (montatore), Martin Karmitz (produttore); Lezione di cinema di Krzysztof Kieslowski; Festival di Cannes 1994; Making of; intervista a Valerio De Paolis; speciale 20 anni Bim
TRE COLORI
I tre colori di Kieslowski sono la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza, gli imperativi della coscienza collettiva europea dettati dal pensiero razionale, simbolicamente imposti a partire dal 1789, che apparentemente regolano con giustizia il comportamento e la convivenza sociale. Ma le categorie mutuate dal motto della Rivoluzione Francese, ormai introiettate dall'essere collettivo, oltre ad isolare l'individuo intrappolandolo nell'impersonalità alienante ed indifferente del dover essere e facendolo annegare nella negazione di sé, risultano inconciliabili con la singolarità dell'esistenza e con la forza oscura ed irrazionale delle emozioni. Oltre il miraggio illusorio della solitudine, come libertà di negarsi al dolore dell'esistenza cercando rifugio in un'impossibile assenza dalla vita, oltre la falsa promessa dell'uguaglianza tra gli uomini, dove uguaglianza non è giustizia sociale ma solo parità di accesso ad un potere materiale ed equivalenza della sofferenza, che diventa strumento per affermare il desiderio di prevaricazione dell'altro, Kieslowski lascia che sia la fratellanza, la carità come amore disinteressato, come capacità di essere nel e per il mondo, a fornire all'essere umano l'unica possibilità di riappropriarsi della libertà e dell'uguaglianza e di non rimanere intrappolato nell'inutilità della sua transitorietà.
Film blu, il primo capitolo della trilogia e anche il più lirico, si apre sull'esperienza della morte vissuta da Julie (Juliette Binoche). Il dolore insostenibile della perdita degli affetti crea nella protagonista la necessità paralizzante di liberarsi da tutto ciò che possiede, di sottrarsi al disordine emotivo dell'esistenza, di nascondersi in un vuoto rassicurante ed indifferente dove è contemplata solo l'assenza, per poi riscoprirsi incapace di rimaner sorda al desiderio di vita che abita nel suo essere, nella coscienza – risvegliata da quell'amore che non promette felicità ma che "sopporta tutto, spera tutto, non perisce mai" – dell'impraticabilità di una condizione illusoriamente liberata. Imponendo il particolare soggettivizzante dell'occhio della protagonista nel quale si specchia l'immagine del medico che la consegnerà al suo dolore, scegliendo di soffermarsi sul dettaglio come espressione formale di rifiuto dell'interezza del mondo, utilizzando le dissolvenze su nero come segni di sospensione emotiva, lo sguardo di Kieslowski, immerso nella dominante cromatica volutamente irreale del blu nella quale Slawomir Idziak avvolge l'immagine, è coscientemente proteso a far sprofondare lo spettatore nello stesso processo, ambiguo ed impossibile, di esclusione e di sottrazione intrapreso da Julie, regalandogli un'esperienza che non si limita ad una moralistica mimesi semplificata del reale, ma diventa la sublime, complessa e dolorosa sperimentazione della vita stessa.
Nell'aula del tribunale parigino fugacemente attraversata da Julie, Karol Karol, il protagonista polacco in terra straniera ed ostile di Film bianco – il più spietato e pessimista della trilogia – invoca il suo diritto all'uguaglianza durante l'udienza per il divorzio dalla moglie Dominique, Julie Delpy, per essere infine umiliato e spogliato da tutto ciò che possiede, primo tra tutti "l'oggetto" da lui amato. Tornando in patria – quell'Est frustrato ed offeso che si affaccia in Europa dopo la caduta del muro – dentro una valigia, immagine anticipata anche all'inizio del film, a sottolineare la circolarità che scandisce la pellicola, fino alla scena finale in cui moglie e marito si scambiano i ruoli della vittima e del carnefice, cinicamente suggellando la sete di dominio e di vendetta come visione egoistica dell'esistenza che rende impossibile ed annulla ogni possibilità catartica, Zbigniew Zamachowski si riunisce al fratello, Jerzy Stuhr (entrambi già significativamente interpreti di Non desiderare la roba d'altri) tentando di cancellare la propria inadeguatezza rispetto al modello occidentale, adottandone, fino a perdere la sua identità, lo spietato opportunismo dominato dall'egoistica logica del potere e del profitto, guidato dalla cultura della mercificazione, nella quale è possibile "comprare anche la morte". La macchina da presa di Kieslowski diventa brutalmente oggettiva nella narrazione amaramente ironica e disillusa della mistificazione dell'uguaglianza, il bianco netto di Edward Klosinki come assenza del colore sottolinea il vuoto che progressivamente inghiotte la pellicola ed i suoi protagonisti.
Dopo la cupa negazione dell'essere nella sua angosciante inutilità, in Film rosso Kieslowski, pur non promettendo la pacificazione dell'animo, apre uno spiraglio alla speranza facendo fluire nella transitorietà della vita l'affermazione dell'amore come mezzo salvifico dell'esistenza, come misterioso e disinteressato legame che accomuna nella loro disperata solitudine gli esseri umani e che sopravvive attraverso il tempo. Confondendosi talvolta con il volto del cinico giudice interpretato da Jean-Louis Trintignant, confinato nell'isolamento dettato da una profonda e lucida coscienza, che rimane osservatore solitario ed onnisciente delle voci che controlla nelle sue intercettazioni telefoniche, che gioca con il destino fino a confondere volontà e caso, Kieslowski segue con andamento flessuoso ed imprevedibile il cammino di una giovane modella, Valentine, moltiplicando il suo volto all'infinito in un continuo e multiforme gioco di riflessi. Valentine è una Irène Jacob che diventa il corpo di un'umanità ancora capace di essere per l'altro, di credere nella speranza, un corpo che intrecciando la sua strada con quella dell'anziano giudice, al quale è legato dalla stessa capacità di ascoltare e di accorgersi del mondo, e con quella del giovane Auguste, doppio oltre il tempo del giudice, rende possibile, sprigionando un'intensità resa quasi palpabile dall'incandescenza della fotografia di Piotr Sobocinski, il superamento del vuoto esistenziale grazie alla sperimentazione della "fratellanza".
IL DVD
Ottimo il cofanetto stampato dalla Bim soprattutto per la qualità dei numerosi contenuti speciali. La resa del video, con un riversamento dagli originali francesi, anche se non perfetta, risulta buona in tutti e tre i dvd. Per quanto riguarda l'audio, oltre la doppia traccia in italiano Dolby Digital 2.0 e l'ottimo italiano Dolby Digital 5.1 rimasterizzato disponile in tutti e tre i capitoli della trilogia, la versione originale, e dunque quella preferibile, è anch'essa di buona qualità, presentata in Dolby Digital 5.1 solo in Film Rosso e disponibile in Film Blu ed in Film Bianco solo in Dolby Digital 2.0. I film sono divisi in scene e sono disponibili i sottotitoli in italiano.
A prescindere dalla doppia intervista, che si ripete identica nei tre dischi, a Valerio De Paolis, una più interessante sui vent'anni della Bim, l'altra sulla trilogia di Kieslowski per la verità piuttosto deludente, ricchissima è la sezione degli extra. In tutti e tre i dvd e relative al film al quale si accompagnano, sono contenute le splendide lezioni di cinema di Krzysztof Kieslowski, della durata media di 9 minuti circa, realizzate nel