DVD – "Desideri nel sole" di Jacques Rozier

Primo lungometraggio di Rozier, “Desideri nel sole” è un film emblematico di una certa stagione del cinema, una piccola summa degli stilemi Nouvelle vague. Un film di apparente e casuale giocosità, che si apre improvvisamente a uno svolta tragica, allo spettro della Storia che irrompe nella piccola vita dei protagonisti. Da Multimedia San Paolo

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Titolo originale: Adieu Philippine
Anno: 1963
Durata: 99’
Distribuzione: Multimedia San Paolo
Genere: Commedia
Cast: Jean-Claude Aimini, Yveline Céry, Vittorio Caprioli, Stefania Sabatini, Jean-Claude Brialy
Regia: Jacques Rozier
Formato DVD/video: 1.33:1 4/3
Audio: Dolby Digital 2.0 italiano
Sottotitoli: italiano per non udenti
 
IL FILM
 
Siamo nell’anno 1963: un’epoca in cui la rivoluzione della Nouvelle vague già ha prodotto i suoi effetti destabilizzanti nel quadro del cinema mondiale e sembra destinata a disperdersi nei mille rivoli personalistici del “cinema d’autore”. L’allora trentasettenne Jacques Rozier compie il suo esordio nel lungometraggio con un film che incarna alla perfezione gli stilemi ormai tipizzati del giovane cinema francese. Al punto da suscitare l’ammirazione di Truffaut e Godard, le due grandi anime della generazione dei “giovani turchi”, e da diventare l’oggetto delle analisi semiologiche di Christian Metz. Desideri nel sole è in sostanza emblematico di una certa stagione del cinema. Ma al tempo stesso diviene una sorta di “marchio”, per cui il cinema di Rozier diviene “cosa” da cinefili. Infatti, le prove successive del regista, seppur raffinate (da ricordare Maine – Océan del 1986 e Fifi Martingale del 2001), non sono più capaci di uscire dalla ristretta cerchia degli appassionati e degli addetti ai lavori, relegando l’autore a una specie di “anonimato” nel quadro delle storie “ufficiali”. Resta il fatto che Desideri nel sole può essere visto come una piccola summa delle innovazioni del cinema francese agli inizi degli anni ’60. Innanzitutto nella stessa costruzione del film, lungi dall’essere rigidamente programmata a tavolino e invece aperta all’improvvisazione e alla casualità. La sceneggiatura sembra quasi saltare, disperdendo il racconto in una serie di episodi sparsi e quadri giustapposti, svincolati (apparentemente) da qualsiasi rapporto di causa ed effetto. La caccia al produttore imbroglione Pachala (il grande Vittorio Caprioli) è solo il pretesto, il labile filo che tiene unito il tutto. Ciò che conta davvero è il triangolo amoroso dei tre protagonisti, Michel (Jean-Claude Aimini), Juliette (Stefania Sabatini) e Liliane (Yveline Céry), non tanto nelle sue implicazioni psicologiche, quanto come riflesso di una vitalità giovane e istintiva. Un tono giocoso, stravagante, a tratti incoerente che dalla trama e dai personaggi si riverbera sulla stessa cifra stilistica del film. Girato in ambienti reali e in presa diretta, Desideri nel sole è tutto un susseguirsi di long takes e movimenti di macchina interpuntati da immagini brevi e da un montaggio frammentato, falsi raccordi (dal jump cut all’overlapping editing) e scarti continui. Una rottura delle convenzioni “classiche” in nome di una diversa concezione del mezzo cinematografico, che si esplicita ancor più nella scena in cui Michel, membro di una troupe televisiva, invade il campo visivo della macchina, provocando le ire del regista. Proprio l’attenzione al mondo della televisione, poi, introduce un discorso sulle “nuove” tecnologie, sull’apparente democratizzazione dello spettacolo, che invece si traduce in una profonda crisi dell’immagine e dell’immaginario (ancora una volta il personaggio improvvisato di Pachala). Un tema che destabilizza l’apparente giocosità del film, insieme all’improvviso capovolgimento di senso della scena finale, che introduce lo spettro della guerra in Algeria.

IL DVD
 
Si deve a Multimedia San Paolo il merito del recupero e della distribuzione di questo primo lungometraggio di Jacques Rozier. Il che già costituisce un punto d’onore. L’edizione, poi, si presenta con una veste grafica intrigante e con menù interattivi abbastanza curati. Qualcosa, però, va detto riguardo la qualità video. Da un film anni ’60 girato in ambienti reali, non può pretendersi sempre un controllo sulla fotografia (firmata da René Mathelin) pari a quello dei film in studio. Ma in ogni caso si avverte la mancanza di un lavoro di pulizia sul master originale, che, all’atto del riversamento in digitale, mostra tutti i suoi difetti. Le immagini a volte perdono di definizione e tendono spesso a sfocarsi, a tratti si notano i graffi e la sporcizia della pellicola. E’ comunque rispettato il formato originale in 4/3 (1.33:1). Per quanto riguarda l’audio, la scelta dei curatori si è concentrata sulla versione italiana dell’epoca, che a ogni modo è fedele all’utilizzo “politico” della registrazione in presa diretta, con dialoghi che spesso si perdono sotto la massa indistinta di rumori, musiche e voci. La traccia in italiano è Dolby Digital 2.0 con flusso dati di 224 kbps. Sono opzionabili i sottotitoli in italiano per i non udenti. Del tutto assenti, invece, i contenuti speciali, mancanza piuttosto grave tenuto conto del valore storico e “simbolico” del film di Rozier.
 
 

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