DVD – "Narcos", di Giuseppe Ferrara

Film d'impegno politico e civile, come di consueto nella filmografia di Giuseppe Ferrara. Ottimo il cast di giovani interpreti che, senza darsi arie da grandi attori, fanno benissimo la parte dei baby killer addestrati dai narcos colombiani. Da Surf Video

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Regia: Giuseppe Ferrara
Soggetto e sceneggiatura: Armenia Calducci, Aldo Sambrell, Giuseppe Ferrara
Fotografia: Stefano Moser
Montaggio: Adriano Tagliavia
Produzione: Maurizio Tedesco, Massimo Vigliar per Trio Cinema e Televisione – Surf Film – Asbrell Production (Madrid)
Musiche: Andrea Guerra
Scenografia: José Maria Tapiador

Interpreti: Juan José Pinero, Joel Maldonado, Cristobal Cornes, Adriana Sforza, Aldo Sambrell, José Luis Useche, Alfredo Sanchez Xavier, Luis Castillo
Durata: 107'
Origine: Italia, 1992
Distribuzione Home Video: Surf Video
Formato video: 1.66:1
Audio: italiano mono
Extra: trailer, selezione scene

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IL FILM
Il cinema di Giuseppe Ferrara, fin dai tempi de Il sasso in bocca (1970), tenta il difficile connubio tra stile cinematografico di fantasia e riproduzione di fatti reali. L'impegno civile, il riferimento a Francesco Rosi, hanno spinto Ferrara verso un cinema di militanza e indignazione, incominciato negli anni Sessanta con documentari che rappresentavano i legami tra società e mafia come Minatori di Zolfatara (1962) o Mafia d'Aspromonte. Spesso è prevalsa nella filmografia di Ferrara una sottolineatura non necessaria. Si pensi ai grevi sottintesi sui personaggi politici conniventi in Cento giorni a Palermo, sulla tragica avventura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa in Sicilia per sgominare la piovra mafiosa. Così pure il film dedicato a Giovanni Falcone. Mentre il più recente I banchieri di Dio, sul caso Calvi, mette i brividi per ingenuità, sfiorando il ridicolo quando sulla scena s'aggirano personaggi che sembrano usciti dal Bagaglino. Non si capisce in questi casi perché la somiglianza degli attori con i personaggi reali sia un fatto quasi automatico, forse perché il pubblico ha il piacere di riconoscerli meglio…
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Ferrara si occupa dei problemi del Centro e Sud America. Gira nel 1986 Contra-diction (Il caso Nicaragua) e poi nel 1992 Narcos sui killer adolescenti colombiani. Lo sfondo non è male, le casupole dei protagonisti sono autentiche come le facce di tutti i protagonisti. E la storia tutto sommato procede secondo la logica schiacciante della povertà che spinge la maggior parte dei giovani a praticare il crimine. Meno corretta e onesta la seconda parte in cui assistiamo all'escalation dei piccoli assassini e in montaggio quasi parallelo vediamo la decimazione dei vari obiettivi, con un filo di pietà per lo spargimento di sangue, all'ombra della canzone "Ammazza che Dio ti perdona". Le notazioni sui protagonisti diventano banali, compresa l'apparizione del fantasma di un assassinato. I volti dei protagonisti, in un primo tempo dominanti come chiave di lettura di una storia collettiva, si raffreddano dinanzi al tourbillon di eventi economico, sociali, politici della Colombia degli anni Ottanta. E subentra la televisione come testimone dei fatti, ma più che altro per rinsaldare la trama. In questa parte si ha la sensazione che la scissione tra fatti individuali e collettivi non sia più ben gestita dal film. L'effetto che ne scaturisce è una (con)fusione di elementi usciti da altri film, documentari e non. Anche il passaggio dei protagonisti dalla strada ai campi di produzione della cocaina è abbozzato. I giovani interpreti, pur avendo le facce giuste, sono penalizzati da un doppiaggio che appiattisce ogni espressione.

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IL DVD
Il disco non presenta difetti dal punto di vista tecnico. Le immagini sono sempre ottime, i livelli di luminosità e brillantezza sono eccellenti e anche le sequenze più veloci offrono un grado molto elevato di partecipazione. Sono apprezzabili soprattutto i piani ravvicinati, spesso privilegiati dal regista anche nelle scene più movimentate, dotate di un flusso digitale sempre all'altezza della situazione. Mancano completamente extra; il solo trailer è sempre pochino per gli amanti dei contenuti speciali, per cui vale il solito discorso: un peccato non accompagnare il recupero di queste opere con documenti di qualsiasi tipo, che sarebbero molto utili per una più opportuna contestualizzazione storica.

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