DVD – "L'uomo Del sud", di Jean Renoir

Considerato da una larghissima parte della critica il migliore dei 5 film americani di Renoir, questa pellicola del 1946 aggiorna il tradizionale trasporto umanitario del regista francese attraverso uno sguardo che si fa insolitamente laico, quasi fiducioso e riappacificato. Distribuisce Hermitage

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Titolo originale: The Southerner

Anno: 1946

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Durata: 91'


Distribuzione: Ermitage


Genere: Drammatico


Cast: J. Carroll Naish, Zachary Scott, Betty Field, Beulah Bondi


Regia: Jean Renoir


Formato DVD/video: Full Screen


Audio: Italiano Dolby Digital 1.0, Inglese Dolby Digital 1.0


Sottotitoli: Italiano NU


Extra: Renoir: Biografia, filmografia, curiosità – Il mestiere di regista – Il realismo poetico


 

IL FILM


 


Pellicola ambientata nello sconsolato e arso sud degli Stati Uniti, calda terra assopita nel tempo. La sceneggiatura (scritta a 4 mani da William Faulkner e lo stesso Renoir) fonde insieme efficaci sentimentalismi e residui di retorica populista per raccontare l'eroismo quotidiano – e la cocciutaggine contadina – che sostengono un uomo e la sua famiglia in un coraggioso tentativo di riscatto: abbandonato il loro status di coltivatori stipendiati intraprendono la difficile via della proprietà terriera.


Dovranno vedersela con una natura che nel film ingaggia con l'uomo una battaglia durissima e spietata. Una natura minacciosa e dominante che, tuttavia, le inquadrature sembrano costantemente ridimensionare, riportando ogni volta la figura umana al centro del quadro. 


Considerato da una larghissima parte della critica il migliore dei 5 film americani di Renoir, questa pellicola del 1946 aggiorna il tradizionale trasporto umanitario del regista francese attraverso uno sguardo che si fa insolitamente laico, quasi fiducioso e riappacificato.


Sembra lontano il tempo delle solidarietà di classe e delle grandi utopie comunitarie: a dispetto di uno svanito spirito socialista i contadini del film si ostacolano, si invidiano, si prendono a pugni. L'altro diviene semplice motivo di rivalità e scontro, un problema in più sulla via della sopravvivenza immediata e del benessere sognato.


Il film di Renoir sembra hollywoodianamente alleggerirsi, librarsi definitivamente rinunciando alla zavorra del carico ideologico che caratterizzò il suo cinema precedente. A sostenere la consueta rappresentazione solidale di un'umanità affaticata interviene qui un trasporto diverso – paradossalmente e inconfessabilmente borghese – che trasmette sprazzi di cauto ottimismo per le sorti dell'azione individuale, con in più una mezza vena di speranza concessa a denti stretti.


La trasposizione del romanzo di George Session Perry  "Hold Autumn in Your Hand" segna in qualche modo un passaggio cruciale all'interno di una lunga filmografia. Uno scatto in avanti che – salutando definitivamente alcuni dei grandi temi sociali cari al regista francese – condurrà all'ultima fase della sua produzione: una serie di titoli lontana dall'impegno civile de La Cagna o La Grande Illusione  ed indirizzata verso un più distaccato edonismo autoriale dal respiro ormai rassegnato e contemplativo.  

IL DVD


 


Il dvd firmato Ermitage conserva – con un'interessante scelta estetica – forme e consistenza di un cinema d'altri tempi: tanto nelle soluzioni grafiche del Menu che nella resa video della pellicola resistono segni di un passato lontano e di remoti impianti visivi.


Innanzitutto il biancoenero del film avvolge tutte le pagine del menù: i tasti delle diverse sezioni – caratteri antichi disposti con semplicità geometrica –  si stagliano su fotogrammi sbiaditi,  su immagini in lento movimento e linee sfumate. In sottofondo scorre il rombante tema del film.


La stessa sezione dedicata agli Extra – comunque abbastanza ricca – risulta costruita con criteri anacronistici: soltanto testo, nessuna immagine.


Pagine su pagine scritte fittissime che – oltre ad elencare i credits – descrivono il  complicato passaggio dal racconto al film, riassumono la carriera di Renoir e approfondiscono gli aspetti legati alla sua adesione stilistica al "Realismo poetico".


Da segnalare però la scarsa "navigabilità" del tutto: il passaggio da una pagina all'altra si fa spesso difficoltoso per via di improvvisi vuoti grafici e scarsi indicatori di direzione. A sopperire a queste lacune disorientanti interviene un provvidenziale e atipico tasto "Help" che spiega come muoversi in tutta sicurezza all'interno del box.


La pellicola restaurata, infine, porta sfortunatamente su di sè i segni del restauro: leggerissimi fuori fuoco, i fruscii dell'audio e un parziale "schiacciamento" della luce sono imperfezioni tutto sommato trascurabili per una politica di riscoperta cinefila tutt'oggi rara, impegnativa e indiscutibilmente apprezzabile. 

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