DVD – “La pecora nera”, di Ascanio Celestini

la pecora neraAscanio Celestini si riserva il ruolo di protagonista e contemporaneamente di presenza esterna alla narrazione per la trasposizione cinematografica di una delle sue opere teatrali più popolari e riuscite. Davanti alla macchina da presa però, l’uomo di teatro capace di generare in scena mondi straordinari e fiabeschi perde paradossalmente la capacità magica di rendere visibile (e vivo e palpabile) l’invisibile, e le immagini si fanno banale e superflua rappresentazione del testo recitato. Da Bim distribuzione
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Anno: 2010La pecora nera dvd
Durata: 93’
Distribuzione: BIM
Genere: drammatico
Cast: Ascanio Celestini, Luisa De Santis, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Barbara Valmorin, Nicola Rignanese, Luigi Fedele
Regia: Ascanio Celestini
Formato DVD/video: 1.85:1
Audio: italiano Dolby Digital 5.1; italiano stereo 2.0
Sottotitoli: italiano per non udenti
Extra: trailer; backstage
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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La pecora neraIL DVD
Un’ottima edizione quella proposta per il primo lungometraggio di finzione di Ascanio Celestini, presentato in concorso alla 67esima Mostra del Cinema di Venezia. La buona qualità dell’immagine esalta i forti contrasti della fotografia di Daniele Ciprì, mentre l’audio disponibile in due tracce in lingua italiana (DD 5.1 e 2.0, entrambe con sottotitoli opzionali per non udenti) restituisce la particolare qualità sonora del film, quasi privo di musiche e dominato dalla voce fuori campo di Celestini. Di rilievo la sezione dei contenuti extra che comprendono, oltre al trailer, un lungo backstage sulla realizzazione del film con interviste agli interpreti e al regista. Celestini si sofferma, tra le altre cose, sulla scelta delle location (dalla baraccopoli della periferia romana che fa da sfondo alle vicende del protagonista bambino al padiglione 18 dell’ospedale Santa Maria della Pietà, trovato al momento delle riprese in stato di totale abbandono) e spiega come l’approccio al tema trattato non nasca da una volontà di denuncia contro la condizione dei malati di mente nei manicomi quanto dalla prospettiva di giungere, muovendo da una biografia disgraziata (quella di Alberto Paolini, recluso per quarantadue anni), a una più ampia riflessione sulla pretesa delle istituzioni di porre linee di demarcazione invalicabili tra normali e non normali, pretesa di cui diviene allegoria esemplare la macchina perfetta dell’ospedale psichiatrico, con il suo ordine alienante che si riflette anche nello scenario del supermercato dove il protagonista fa la spesa, immaginato come un altro non-luogo ugualmente spersonalizzante.
 
 

 

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