Titolo originale: Bluebeard

Anno: 1944

Durata: 77’

Distribuzione: Sinister Film

Genere: Noir

Cast: John Carradine, Jean Parker, Nils Asther, Ludwig Stössel, George Pembroke, Teala Loring

Regia: Edgar G. Ulmer

Formato DVD/video: 1.33:1

Audio: Inglese, italiano

Sottotitoli: Italiano

Extra: Selezione scene, documentario (12’)

 

 

 

Interessante rivedere questo noir d’antan, riassaporare quelle atmosfere e quei meccanismi oramai logori e datati, che oggi appaiono a tratti persino grossolani nella messa in scena e nella riproduzione filmica. Eppure, lo spettatore non può evitare di restarne coinvolto e di emozionarsi, considerando che dietro la macchina da presa c’è Edgar G. Ulmer e che il bianco e nero crea un mix affascinante con la fotografia di J. A. Feindel e le ambientazioni gotico-europee, tanto da venare sottilmente l’opera di espressionismo e ravvivarla con tecniche occhieggianti al cinema muto, come afferma il Morandini. Il regista girò questa pellicola nel periodo in cui godette della maggior libertà di produzione e realizzazione delle sue opere.

La trama, in breve: a Parigi, un burattinaio che un tempo era un apprezzato pittore, Gaston Morel (Carradine), si innamora di una modista, Lucille, con la quale instaurerà una relazione che però non potrà allontanarlo dal suo morboso e terribile segreto. Intanto, giovani e belle donne continuano a essere assassinate e gettate nella Senna, e un ispettore di polizia si immerge nelle indagini.

La convincente interpretazione di John Carradine (il suo personaggio è quello meglio riuscito) sfiora a volte una sorta di caricaturismo espressivo nelle scene di maggior tensione, caratterizzate dai primissimi piani sugli occhi strabuzzanti. Il montaggio, in quei punti, non aiuta la fluidità del girato, risultando fin troppo approssimativo soprattutto nelle scene più movimentate. Il finale, a ben pensarci, si rivela più aperto di quanto la sceneggiatura suggerisca.

 

 
 

La riedizione del film di Ulmer è appena discreta, indubbiamente impreziosita dal breve documentario presente nei contenuti speciali; la Sinister Film non sembra essere stata all’altezza di quanto fatto con L’invasione degli ultracorpi.

Il doppiaggio italiano risulta inadeguato, troppo neutro e monocorde, tanto da trasmettere solo lontanamente (e in qualche scena, per niente) la tensione delle atmosfere e delle scene clou. E’ senza dubbio consigliabile, dunque, gustarsi il film in lingua originale, facendosi aiutare dai sottotitoli italiani, senz’altro di miglior livello rispetto al doppiaggio, che in alcuni punti manca del tutto, sostituito dall’audio originale.

Il documentario a colori di dodici minuti inserito nei contenuti speciali, invece, è una vera chicca. Intitolato La follia di Ulmer, ospita la moglie del regista, che con voce rauca e cotonata acconciatura racconta le vicende che avevano preceduto la realizzazione del film. Non mancano le curiosità sul marito, sui suoi comportamenti sul set, ma soprattutto c’è un approfondito sguardo alla figura delle marionette, presente in video il creatore delle stesse (che all’epoca delle riprese aveva diciannove anni).