DVD – "La Terra", di Aleksandr Dovzenko

Poeta dello schermo, cantore epico di un mondo contadino nazionale che mentre esaltava se stesso, preannunciava la sua stessa morte e trasfigurazione nella rivoluzione. "La Terra" è un capolavoro del muto inserito nel progetto "Kino in CCCP" della "Ermitage Cinema" che continua nella produzione della fondamentale cinematografia sovietica.

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Titolo originale: Zemlja
Anno: 1930
Durata: 69'
Distribuzione: Ermitage Cinema
Genere: Drammatico
Cast: Stepan Skurat, Semen Svasenko, Julija Solnceva, Petr Masocha, Elena Maksimova
Regia: Aleksandr Petrovic Dovženko
Formato DVD/Video: Full screen
Audio: Mono
Sottotitoli: italiano, inglese  
Extra: selezione scene; credits e racconto del film; parole del regista sul film; commenti critici sul film; biografia del regista; breve storia del cinema sovietico; riferimenti bibliografici; parole del poeta e scrittore Majakovskij

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IL FILM


 


Ucraina 1929, al tempo della collettivizzazione della terra, il giovane Vasil, animatore di una cooperativa (Kolkoz), vuole introdurre nuove tecniche per coltivare la terra e si scontra con i vecchi contadini legati alla tradizione. Il conflitto si fa sempre più aspro fino ad un tragico epilogo. La Terra rappresenta uno straordinario poema, capace di resistere nel tempo, nonostante all'epoca si sia attirato gli strali della critica più ortodossa, così come capitò ad un altro capolavoro che affrontava lo stesso tema, Il vecchio e il nuovo, di Ejzenštejn: testimonianza che il mondo e la natura siano preponderanti sull'elemento umano. Dovzenko è stato uno dei più grandi poeti dello schermo, cantore epico di un mondo contadino nazionale che mentre esaltava se stesso, preannunciava la sua stessa morte e trasfigurazione nella rivoluzione. Conosceva bene la poesia del suo tempo, da Chlebnikov a Pasternak, da Majakovskij a Esenin e prima che la restaurazione delle forme tornasse a dominare assistita da uno stato poliziesco, Dovzenko riuscì ad imporsi con quattro capolavori di ardita e ispirata libertà compositiva, sino a toccare il delirio immaginativo. Tra il 1929 e il 1935 ha realizzato: Arsenal, La Terra, Ivan, Aerograd. La terra, però probabilmente, è il più alto dei poemi religioso-rivoluzionari, che inizia con la serena morte di un vecchio nel mezzo di un frutteto e prosegue con le innovazione portate dalla rivoluzione e un giovane felice la cui danza notturna verso l'amore, panteistica e sublime, è rotta dalla pallottola sparatagli dal rivale, un contro-rivoluzionario contrario al progresso. Mai forse il cinema ha cantato con più euforico ed espansivo, ma dolce entusiasmo, l'amore della vita, il canto dell'uomo nella natura, l'illusione di una rottura storica, che apre a una nuova e diversa storia. È il canto della terra, che passa in tutte le canzoni dell'uomo, anche in quelle più tristi, e si ricompone nel grande canto rivoluzionario. Dovzenko, più di tutti gli altri grandi autori sovietici, ha il dono del fantastico e del fatato. Proprio quando si ha la sensazione che alcune scene (vedi, per esempio, le coppie immobili, sedute, in piedi o sdraiate) possano essere parti statiche o frammenti discontinui, il regista lascia che le stesse affondino in un tutto che da loro una profondità e un'estensione senza misura comune con i propri limiti. Cinema che "magicamente", attraverso l'insieme e i frammenti, ha il potere di parlare al di fuori del tempo e dello spazio reali. Non è infermo ma apportatore di movimento, dalle dimensioni smisurate (come la statura di giganti assunta dai contadini), partecipe al movimento della propria "rivoluzione", che attinge dal passato più lontano, quanto dal futuro profondo, come (un) essere leggendario di un'epoca favolosa.

IL DVD


 


Purtroppo, da sempre, i film di Dovzenko, soprattutto quelli citati nella recensione del film, rarissimamente li si vede in edizioni appropriate, per ovvi problemi tecnici e complicazioni di sorta. Questa volta, però, vanno fatti i complimenti alla "Ermitage Cinema" che già da qualche tempo è impegnata nella produzione dei massimi capolavori sovietici per la realizzazione di una collana prestigiosa intitolata "Kino in CCCP". Anche La Terra rientra naturalmente nel progetto che va soprattutto elogiato per l'impegno profuso e l'attenzione dedicata ad un periodo della cinematografia mondiale di assoluta importanza e bellezza. La qualità video, essendo un film in bianco e nero del 1930, risente ovviamente del tempo passato e soprattutto nei raccordi tra fotogrammi e sequenze si perde qualcosa. Per il resto, le immagini sono discretamente "pulite" e riportate ad un più che dignitoso valore estetico. L'audio, trattandosi di cinema muto, riguarda soltanto l'accompagnamento musicale, che non sempre, specie se il film è "letto" da un supporto non particolarmente efficiente e funzionale, riesce ad essere lineare e scorporato da ogni distorsione e "steccata". Le didascalie sono in lingua originale con doppio sottotitolo: l'italiano è in alto dello schermo, mentre l'inglese è in basso. Ci sono dodici capitoli, quindi dodici scene selezionabili. Ma la parte più interessante del prodotto è soprattutto quella dedicata ai contenuti speciali, ricca e assai stimolante. Si comincia con i credits del film e il racconto con sinossi di due pagine. Poi si passa a ben sei pagine dedicate al cinema del regista. Questo capitolo, intitolato "La natura secondo Dovzenko", contiene un'estrapolazione di commenti del critico Fernando Di Giammatteo. Non manca la biografia completa del regista e una cospicua ricostruzione storica del cinema sovietico formalista e del cinema sovietico in genere. In più, c'è un capitolo a parte dedicato ai riferimenti bibliografici utili per approfondire dal punto di vista teorico la conoscenza del cinema della CCCP. Per finire, ci sono alcune frasi lapidarie sul cinema del grande poeta e scrittore Majakovskij.

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