DVD – "I gangsters", di Robert Siodmak
Uno dei migliori noir degli anni '40, in cui Siodmak profonde tutta la sua sapienza registica. Gli stilemi espressionisti ricreano un mondo cupo e angosciante, mentre i piani sequenza e la messa in scena millimetrica denotano una volontà di controllo razionale sulla materia del racconto. In un DVD distribuito dall'Ermitage Cinema.
TITOLO ORIGINALE: The Killers
REGIA: Robert Siodmak
INTERPRETI: Burt Lancaster, Ava Gardner, Albert dekker, Edmond O'Brien, Sam Levene
DURATA:
ORIGINE: USA, 1946
DISTRIBUZIONE: Ermitage Cinema
FORMATO VIDEO: 1.33:1 4/3
AUDIO: Dolby Digital 2.0 italiano, Dolby Digital 2.0 inglese
EXTRA:
· I gangsters
· Lo sapevate che…
· Ava Gardner
· Il cinema noir
· Il racconto
· Robert Siodmak
· Burt Lancaster
· Ernest Hamingway
IL FILM
Se il polar francese è il genere del romanticismo struggente, della "mitologia del fallimento", il noir americano è il genere della riflessione esistenziale, della dimostrazione matematica e necessaria dell'umana infelicità. Ed è, soprattutto, il luogo privilegiato di riflessione sui temi del destino e del caso, del fato e della libertà. I gangsters di Robert Siodmak, tratto da un racconto di Hemingway, non sfugge a questa regola generale, pur presentando dei particolari elementi di novità. Nella struttura, innanzitutto. Struttura scandita dalla precisa sceneggiatura di John Huston, Richard Brooks e Anthony Veiler, un vero e proprio meccanismo a orologeria. La scelta di far morire il protagonista, l'ex pugile Pete Lunn, detto lo Svedese (Burt Lancaster), pochi minuti dopo l'inizio del film, è una prima infrazione alle regole della suspence. Solo dopo, attraverso un'articolata serie di flashbacks, si ricostruiscono gli avvenimenti che hanno condotto alla tragedia, l'arresto per amore, la rapina alla fabbrica di cappelli, l'inganno architettato da Colfax (Albert Dekker). La figura di Lunn, che attende rassegnato la fine sul letto della sua stanza, è curiosamente simile a quella di François/Jean Gabin di Alba tragica. Ma mentre lì è il protagonista a ripercorrere, sul filo dei ricordi, le tappe del suo fallimento, qui la storia è affidata alla memoria degli altri, comprimari e testimoni della vicenda. Così, se da un lato s'introduce il problema del punto di vista della narrazione e della relatività della verità (qualcosa che anticipa in qualche modo i successivi Rashomon di Kurosawa e Rapina a mano armata di Kubrick), dall'altro, soprattutto, i flashbacks perdono molto del loro potenziale romantico e malinconico, per diventare freddi strumenti ermeneutici, quasi incisioni chirurgiche che scoprono i nervi dolenti, i gangli vitali della storia. E in questo modo, tessera dopo tessera, si ricostruisce un universo tipicamente noir, con i suoi archetipi, i suoi simbolismi, i suoi temi: la dark lady avida e sensuale (Ava Gardner), l'amore come perdizione e caduta, mero strumento nelle mani del destino, un senso di fatalità invincibile, i rapporti umani vissuti nel segno dell'inganno e della violenza. Un mondo cupo, che Siodmak dipinge col suo stile supremo, figlio ad un tempo dell'espressionismo tedesco e del cinema americano anni '40. Da un lato i chiaroscuri contrastati, le inquadrature nervose e inquietanti, espressioni visive d'ansia e angoscia, dall'altro la profondità di campo e i magistrali piani sequenza (la corsa di Nick sino a casa dello Svedese, la rapina), una messa in scena millimetrica, che risponde a una volontà di controllo serrato sulla materia della storia, a un desiderio di ragionamento implacabile sulle ragioni della miseria umana.

IL DVD
Come spesso accade i DVD dell'Ermitage Cinema sembrano i compitini di uno studente diligente. Nulla di trascendentale o originale, nessuna chicca o particolarità, ma un prodotto medio che, con le sue notizie e biografie, può comunque soddisfare gli appassionati. E poi, diciamocelo, l'Ermitage è una delle poche case che punta al recupero del grande cinema americano del passato, soprattutto del noir. Ma parliamo di questo I gangster. Con un formato video in 4/3, il riversamento in digitale delle immagini è piuttosto buono e non penalizza la grande fotografia di Elwood Bredell. Due le tracce audio in Dolby Digital 2.0: originale inglese, con un flusso dati di 160 Kbps, e italiano, con flusso dati di 448 kbps. Mancano, però, i sottotitoli in italiano alla versione inglese. Abbastanza soddisfacenti gli extra, sebbene, ancora una volta, siano privi di filmati e poveri d'immagini. Oltre alla scheda del film, con il cast e la troupe, nella sezione "Lo sapevate che…" si possono trovare alcune curiosità sul film, tra cui un accenno al remake diretto da Don Siegel nel 1964, Contratto per uccidere (The Killers), con Lee Marvin, John Cassavetes e Ronald Reagan. Alla voce "Il racconto" viene presentata la trama de The killers di Ernest Hemingway, breve e intensa storia noir, che nella trasposizione di Huston, Brooks e Veiler (non accreditato nei titoli del film) viene in un certo senso stravolta con una struttura di flashback e punti di vista diversi. Proprio al grande Hemingway viene dedicata una lunga scheda biografica, che ripercorre, sin dalla nascita, la sua vita intensa e raminga, dalla Prima guerra mondiale alla Guerra civile spagnola, sino al suicidio nel 1961. Più breve (ingiustamente) la scheda dedicata a Robert Siodmak. Regista americano di origine polacca, Siodmak passò la sua giovinezza in Germania, dove si formò alla scuola dell'espressionismo e collaborò con altri celebri americani d'adozione come Billy Wilder e Edgar G. Ulmer, sino a che l'avvento del nazismo non lo costrinse prima a riparare in Francia e poi a tornare negli Stati Uniti. Decisamente più ampia l'attenzione riservata ai due giovanissimi protagonisti del film, Ava Gardner e Burt Lancaster. Nel 1946 la prima era poco più che ventenne, il secondo aveva soli 33 anni. Due star all'inizio della loro ascesa. Nella scheda sulla Gardner è possibile leggere alcune sue interessanti dichiarazioni su Hollywood e sui grandi Studios (