DVD – "La fiamma del peccato", di Billy Wilder
Barbara Stanwyck è la presenza demoniaca, caratterizzata da un magnetismo sessuale tanto affascinante perché morbosamente depravato, che trascina Fred McMurray nella dannazione senza via di scampo della quale è fiera prigioniera. Dvd edito dalla Bim
Titolo originale: Double Indemnity
Anno: 1944
Durata:
Distribuzione: Bim distribuzione
Genere: Noir
Cast: Fred McMurray; Barbara Stanwyck; Edward G. Robinson; Porter Hall; Jean Heather
Regia: Billy Wilder
Formato DVD/Video: 1.33:1
Audio: inglese Dolby Digital 1.0; italiano Dolby Digital 1.0
Sottotitoli: italiano
Extra: selezione scene
IL FILM
Considerato uno degli esempi più alti e più rappresentativi del noir classico americano, la terza opera di Wilder, con una sceneggiatura firmata dal regista stesso e da Raymond Chandler, basata su La morte paga doppio di James M. Cain, è un film teso e serrato, completamente chiuso nel suo movimento circolare, dominato dall'impossibilità di evasione dallo spazio infernale in cui è circoscritto. La scelta narrativa è da subito tradotta nella negazione della fuga e nel rifiuto della redenzione per mezzo dello straordinario incipit, ripreso in maniera ancora più estrema in Viale del tramonto, che svela immediatamente l'inevitabile fine e proietta lo sguardo attraverso la confessione di un uomo-ombra, che si trascina nella morte del suo essere, abdicando alla remissione dei suoi peccati. Il fallimento di un individuo vinto dalla propria debolezza, intossicato dalla proiezione di un desiderio irraggiungibile e lo smarrimento dell'identità, cancellata dall'atto sessuale come veicolo di autodistruzione e dal piacere dell'atto criminale, che diventa impossibile imitazione della volontà divina, sono il marchio onnipresente che accompagna l'agente assicurativo Walter Neff (Fred McMurray) nella sua narrazione, la quale ripercorre la già annunciata caduta in un universo deviato e corrotto, retto dalla presenza ambigua e fatale di Phyllis Dietrichson. In un ruolo ed un'interpretazione ritenuti come il più riuscito esempio della "dark lady", Barbara Stanwyck è la presenza demoniaca ed imperturbabile caratterizzata da un magnetismo sessuale tanto affascinante perché morbosamente depravato, che, attraverso la morte intesa sia come l'omicidio del marito per intascare il premio assicurativo, sia come lo smarrimento nel gioco perverso della menzogna e del crimine, trascina Walter Neff nella dannazione della quale è fiera prigioniera. Al polo opposto, isolato in una sorta di ossessiva onestà e dotato di una visione onnisciente alla quale è impossibile sottrarsi, è situata la figura di Barton Keys (Edward G. Robinson), il collega che si occupa di scoprire le frodi ai danni dell'assicurazione ed unico amico del protagonista, che incarna un personaggio al limite tra la "coscienza" e l'ombra paterna dalla quale Neff, ormai perso nella sua debolezza, tenta inutilmente di fuggire. La visione wilderiana, professata sin dai titoli di testa, di un mondo retto dalle leggi dell'ambiguità, dove i corpi e le individualità perdono i loro confini e sono soggetti a sprofondare in una sorta di assenza, diventa esplicita quando Neff si spoglia delle sue sembianze, senza poi riuscire più a riappropriarsene, per mettere in scena il finto incidente della morte di Dietrichson. La sostituzione per mezzo del travestimento diventa anche assunzione dello stesso destino di morte e del ruolo di spettro senza più volontà plasmato dalle mani di Phyllis. La costruzione temporale de La fiamma del peccato, chiusa in un'opprimente circolarità che sottolinea l'impossibilità della speranza, è costituita da una serie di flashback attraverso i quali viene narrata la vicenda e che ridefiniscono la nozione del tempo confondendo e corrompendo continuamente l'attimo presente con l'intrusione del passato, che continua ad essere rivissuto dal protagonista in bilico tra il ricordo e l'incubo di una mente sconvolta dall'ineluttabilità della propria fine. L'elemento claustrofobico che costringe i personaggi all'interno di una prigione ideale è inoltre sottolineato dalla splendida fotografia di John Seitz, lo schermo diventa visione negata e dispersa nell'oscurità e allo stesso tempo moltiplicata dalla profondità di campo, la struttura visiva del racconto, è segnata dalla pressoché totale presenza della notte che diventa luogo dell'instabilità e della mancanza di regole, dove l'incedere dei corpi si traduce con il movimento inutile e disperato di ombre già perdute. La percezione sfuggente e "fuligginosa" della realtà in cui le forme sono confuse e trafitte dalle tenebre e dove sembra quasi palpabile la sporcizia e la degenerazione ma anche il loro fascino, viene rafforzata dalla costruzione impeccabile dei dialoghi, che nella loro costante e vorticosa ambiguità diventano una danza crudele di sesso e di morte.
IL DVD
L'edizione restaurata curata dalla Bim Classic de La fiamma del peccato è impeccabile nella cura del video, il bianco e nero di John Seitz è perfettamente leggibile e nitido, grazie alla perfetta definizione dell'immagine le atmosfere fortemente contrastate e i diversi piani di lettura suggeriti dalla profondità di campo sono godibili in tutta la loro bellezza. Due sono le tracce audio disponibili: inglese mono ed italiano mono. La versione originale, consigliabile per non perdere il fascino ambiguo ed allusivo dei dialoghi scritti da Wilder e da Chandler, è di buona qualità, la voce è sempre pulita e la splendida colonna sonora firmata da Miklos Rosza è udibile in tutta la sua potenza misteriosa e drammatica, la versione doppiata in italiano è invece piuttosto rovinata e piena di scrosci, sia i dialoghi che la colonna sonora risultano piatti e molto disturbati. I sottotitoli in italiano sono ben curati. Ad eccezione della suddivisione del film in 12 scene, i contenuti speciali sono purtroppo completamente assenti.