DVD – "Macbeth", di Geoffrey Wright

Macbeth copertina DVDDella sfilza di aggettivi (ne ricordiamo alcuni: moderno, psichedelico, adrenalinico, pulp, erotico) che sono stati associati a questo film, “coraggioso” e soprattutto “originale” ci sembrano i meno appropriati. La Delta Pictures presenta un’edizione DVD convincente sotto il punto di vista tecnico, ma con contenuti speciali non sottotitolati

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Macbeth copertina DVDTitolo originale: id.
Anno: 2006
Durata: 105'
Distribuzione: Delta Pictures, Medusa Home Entertainment
Genere: Drammatico
Cast: Chloe Armstrong, Kate Bell, Miranda Nation, Sam Worthington, Victoria Hill, Steve Bastoni, Lachy Hulme, Bob Franklin, Lance Anderson, Simon Scott, Matt Doran, Damian Walshe-Howling, Jonny Pasvolsky, Nash Edgerton
Regia: Geoffrey Wright
Formato DVD/video: 1,78:1
Audio: Italiano Dolby Digital 5.1, Italiano Dolby Digital 2.0, Inglese Dilby Digital 5.1
Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti
Extra: Interviste, trailer, galleria fotografica, altri trailer Delta Pictures
 

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IL FILM
C’è chi, scrivendo del Macbeth di Geoffrey Wright, ha parlato di coraggio e originalità. Della sfilza di aggettivi (ne ricordiamo alcuni: moderno, psichedelico, adrenalinico, pulp, erotico) che sono stati associati a questo film, probabilmente per cercare un qualche salvataggio commerciale, “coraggioso” e soprattutto “originale” ci sembrano i meno appropriati. Di coraggioso c’è l’aver deciso di affrontare una tragedia considerata dagli addetti ai lavori innominabile: pronunciare il nome Macbeth dentro un teatro (e di riflesso al cinema) è macbethconsiderato un atto capace di trasformare qualsiasi spettacolo in un fiasco, tanto che gli attori spesso fanno riferimento ad essa come “tragedia scozzese” piuttosto che con il suo nome. Il coraggio di Wright comunque viene notevolmente ridimensionato dai precedenti di Orson Welles e Roman Polanski.
Chi ha parlato di originalità faceva forse riferimento al miscuglio di antico e moderno, cultura alta e bassa? Qualche anno fa un altro regista australiano aveva osato adattare un dramma scespiriano ai giorni nostri, spostando l’ambientazione dalla Verona italiana alla Verona Beach americana e facendo dare le notizie al telegiornale in pentametri giambici. Baz Luhrmann mescolava con intelligenza tutto e il contrario di tutto, All you need is love con Diamonds are the girl’s best friends, il musical hollywoodiano con l’opera lirica, i primi film fantastici di Méliès con la cultura dei rave, per affermare ciò che più gli stava a cuore, ovvero la possibilità di agire in totale libertà (creativa). Wright, invece, sembra guardare, con una certa presunzione, solamente al suo cinema precedente, interessato ad isolare e a contaminare i due elementi tematici che lo hanno più contraddistinto: la violenza che aveva raccontato in Skinheads e l’erotismo di Cherry Falls (per reagire alle violenze di un serial killer che colpiva le ragazza vergini, gli studenti organizzavano delle feste per perdere la verginità). Se la violenza è raccontata in tutta la sua ferocia (l’accanirsi di Macbeth sul corpo di Duncan), all’erotismo è concessa solo un’apparizione per quanto significativa (le streghe predicono il terribile destino di Macbeth nel mezzo dell’amplesso). É un vero peccato che Wright sia rimasto intrappolato all’interno di un gioco esclusivamente appassionato al cinema recente (le ambientazioni aristocratiche ricordano Underworld, i toni pulp fanno riferimento ad un target teen come può essere la saga di Twilight) e prima di tutto proprio, perché il prologo ci era sembrato una sorta di dichiarazione d’intenti, ragionata e complessa, che ci avrebbe certamente interessato se proseguita nel corso del film: le tre streghe che deturpano le statue di un cimitero, ficcando i cacciavite negli occhi di marmo, rappresentano il nuovo (il cinema) che rifiuta, rovina, cancella il vecchio (il teatro).





macbethIL DVD
La Delta Pictures, certamente favorita dal recente anno di produzione del film, presenta un’edizione DVD convincente sotto il punto di vista tecnico: il quadro è quasi sempre (soffre appena con i neri e i rossi molto saturi) compatto e acceso, permette in questo modo di godere al meglio dei momenti concitati fatti di panoramiche a schiaffo e macchina a mano e della lussuriosa fotografia; molto buono anche l’audio (disponibile nella versione originale in 5.1 e in quella italiana in 2.0 e 5.1), anche se non sempre i livelli di musica e dialoghi vanno d’amore e d’accordo.
Così com’è stato per il reparto tecnico, la recente età del film avrebbe dovuto favorire anche il reperimento di extra più cospicui. In effetti, ad affiancare il trailer del film, altri trailer della Delta e la galleria fotografica, c’è una lunga intervista (una trentina di minuti) a regista ed attori. Peccato però che non sia sottotitolata.
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