DVD – "Murder Obsession", di Riccardo Freda

E' l’ultimo film di Freda. E non esattamente il più riuscito. A renderlo straordinario, però, è questa sua natura di lucido testamento espressivo, di struggente testimonianza: un piccolo grande saggio sulla fotografia come meccanismo di rivelazione e sulla forza creatrice della narrazione.



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Anno: 1980

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Durata: 93’

Distribuzione: Minerva – Rarovideo

Genere: Horror

Cast: Silvia Dionisio, Stefano Patrizi, Martin Brochard, Anita Strindberg, John Richardson
Regia: Riccardo Freda

Formato DVD/video: 4/3

Audio: Italiano, Inglese 2.0

Sottotitoli: Italiano NU, Inglese

Extra: Intervista a Sergio Stivaletti (effetti speciali), Scena tagliata

IL FILM
Freda dirige questo thriller orrororifico nel 1981: un soggetto dalle ambientazioni classiche – calato in un castello illuminato da una geometria di candele –  che incrocia alcuni dei grandi archetipi freudiani e, contemporaneamente, gli oscuri codici delle scienze occulte. E’ il suo ultimo film, e non esattamente il più riuscito. A renderlo straordinario, però, è questa sua natura di lucido testamento espressivo, di struggente testimonianza: un piccolo grande saggio sulla fotografia come meccanismo di rivelazione e sulla forza creatrice della narrazione. Superando il genere, attraverso il genere. 
La storia è la storia di un ritorno, di un viaggio all’indietro nel tempo: un attore (Stefano Patrizi)  torna nella villa di sua madre alla ricerca di un frammento di memoria capace di spiegare e sciogliere un nodo di rabbia omicida che, a distanza di anni dall’edipico omicidio di suo padre, ancora gli lega qualcosa dentro. Ad accompagnarlo: fidanzata, regista e la bellissima co-protagonista del suo ultimo film.
La casa diviene così luogo ideale di segreti e scoperte, di ombre e corpi, di traumi e terrore, di ataviche pulsioni incestuose, di Eros e di Thanatos.
Freda colloca l’apparato-cinema fin dentro la storia – come incarnazione diegetica dello sguardo narrante – e lancia il senso del film oltre le convenzioni e gli obiettivi di genere, trasformandolo in (spaventosa) parabola meta-discorsiva sulla sua stessa attività, sul proprio ruolo di regista. L’horror, in questo senso, scema fino a farsi semplice impalcatura, strumento adorato che Freda utilizza per la sua conclusiva riflessione post-antonioniana – 25 anni dopo “Blow Up” – sul senso della visione, sul rapporto tra luce e realtà, sulle facoltà e sui limiti della macchina-cinema. Movimento finale su tutta la sua opera. Memoria sul cinema stesso: produttore di sguardi, verità e orrore.

IL DVD
Ennesima, preziosa, gemma recuperata dalla Rarovideo (gruppo Minerva) per la collana “Horror Club”. 
Per il gruppo romano si tratta della prima masterizzazione di un film di Riccardo Freda: decisione giunta, in verità, forse con un pizzico di ritardo, visto l’enorme contributo immaginifico e teorico che un regista del calibro di Freda ha fornito a tutto quanto il genere. C’è comunque da dire che, per l'occasione, la Rarovideo sforna un prodotto di tutto rispetto, assolutamente consono al debutto digitale di quest’ultima opera del regista. 
Ottima la fattura delle immagini – con il supporto che asseconda perfettamente la fotografia crepuscolare di Cristiano Pogany – ed una pista audio pulitissima che fa letteralmente saltare dalla sedia.
Doppia versione italiano-inglese (con la prima appena più lunga della seconda).
Quanto alla parte dei contenuti speciali, il dvd si guadagna una sufficienza appena stiracchiata: c’è una bella intervista a Sergio Stivaletti – effettista di molti dei maestri dell’horror italiano (Bava, Argento, Margheriti) e, successivamente, regista in proprio (Maschera di Cera) – e poi una brevissima scena, di circa 20 secondi, assente nella versione italiana. Nient'altro. Eppure tra gli extra di un film così, una bella galleria fotografica ci sarebbe proprio stata a pennello.

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