DVD – "La Foresta dei Dannati", di Johannes Roberts
Ecco un film talmente noioso che neanche quei dieciquindici minuti in cui Tom Savini strabuzza gli occhi e pronuncia trite frasi da svitato omicida riescono ad evitare che ci si distragga, pensando a Ghezzi, alle Foreste al Cinema, ad Angel Dark, a Freddie Francis, a cosa c'è per cena. Ma il dvd della Millennium Storm è davvero ineccepibile.
Titolo Originale:
Anno: 2006
Durata: 80 minuti
Distribuzione: Millennium Storm
Genere: Horror
Cast: Nicole Petty, Tom Savini, Shaun Hutson, Dan Van Husen
Formato DVD/video: 1.85:1 Anamorfico
Audio: DTS 5.1 Italiano, Dolby Digital 5.1 Italiano, Dolby Digital 2.0 Italiano, Dolby Digital 2.0 Inglese
Sottotitoli: Italiano
Extra: Speciale esclusivo "Tom Savini monster's maker", trailer
IL FILM
L'edizione in dvd messa in commercio dalla Millennium Storm di questo orribile film di Johannes Roberts (uno che molto probabilmente da solo ha deciso di meritarsi il nome sui titoli di testa…Johannes Roberts's Forest of the Damned…) ha un menu animato iniziale bellissimo. Mentre in sottofondo si odono urla mostruose e versi animaleschi raggelanti, nella parte sinistra dello schermo si alternano istantanee di questi seducenti angeli-cannibali decaduti come punizione divina sulla terra perchè preda del desiderio sessuale, ragazze completamente nude e imbrattate di sangue che si aggirano per questa foresta dei dannati alla ricerca di carne umana – e ovviamente con loro dovranno fare i conti i soliti cinque giovani in viaggio capitati in mezzo a questo incubo. Le immagini mutevoli di queste attrici senza veli con i denti da vampire tutti sporchi di liquido rosso, e con in mano le teste mozzate dei poveri malcapitati, che fanno la loro comparsa una dietro l'altra mentre il lettore dvd aspetta che venga premuto il tasto 'play' sul telecomando, fanno per un attimo tornare alla mente l'avventura capitata nel quinto numero al dimenticato Angel Dark, protagonista del formidabile fumetto omonimo che il sempre sia lodato Max Bunker creò e pubblicò senza troppo successo tra il 1990 e il 1991. Il giornalista dell'occulto se la vedeva in quell'albo, Caccia Feroce (settembre 1990), con una combriccola di miliardari con l'hobby della caccia all'uomo (tre anni prima di Senza Tregua di Woo/Raimi/Van Damme), che utilizzavano come segugi al posto dei cani al guinzaglio nude ragazze grondanti sangue votate al cannibalismo. La suggestione appena balenata predispone decisamente alla visione: premiamo play. Sui titoli di testa c'è la solita panoramica aerea della foresta dove si svolgerà il film, distesa verde di chiome di alberi viste dall'alto. La strabiliante parte centrale del King Kong di Peter Jackson ha probabilmente alterato per sempre la nostra percezione del Set-Foresta al cinema, luogo ancestrale e favolistico abitato da paure fantasiose, irrazionali, e primitive, "set in cui entrare, visione da temere e desiderare. La non-visibilità della foresta diventa il lato dominante dell'immagine. L'occhio è forcluso, quello del protagonista e il nostro, finchè il regista non è costretto all'elicottero o alla gru per farci vedere i suoi set circolari e godere la flagranza certificata del paesaggio" (Enrico Ghezzi, Il richiamo della foresta, ne Il Patalogo, 8-9, 1986 – dove "la foresta di Rambo II è forse la più sorprendente" – eppure Il ritorno dello Jedi…). E infatti dall'alto della visuale aerea Roberts plana nel bel mezzo della foresta di notte, dove la solita coppietta ignara si sta preparando a fare sesso nella spider di lui, e finisce allegramente sbranata davanti ai nostri occhi dal branco famelico delle nude cannibali – e purtroppo, più che a Peter Jackson, il regista di questo horror realizzato pochissimo tempo fa e immesso direttamente nel circuito dell'home video sembra voler prendere a modello molto più banalmente un altro 'film della foresta', il cult Blair Witch Project: e dunque via alle riprese col traballante effetto 'nightshot' dei dettagli dell'occhio orripilato e della bocca supplicante della povera bella in fuga tra gli alberi di notte ma alla fine sacrificata agli angeli indemoniati. E' un peccato che un regista inglese come Johannes Roberts, che ha già diretto un altro paio di film del genere, abbia un'idea così americana dell'horror-movie, evidente nei dialoghi della sua sceneggiatura copiaincollati da un qualunque teen-splatter d'oltreoceano d'infima serie (abbondano al solito riferimenti sessuali e sessisti – tette grosse, gay repressi ecc.), e nel terribile e frastornante montaggio videoclippato che accelera i momenti inutili ma rallenta in modo snervante quelli sbagliati (ogni inquadratura nelle scene di tensione dura forse 5 secondi di troppo…) – quando proprio la sua Gran Bretagna vanta una grande tradizione di cinema dell'orrore (
IL DVD