DVD – "L'isola degli uomini pesce", di Sergio Martino

La NoShame edita un’ottima edizione de "L’isola degli uomini pesce" di Sergio Martino, regista eclettico, culto per molti cinefili. Oltre al film la confezione contiene un imprescindibile extra con la testimonianza diretta dei protagonisti del cinema di quegli anni

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Regia: Sergio Martino

Soggetto: Cesare Frugoni, Luciano Martino,

Sceneggiatura: Sergio Martino, Cesare Frugoni, Sergio Donati

Fotografia: Giancarlo Ferrando, Villi Knudson

Scenografia: Massimo Antonello Geleng

Montaggio: Eugenio Alabiso

Produzione: Luciano Martino per Dania Film, Medusa Distribuzione

Musiche: Luciano Michelini

Interpreti: Claudio Cassinelli, Barbara Bach, Richard Jonhnson, Joseph Cotten, Beryl Cunningham

Durata: 100’

Origine: Italia, 1979

Distribuzione: NoShame Italia

Formato video: 2.35:1

Audio: italiano Dolby Digital 5.1; italiano mono Dolby Digital; inglese mono Dolby Digital

Sottotitoli: italiano

Extra: documentario “Acque profonde”; trailer; photo gallery

 

IL FILM

L’isola degli uomini pesce è il secondo capitolo dopo La montagna del dio cannibale e prima di Il fiume del grande caimano della trilogia tutta di genere avventuroso horror nel cinema di Sergio Martino. Cineasta eclettico al quale non interessa certo il discorso autoriale in senso stretto, ma soprattutto lavorare con ogni mezzo possibile, e spesso con budget limitati, in set lontani, più o meno esotici (in questo caso la Sardegna) per ottenere risultati apprezzabili dal punto di vista dell’immaginazione. L’isola degli uomini pesce, ambientata nel 1891, fonde il racconto fantascientifico alla Jules Verne e H. G. Wells con le pulsioni orrifiche arcane di Lovecraft, aggiungendo quel pizzico di mitologia, laddove recupera la leggenda del continente perduto di Atlantide. Non fu certo un caso che la versione americana venne sponsorizzata a suo tempo da Roger Corman che per distribuirlo con la sua New World pensò di rimontare il film aggiungendo qualche scena più cruenta con altri attori (Mel Ferrer, Cameron Mitchell) intitolandolo Screamers. Rispetto a La montagna del dio cannibale e Il fiume del grande caimano, L’isola degli uomini pesce è praticamente un film per ragazzi. Mancano quasi completamente scene splatter: l’unica è quella della gallina squartata – non sappiamo se realmente o solo simulata – che farebbe inorridire chiunque e non esclusivamente gli animalisti. Ma erano altri tempi. Allora si badava più al coinvolgimento superficiale dello spettatore. E questa splendida leggerezza rende sterili le critiche contro una sceneggiatura debole, quasi abbozzata. Più che altro la scrittura accompagna senza tante pause lo spettatore verso la consapevolezza di un abisso, di un’apocalisse, che si ripete in luoghi diversi. L’isola è una perfetta metafora del mondo, le razze diverse che lo popolano si odiano e si combattono nella Storia, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie. Infine il continente di Atlantide è sprofondato e la vicenda dell’estinzione diventa una sorta di maledizione inevitabile. L’isola degli uomini pesce è una delle tante variazioni sulla figura del diverso e della diversità, dell’orrore e della paura, insiti nel cuore dell’uomo, che cercano sempre nuove vittime da torturare o sfruttare con l’alibi del progresso o semplicemente per l’infinità avidità d’oro e denaro. Per questo L’isola degli uomini pesce rispetto agli altri due film della trilogia è caratterizzato ancora più esplicitamente dai conflitti uomo natura, uomo contro uomo, laddove alla fine il vulcano s’infuria ed esplode per distruggere tutto. La natura umana rivela un conflitto intimo e pervicace, che si rinnova nel corso dei secoli. E la Storia dal diciannovesimo secolo in poi dimostra che l’uomo è disposto ad usare la tecnologia contro se stesso, pur di sognare l’onnipotenza e perfino l’immortalità. Basti considerare nel prologo il conflitto aperto tra il tenente Cassinelli e i prigionieri che tentano di farsi fuori l’un l’altro e poi la solita lotta tra bene e male laddove il cattivo di turno è uno scienziato pazzo sulla falsariga del dottor Moreau nel film L’isola del Dottor Moreau di Don Taylor.



Il DVD.
Buona qualità video con colori vivaci, luminosità e contrasto discreti, in difficoltà nelle scene buie e nei piani meno ravvicinati. Il formato 2.35:1 è perfettamente adattato nel 16/9 senza particolari sofferenze e perdite di dettagli. L’audio è nitido. La versione in inglese, nonostante il canale mono, mostra maggiore autenticità, rispetto al missaggio dolby digital 5.1 della traccia italiana, adombrata dal doppiaggio. Tra gli extra si distingue l’eccellente documentario di circa sessanta minuti, “Acque profonde”, diretto da Riccardo Trombetta contenente una serie di lunghe interviste al cast tecnico: il produttore Luciano Martino, il regista Sergio Martino e lo scenografo Massimo Antonello Geleng. Incredibile la disponibilità di quest’ultimo, il quale descrive nei particolari tutta la creazione delle scene, come la ricostruzione della casa sull’isola e poi la realizzazione degli uomini pesce, particolarmente faticosa, anche per le numerose scene subacquee: i costumi dovevano nascondere i respiratori e consentire una sufficiente visione ai sub in azione. Il documentario “Acque profonde”, grazie alla quantità di notizie fornite dagli stessi protagonisti, costituisce un notevolissimo saggio sulle caratteristiche produttive del cinema italiano negli anni settanta e non soltanto su L’isola degli uomini pesce. Davvero imprescindibile. Completano gli extra un’esigua galleria fotografica ed il trailer.

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