DVD – “Minnesota Clay”, di Sergio Corbucci

A guardare Minnesota Clay sembra di avere a che fare con un vecchio western di Boetticher o di Davis, con l’italiano Corbucci alla regia e Cameron Mitchell al posto di Glenn Ford. Il DVD di 01 Distribution è decisamente povero, con la sola lingua italiana, senza sottotitoli e senza alcun extra
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Anno: 1964
Durata:
84'
Distribuzione:
01 Distribution
Genere:
Western
Cast:
Cameron Mitchell, Georges Rivière, Ethel Rojo, Diana Martín, Antonio Roso, Fernando Sancho, Antonio Casas, Gino Pernice
Regia: Sergio Corbucci
Formato DVD/video:
1,33:1
Audio:
2.0 Stereo Dolby Digital: Italiano
Sottotitoli:
Extra:
 

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IL FILM

A guardare Minnesota Clay sembra di avere a che fare con un vecchio western di Budd Boetticher o di Delmer Davis, con l’italiano Corbucci alla regia (il primo a firmarsi col suo nome invece che con uno pseudonimo) e Cameron Mitchell al posto di Glenn Ford. Non sorprende allora che qualche anno fa, quando Venezia abbracciò la mania per il cinema italiano di serie B e in particolare per gli spaghetti western, l’ospite d’onore Quentin Tarantino incluse Minnesota Clay nella lista dei suoi western italiani preferiti e lo presentò con queste parole: «Per me Minnesota Clay è uno dei migliori esempi, perché rientra perfettamente nel tipo di western alla “Glenn Ford + Delmer Davis”. Anzi avrebbe potuto benissimo funzionare come un “film-veicolo” per Glenn Ford, fosse arrivato cinque o sei anni prima. Quello che dico ha un grande peso critico […] perché dichiarare che un film è degno del western dell’accoppiata Ford-Davis significa parlare del miglior western in assoluto degli anni Cinquanta, a mio giudizio».
minnesota clay_cameron mitchellNello stesso anno, con il suo Per un pugno di dollari, Sergio Leone avrebbe sovvertito il genere gettando le basi per lo spaghetti western che nel giro di pochi anni, e proprio con Sergio Corbucci in prima linea, si sarebbe fatto violento, civile, politico. Ma Corbucci non sentiva ancora l’urgenza di scuotere gli spettatori, di stravolgere il genere, fino ad allora esclusiva del cinema americano, anzi forse si accontentava di raccontare semplicemente storie, molto probabilmente, al suo secondo tentativo dopo Massacro al grande canyon, si esercitava ad assimilarne i codici. E i codici del western classico americano ci sono tutti quanti: dalla presentazione dell’eroe buono, costretto alla prigionia, con tutti quanti contro e con la sola ragione dalla sua parte, all’assedio hawksiano all’abitazione di famiglia, dai momenti comici (l’ironia doveva ancora fare la sua apparizione) fordiani affidati al giovane cowboy innamorato, al ciondolo (che ci ha ricordato, tra gli altri feticci, il campanellino attaccato alla sella di James Stewart in Terra Lontana) che col suo tintinnio salva la vita alla giovane figlia del pistolero.
Sono in particolare tre i momenti più significativi e nei quali Corbucci ha dimostrato di saper padroneggiare, oltre che i codici del genere, anche i meccanismi del cinema, quelli dello spazio e quelli della tensione. Per esempio quando Fox ‘cinque assi’ è seduto solo – anzi, pensiamo che sia da solo – al tavolo del saloon. Un cambio di fuoco introduce un altro personaggio che entra dalla porta sul fondo, una panoramica a destra ci mostra i suoi scagnozzi, un’altra panoramica a sinistra rivela ancora altri personaggi. Uno spazio che fino a pochi istanti prima era sembrato vuoto e intimo è ora invece affollato e pericoloso. Il breve piano sequenza, come se non bastasse, si conclude con perfetta circolarità, con l’esclusione visiva di tutti gli altri personaggi e con il solo Fox in campo e, di nuovo, immerso nel silenzio e con lo sguardo perso nel nulla.
Di grande tensione sono poi la scena iniziale e quella conclusiva: all’inizio del film Clay, dopo aver soccorso e salvato un prigioniero, si accorge che vicino a lui c’è una pistola che qualcuno ha lasciato incautamente incustodita. Sono momenti di grave conflittualità e Corbucci li sottolinea seguendo con la macchina da presa i due personaggi che animano lo spazio, ma mostrando di tanto in tanto la determinante presenza dell’arma; nel finale, Corbucci fa propria la condizione fisica del protagonista, ridotto alla cecità e costretto a sparare solo sentendo i rumori, immerge i personaggi nel buio della notte, annulla la colonna sonora e si affida a pochissime ma decisive incursioni sonore (su tutte il tintinnare del ciondolo).
 

 

minnesota clay_corbucciIL DVD
DVD decisamente essenziale questo pubblicato dalla 01 Distribution. Se va dato loro merito di aver finalmente editato questo western significativo, pur ormai lontano dal chiacchiericcio veneziano, va anche rimproverato il non essersi impegnati nel presentare un restauro più attento e un qualche approfondimento critico da inserire nel comparto degli extra, del tutto assenti. Tecnicamente, comunque, la qualità è sufficiente per assistere al film senza particolari fatiche: l’audio (disponibile senza sottotitoli e solo in lingua italiana. Peccato perché questo è stato il primo western italiano ad essere distribuito anche oltreoceano) è quello originale dell’epoca ed è sufficientemente pulito e ben conservato; il video ha beneficiato di un restauro vago e i segni del tempo la fanno da padroni ma senza mai intralciare la visione.
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