DVD – "Goodbye South, Goodbye", di Hou Hsiao-hsien

Con "Millennium Mambo", "Goodbye South, Goodbye" rappresenta la necessità del regista di ricercare quel linguaggio che coniughi il proprio legame con le sue origini cinesi al suo essere "taiwanese". HHH, come pochi, è capace di viaggiare negli spazi e nei tempi cinematografici delle origini, dei classici e del moderno.

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Titolo originale: Nanguo Zaijan, Nanguo 
Anno: 1996
Durata: 124'
Distribuzione: Medusa Home Entertainment   
Genere: Drammatico
Cast: Giong Lim, Hsu Kuei-Ying, Jack Kao, Annie Shizuka Inou

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Regia: Hou Hsiao-hsien
Formato DVD/Video: Full Screen
Audio: Dolby Digital 1.0 Mono in giapponese
Sottotitoli: italiano
Extra: intervista allo storico del cinema Dario Tomasi; trailer originale; selezione scene

IL FILM


 


Il trentasettenne Kao, occhiali da sole e cellulare sempre in funzione, viaggia in treno verso la cittadina di Ping Chi, accompagnato dal suo amico Flatty, detto "Testa piatta" e dalla compagna di quest'ultimo Patachou. Con loro c'è anche un bambino. È l'inizio del film dal titolo che potrebbe significare anche "Addio Taiwan, addio", dal momento che per giapponesi e cinesi Taiwan rappresenta il Sud. Tale interpretazione troverebbe una legittimità considerato che Kao vuole andarsene da Shanghai. Ma il titolo potrebbe avere un significato ancora più universale perché si vedono contrapposti due mondi: un Sud rurale, dove vivono genitori e parenti che vendono le loro case e dove lo stato confisca terreni agricoli, e un Nord urbano non sempre geograficamente inteso, dove la gente vive tra strade trafficate, ristoranti e locali notturni. Due, essenzialmente, i mezzi di spostamento tra il Sud e il Nord: il treno che passa attraverso i villaggi del Sud e che i tre protagonisti prendono all'inizio del film perché è più "romantico", con le sue piccole stazioni attorno alle quali si organizza la vita dei paesi; e l'automobile, (moderna, potente e sportiva) con cui viaggiano di solito e che alla fine di insabbia in un campo. In più la moto, con la quale si percorre una strada senza traffico del Sud, assaporando una precaria libertà. Come spesso la rivista ha sottolineato, HHH è da considerare tra i più grandi registi contemporanei dell'estremo oriente, capace di viaggiare negli spazi e nei tempi cinematografici delle origini, dei classici e del moderno. È una macchina del tempo dal moto circolare che si muove nel suo interno e proprio per questo non può essere di questa terra, imperfetta e corruttibile. Probabilmente con l'altro capolavoro assoluto, Millennium Mambo, Goodbye South, Goodbye (a Cannes nel 1996, nella sezione ufficiale) risulta espressione di una necessità del regista, di ricercare un linguaggio che coniughi  il proprio legame con le sue origini cinesi al suo essere "taiwanese". Cinema che sconvolge il limite immobile dello schermo che abbraccia i suoi corpi: dove non c'è corpo non manca lo spazio che nega l'assenza del vuoto e sublima l'essenza del tempo come misura del movimento secondo il prima e il poi. Oltre l'unico modo esistente: poveramente geometrico, eterno e finitamente rettilineo, dove il suo inizio non coincide con la sua fine. L'apparente distacco del regista dalle vicende umane dei suoi protagonisti non è altro che sofferenza a partecipare, stentato coinvolgimento alla vicenda che lo attanaglia personalmente. Tutto ciò è nella lentezza del girato che sconvolge la tautologia dell'immaginario metropolitano, tutto ciò è nella "figurativa" del contemporaneo, come presente sospeso nel tempo, come un altrove "senza tempo".

IL DVD    


 


Ottimo lavoro della Raro Video. Prima di tutto per continuare nella sua ricerca personale del grande cinema e di autori cult per festivalieri. Ma anche per aver imbastito l'ennesimo prodotto di alto livello. Naturalmente si parla soprattutto della risoluzione audio e video. Il "full screen" non ha sbavature e l'audio in mono non è il massimo, ma non è facile lavorare con prodotti dell'estremo oriente, tra l'altro quasi totalmente dimenticati in Italia. Basti pensare che l'ultimo film di Hou Hsiao-hsien, Three Times,  nel nostro Paese deve ancora uscire. Per quanto riguarda l'area riguardante le lingue, c'è il giapponese come lingua originale e solo l'italiano per i sottotitoli. Tra i contenuti extra, oltre al trailer originale e alle dieci scene selezionabili, c'è un intervento critico del noto storico cinematografico, tra i massimi conoscitori del cinema orientale, Dario Tomasi. Il trailer originale dura circa quaranta secondi e riprende la scena girata in moto sulla strada di campagna senza traffico. Non c'è nessun dialogo, solo due moto riprese frontalmente, una più avanti e l'altra qualche metro più indietro, a rappresentare la voglia di libertà ed evasione dei protagonisti. L'intervento di Dario Tomasi dura poco meno di cinque minuti ed è ripreso da un'inquadratura fissa, un primissimo piano che a metà intervista stacca per allargarsi leggermente.


 


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