DVD – "L'Ultima Frontiera", di Anthony Mann

Definito dallo stesso regista "un petardo bagnato" per vari motivi legati anche alle imposizioni produttive della Columbia, "L'Ultima Frontiera" resta un gioiello di raffinata bellezza, lezione esemplare di uso espressivo degli spazi. Con Mann il western raggiunge quella durezza austera e magnifica. Distribuito dalla Sony.

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TITOLO ORIGINALE: The Last Frontier
REGIA: Anthony Mann

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ORIGINE: USA, 1955
INTERPRETI: Anna Bancroft, Guy Madison, Victor Mature, Robert Preston


DURATA: 94'
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Home Entarteinment
FORMATO VIDEO: Wide Screen
AUDIO: Dolby Digital Mono
SOTTOTITOLI: inglese per non udenti, italiano, francese, portoghese, olandese, arabo
EXTRA: selezione scene (12), selezione lingua (inglese, francese, italiano)

IL FILM


 


Definito dallo stesso regista "un petardo bagnato" per vari motivi legati anche alle imposizioni produttive della Columbia, L'Ultima Frontiera resta un gioiello di raffinata bellezza, lezione esemplare di uso espressivo degli spazi. Quando la guerra civile è ormai finita, un colonnello "pazzo" (Robert Preston), esiliato alla frontiera per aver causato la morte di 1500 uomini, vorrebbe riscattarsi conducendo i suoi soldati in una missione suicida. L'unico che potrebbe fermarlo è un cacciatore di pelli di nome Jed (Victor Mature). L'uomo però è innamorato della moglie del colonnello e deve scegliere se permettere un massacro oppure disfarsi del rivale in amore…   


Pur ammettendo che non si tratta probabilmente della migliore opera, non va certo dimenticato che comunque Anthony Mann (con Budd Boetticher) porta il genere western a una durezza austera e magnifica.


Il western di Mann non è solo immagine-azione ma anche immagine-percezione quasi pura: è un cinema del visibile e dell'invisibile in cui l'eroe è spinto ad agire solo perché vede per primo. È un cinema trionfante perché Mann impone all'azione l'intervallo o quell'attimo di ritardo che gli permettono di vedere tutto.


Il neo-western è debitore al grande "respiro" di Hawks, ma va in un'altra direzione: sul grande schermo regna l'ellisse che sostituisce la "grande forma" della spirale e le sue proiezioni. Al grande scarto che esiste solo per essere colmato, alla legge globale, si contrappone una legge del piccolo scarto, differenziale: su quella piccola differenza Mann scava per suscitare situazioni opponibili e molto distanti tra loro. Gli indiani non appaiono più in cima alla collina, stagliandosi contro il cielo, ma sorgono dall'erba alta, (vedi la prima scena del film) da cui prima non si distinguevano. Inseguire ed essere inseguiti, essere bianco o indiano, la differenza si assottiglia e l'azione non è mai determinata da e in una situazione preliminare; al contrario, è la situazione che scaturisce man mano dall'azione. Boetticher diceva che i suoi personaggi non si definiscono a partire da una "causa", ma da ciò che fanno per difenderla. Godard in Mann ha trovato l'autore che scopre e precisa contemporaneamente, a differenza del western classico in cui la regia prima scopre e poi precisa. Anthony Mann ha il respiro più corto di Hawks, segna un cammino più breve che non è una linea diritta: il suo cinema è mistico come la Via Crucis, unisce ogni tappa ognuna con il peso della propria indipendenza, ognuna è l'istante critico eterogeneo affilato sino all'estrema punta di se stesso, sino all'ultima frontiera dello spazio. La durezza austera e magnifica splende proprio quando ti accorgi che in questo cinema mancano gli intermediari tra le sequenze: come una corda a nodi che si torce ad ogni azione, in uno spazio che non è solo ambientale, ma esprime distanze temporali che mai con un solo abbraccio conterranno l'immenso contorno dell'universo.

IL DVD


 


L'happy end imposto dalla casa di produzione e un Victor Mature (il cacciatore di pelli, Jed) non in grandissima forma (pare che durante le riprese abbia avuto problemi di salute) certo non compromettono la grandezza di un autore spesso dimenticato e sottovalutato. In più, anche se questo DVD non presenta particolari sorprese ed extra, la Sony Pictures ha comunque curato un'ottima edizione, in cui è possibile apprezzare in formato "wide screen" il magico cinemascope di cui Anthony Mann è stato uno dei pionieri. Si possono selezionare 12 scene del film e ben tre lingue: italiano, francese e inglese. I sottotitoli sono in dieci lingue: oltre all'inglese per i non udenti, il film si può "leggere" in italiano, francese, portoghese, olandese, greco, arabo, croato, bulgaro, turco. Buono anche l'audio Dolby Digital Mono.


 


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