DVD – "Il Pane Nudo", di Rachid Benhadj

Le immagini della galleria fotografica di questo dvd Millennium Storm scorrono sullo schermo tv. E la photogallery (ri)vive come racconto a sé, e non come corollario ad una visione già avvenuta: strumento-matrice e sorgente della narrazione, derivazione e mutazione della memoria del film/del film come memoria

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Proiezione NEXT MORNING al Tertio Millennio Film Festival - Una produzione Sentieri selvaggi

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Proiezione di RIDER 48 al Med Film Festival – Una produzione Sentieri selvaggi

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Titolo originale: El khoubz el hafi


Anno: 2004


Durata: 90'


Distribuzione: Millennium Storm


Genere: Drammatico


Cast: Saïd Taghmaoui, Marzia Tedeschi, Sana Alaoui


Regia: Rachid Benhadj


Formato DVD/video: 4/3


Audio: Italiano 2.0


Sottotitoli: Non presenti


Extra: galleria fotografica

IL FILM:


 


La recensione di Sentieri Selvaggi


 


 IL DVD:


 


Il dvd messo in commercio dalla Millennium Storm di questo film di Rachid Benhadj di cui Carlo Altinier al link qui sopra non è niente male, il film si vede e si sente perfettamente. Unico extra presente in questa edizione del film: la galleria fotografica, 21 scatti divisi tra foto di scena, frames del film di Benhadj, e immagini promozionali dell'opera. E' l'intuizione di un istante ancora post-natalizio, benedetti postumi, breve pensiero non del tutto formulato sull'essenza da presepe (no, no: da presepio) di quei fermoimmagine che scorrono sullo schermo, così patinati e avvolti da un'aura doraticcia dovuta anche alla 'cornice' estetica del dvd, e la sensazione che possa esistere una vicenda parallela a quella raccontata da Choukri nel suo celebre e fortunato romanzo-autobiografia. Una vicenda che non parte più dalla memoria, dal ricordo messo per iscritto, immaginato (nelsensodi pensato) e pubblicato, bensì dalle immagini, punto terminale del 'viaggio iconografico' della sua vita raccontata, ma adesso nella photogallery 'rinate' e ri/vis(su)te come punto di partenza, starter delle suggestioni possibili. Perchè il racconto della turbolenta esistenza di Mohamed Choukri parte adesso proprio da lì, dagli scatti della galleria fotografica, e non (più) dalle immagini del film che puoi fare partire dal menu principale, né dalle pagine scritte del libro che magari dopo averlo visto andrai a comprare: "ecco, quello è Mohamed, uno scrittore marocchino. La sua autobiografia gli è valsa una candidatura al Nobel. Da quel libro hanno tratto questo film: ecco, quello è il regista sul set, vedi la gru per la telecamera? Quand'era ragazzo Mohamed ne ha dovute subire tante…ecco, questa è la scena in cui il padre lo picchia…qua invece è appena finito in prigione…". In questo modo, l'immancabile photogallery per una volta (ri)vive come racconto a sé, e non come corollario ad una visione già avvenuta: strumento-matrice e sorgente, addirittura, di una narrazione (orale) parallela (di nuovo), alternativa a quella del film, derivata – derivazione e mutazione della memoria del film/del film come memoria.


 


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