DVD – "L'imperatore del Nord", di Robert Aldrich

l'imperatore del nordL’imperatore del Nord è il cinema americano. E, sopra ogni cosa, è il cinema di Robert Aldrich. Non necessariamente il film più bello di un regista terribile e immenso. Ma senza dubbio l’espressione più compiuta di un’etica virile che riconosce nell’individuo quella scintilla di resistenza contro l’oppressione della società e dell’ordine costituito. E’ l’epica del loser, del drop out che oppone dignità, coraggio e fantasia alla miseria e alla cieca meccanica del potere. In DVD da Koch Media

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------
l'imperatore del nordTitolo originale: Emperor of the North Pole
Anno: 1973
Durata: 116’
Distribuzione: Koch Media
Genere: Avventura
Cast: Lee Marvin, Ernest Borgnine, Keith Carradine, Charles Tyner, Elisha Cook Jr, Malcolm Atterbury
Regia: Robert Aldrich
Formato DVD/video: 1.85:1 16/9
Audio: Dolby Digital 2.0 italiano, Dolby Digital 2.0 inglese
Sottotitoli: italiano
Extra: Booklet Filmaker’s Magazine L’ultimo apache di Hollywood (40 pp.); Commento audio dello storico del cinema Dana Polan; Trailers  
 

 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

IL FILM 
l'imperatore del nordA No.1 to Portland on the 19.
La sfida è lanciata, scritta a carbone sui serbatoi dell’acqua. E’ una sfida uomo contro uomo, all’altro, a quel rivale che è magnificamente uguale a noi, a quel nemico che noi stessi siamo, che ci domina dal profondo, nell’inverno del nostro scontento. Ma è anche la sfida a un sistema, a un ordine costruito su una stortura, germogliato sulla discriminazione e la sopraffazione. E a un tempo nuovo che cancella le tracce dell’umanità.
L’individuo e la società. Integrazione e ribellione. L’imperatore del Nord è l’ossessione di una nazione che si fa parabola. Mistero glorioso di accettazione e rifiuto, di amore e odio, rispetto e insofferenza.
L’imperatore del Nord è il cinema americano. E, sopra ogni cosa, è il cinema di Robert Aldrich. Non necessariamente il film più bello di un regista terribile e immenso. Ma senza dubbio l’espressione più compiuta di un’etica virile che riconosce nell’individuo quella scintilla di resistenza contro l’oppressione della società e dell’ordine costituito. E’ l’epica del loser, del drop out che oppone dignità, coraggio e fantasia alla miseria e alla cieca meccanica del potere. No.1 potrebbe anche perdere la sua lotta con Shack. Ma dal momento stesso in cui ha lanciato la sfida, ha già vinto (come potrebbe essere altrimenti, dato che la gloria è scritta nel nome?). E’ già saltato su un piano più alto, sul tetto del treno. L’orco Shack potrà buttarlo giù ogni volta. Ma prima o poi dovrà arrendersi, costretto nella sua divisa, in un’immobilità mostruosa. L’imperatore non possiede nulla, non ha divise. Ha solo la fiducia in se stesso e il rispetto della sua gente. E’ la libertà l’abito che indossa. E in nome di quella attraversa la terra da un oceano all’altro. No.1 è un’idea, come il Dillinger di Mann. Lo spettro della libertà. Il fuoco sacro della vita che passa oltre le macerie della depressione e le discariche della modernità. Un uomo contro il treno. Il martello, l’ascia, l’arma, il cavallo vapore. Lo spirito contro il ferro. Ma, oltre il simbolo, un uomo contro uomo. Nella materia densa dell’epica di Aldrich, quel che conta è il corpo a corpo. Aldilà di ogni facile manicheismo, aldilà di ogni prospettiva rivoluzionaria e messianica, No.1 e Shack sono due uomini che mettono in campo l’anima e le palle. Titani di un tempo andato, che difendono la loro idea e il loro mondo. E, magnificamente irriverenti, si fanno beffe dei nani e dei vigliacchi, dei tacchini che abbaiano, dei ragazzini senza spina dorsale. La lotta dei titani è un mito, un rito religioso. Allelujah brother. Ricordalo sempre. Il talento e la sfrontatezza non sono nulla. Nella vita e nel cinema. Per essere i numeri uno, serve il cuore.   
 
l'imperatore del nordIL DVD
L’imperatore del Nord è pubblicato dalla Koch Media, in collaborazione con Filmaker’s Magazine, che per l’occasione ha curato un booklet speciale dal titolo L’ultimo apache di Hollywood. Un libretto di quaranta pagine, in cui i redattori della rivista diretta da Luigi Sardiello ricostruiscono la figura di Aldrich e ripercorrono le tappe salienti del suo cinema nel contesto della produzione hollywoodiana. Un regista scomodo, ruvido e indipendente, che per un trentennio ha sfidato, più o meno apertamente, un apparato rigorosamente ancorato a regole e a schemi intoccabili, un sistema produttivo deciso a sacrificare la libertà dell’ispirazione e dell’espressione sull’altare del danaro. Ne L’ultimo apache di Hollywood (titolo che richiama il primo magnifico e dolente western di Aldrich), gli interventi critici dei redattori si alternano alle testimonianze e alle interviste, per lo più riprese da Filmmakers & Aldrich, il volume curato da Giulia D’Agnolo Vallan in occasione della memorabile retrospettiva dedicata al regista dal Torino Film Festival nel 2006. Riguardo al DVD, va subito sottolineato che il packaging cartonato, pur graficamente elegante, non appare del tutto ‘sicuro’. Sulle immagini non molto da dire. Certo l’assenza di un lavoro di restauro si fa sentire, eppure i quadri si presentano piuttosto nitidi e i colori appaiono brillanti. La fotografia molto luminosa e ‘diurna’ di Joseph Biroc di per sé non dà risalto ai chiaroscuri. In ogni caso, la profondità dei neri è buone e, anche nelle scene più movimentate, non si avvertono imperfezioni ed effetti scia. Tre le tracce audio: inglese, italiano e tedesco. Sia la traccia originale che quelle doppiate sono in Dolby Digital 2.0 (con flusso dati a 192 kbps) e non presentano rilevanti differenze. Tutte sono di qualità media, un po’ ovattate, specialmente per quanto riguarda i rumori di fondo, ma in ogni caso adeguate alla gamma sonora del film. Opzionabili i sottotitoli in tedesco e in italiano. A tal proposito va segnalato, oltre qualche errore di troppo, una scelta grafica che, a volte, penalizza le inquadrature. I contenuti extra si aprono con un commento di Dana Polan, professore della New York University, che accompagna il film con le sue riflessioni. L’audio è in inglese senza sottotitoli. Segue il making of dell’epoca (6’52”), anche questo in inglese senza sottotitoli. Per concludere una serie di trailer (due in inglese e uno in tedesco), due teaser originali e una galleria fotografica. In definitiva una buona edizione, da rivedere solo in alcuni dettagli.           
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array