DVD – "Matango", di Ishiro Honda

Grande classico giapponese sul tema della mutazione, visionario nella messinscena e pessimista nel descrivere le regole che sorreggono la società contemporanea. Distribuisce la Passworld

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MATANGO

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(id.)


Regia: Ishiro Honda


Soggetto: dal racconto "La voce nella notte" di William Hope Hodgson


Sceneggiatura: Takeshi Kimura


Produzione: Tomoyuki Tanaka per Toho Eiga


Interpreti: Akira Kubo, Kenji Sahara, Kumi Mizuno,  Akira Kubo, Kenji Sahara, Kumi Mizuno, Yoshio Tsuchiya, Hiroshi Koizumi, Miki Yashiro, Hiroshi Tachikawa


Musiche: Akira Ifukube


Regia effetti speciali: Eiji Tsuburaya


Durata: 89'


Origine: Giappone, 1963


Distribuzione: Passworld/Eagle


Genere: Fantascienza


Formato DVD/video: widescreen 2.35:1 (16/9)


Audio: Dolby Digital 5.1 e mono 1.0 in italiano; giapponese mono


Sottotitoli: italiano (selezionabili solo dal menù e obbligatori sul giapponese)


Extra: Galleria fotografica; Manifesto giapponese; Trailer originale giapponese; Galleria Trailer Toho (Il re dei mostri, Ghidora il mostro a tre teste, Watang! Nel favoloso impero dei mostri, Dogora, L'invasione degli astromostri, Il ritorno di Godzilla, Il figlio di Godzilla, Gli eredi di King Kong, Atom il mostro della galassia, Godzilla furia di mostri, Godzilla contro i giganti, Godzilla contro Megalon, Godzilla contro i robot, Distruggete Kong la Terra è in pericolo, Guerra spaziale); Poster da collezione


 

IL FILM


Da sempre il tema della mutazione riveste un'importanza seminale all'interno del cinema fantastico giapponese, anche se Ishiro Honda (che del genere è uno dei padri) nei suoi film ha sempre preferito riflettere sulle conseguenze del cambiamento, piuttosto che sulla fase della metamorfosi vera e propria. Matango può dunque essere considerata la riflessione più compiuta che l'autore abbia mai realizzato sul tema, in anticipo sui tempi (nonostante la fonte sia un racconto del 1907) poiché già capace di riflettere sulla mutazione intesa non soltanto come cambiamento fisico, ma come alterazione del pensiero e della percezione dell'uomo rispetto al suo tempo e alle regole che guidano la società. Il gruppo di naufraghi intorno al quale ruota la storia riproduce infatti una micro-comunità di intellettuali e imprenditori, fautori del nuovo ordine a capo del Giappone nel periodo del boom economico, e i cui rapporti si rivelano basati sulla reciproca sopraffazione e su sentimenti negativi che in alcuni casi sono espressi in modo palese, in altri invece stazionano a un livello potenziale: in ogni caso non c'è spazio per la solidarietà umana nello spietato ritratto che Honda fornisce dei suoi protagonisti. I nobili intenti di un progresso che dovrebbe condurre a un'elevazione dell'essere umano si traducono infatti in una sostanziale degradazione dell'animo e, di conseguenza, anche del corpo. Nel trasporre in immagini questo concetto, Honda orchestra un intelligente gioco di mimesi con lo spazio dell'isola e della nave-rifugio: le sagome dei protagonisti e dei mostri si confondono e compaiono improvvise nel fitto della vegetazione o tra i corridoi che separano i compartimenti, assumendo un'aura spettrale che amplifica il senso di paranoia e di diffidenza reciproca già latente tra gli uomini.

Lo scenario avvolto dalla nebbia peraltro asseconda la confusione e favorisce l'inattesa comparsa di elementi che talvolta si rivelano mere allucinazioni (la nave che per poco non investe lo yacht dei protagonisti), mentre in altri casi preludono alla minaccia reale. Visto da molti come un attacco proibizionista contro le sostanze allucinogene (il Matango come metafora del peyote), il film è invece un saggio sul desiderio di fuga dalla realtà che produce una ricaduta nei mali tipici della società governata dagli uomini (le allucinazioni provocate dai funghi non a caso riportano alla mente gli scenari urbani). Il valore aggiunto è però dato dal senso del meraviglioso (sebbene in chiave oscura) che lo scenario dell'isola istilla nello spettatore e che la rende per questo motivo maggiormente meritevole di considerazione rispetto al contesto urbano che nel finale viene immancabilmente messo alla berlina: il pensiero del regista è affine a quello di un Mario Bava più disperato, perché la fantasia diviene al contempo l'elemento rivelatore delle falsità sui cui poggia il reale, ma anche il segno di una resa ormai inevitabile di fronte alla degradazione dell'animo perpetrata dalla modernità.


La fusione degli elementi produce dunque un risultato che nella filmografia di Honda è pari soltanto a quello raggiunto dal primo Godzilla e rende Matango meritevole di un posto tra gli autentici classici della fantascienza. Un film visivamente ricercato nei suoi movimenti di macchina, di grande impatto nella fiabesca fotografia di Hajime Koizumi, negli ottimi effetti speciali di Eiji Tsuburaya e nel suono che crea un'atmosfera allucinata. Tutto questo senza dimenticare la buona prova fornita dal cast, dove svettano i veterani Akira Kubo, Kenji Sahara e Kumi Mizuno.


 

IL DVD


Collaterale alla collana dei mostri giapponesi, il film di Ishiro Honda esce per la Passworld, che per l'occasione recupera meritoriamente il titolo originale sacrificando il più dozzinale "Matango il mostro" con il quale la pellicola era sempre circolata in Italia. Ricordiamo a tal proposito la vecchia videocassetta della Cecchi Gori, senza dimenticare i numerosi passaggi televisivi su Fuoriorario. La grafica d'insieme è dunque autonoma rispetto alle altre uscite che la casa romana ha dedicato ai classici della Toho, e i menù propongono delle schermate fisse: il master video propone il film nel corretto formato TohoScope 2.35:1 e una resa video che rispetta i cromatismi della fotografia e non presenta danni che possano rovinare la visione. L'audio italiano è anche di buon livello, sia nella traccia originale mono che in quella rielaborata in 5.1, e si affianca al giapponese. La sezione degli extra comprende una galleria fotografica con 16 scatti e il poster originale, riprodotto anche nella copia da collezione presente nell'amaray. Il trailer è quello d'epoca e se ne sconsiglia la visione prima del film poiché vengono mostrati alcuni suggestivi scorci del visionario finale. Una piccola novità rispetto alle uscite precedenti è invece la presenza di una nutrita gallery di trailer dedicata alle opere della Toho: 15 titoli che comprendono quasi tutti i capitoli della prima serie di Godzilla e altri lavori. Interessante poiché nel mucchio compaiono non soltanto alcuni film non ancora distribuiti in DVD dalla Passworld (come Il re dei mostri, Il figlio di Godzilla e Godzilla furia di mostri), ma anche il quarto film della saga, tuttora inedito in Italia e per l'occasione ribattezzato Ghidorah il mostro a tre teste (in originale "San Daikaiju Chikyu Saidai no Kessen", del 1964). Un'aggiunta che lascia presagire un'uscita futura italiana, a testimonianza di una meritoria volontà di coprire interamente un periodo poco considerato del fantasy. A margine va sottolineata anche la presenza del trailer de L'invasione degli astromostri, che mancava nel DVD del film e che ora finalmente è restituito agli appassionati.


 


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