DVD – "Negadon – Il mostro venuto da Marte", di Jun Awazu

Fusione di kaiju eiga e anime robotico, arriva in Italia l'acclamato cortometraggio che ha rastrellato premi e consensi fra l'Asia e l'America. Un'operazione retrò ma anche teorica per il modo con cui riflette sulle forme dei due grandi generi fantasy nipponici: di ottimo livello l'edizione DVD curata da Dynit

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NEGADON – IL MOSTRO VENUTO DA MARTE

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(Wakusei Daikaiju Negadon)


REGIA: Jun Awazu


SCENEGGIATURA: Jun Awazu


PRODUZIONE: Kazumi Sunami, Jun Awazu


MUSICHE: Shingo Terasawa


ANIMAZIONE: Jun Awazu


DURATA: 26'


ORIGINE: Giappone, 2005


DISTRIBUZIONE: Dynit


FORMATO VIDEO: widescreen 2.35:1 (16/9)


AUDIO: Dolby Digital 5.1, Stereo 2.0 e DTS 5.1 in italiano; giapponese Dolby Digital Stereo 2.0


SOTTOTITOLI: italiano (cartelli, dialoghi e cartelli)


EXTRA:


• The Making of Negadon CG (circa 13')


• Cortometraggio Magara (in due parti, circa 7' in totale)


• Intervista a Jun Awazu (circa 18')


• Trailers promozionali giapponesi (spot 1 e 2, Anteprima, Piloti fuori campo)


• Trailer edizione italiana


• Negadon Archive Files


• Booklet


 

IL FILM


"Finché esisterà il Giappone, i mostri continueranno ad attaccarlo, perché il Giappone è il luogo più capace di ogni altro di accettare la loro esistenza": una frase che è praticamente una dichiarazione d'intenti per Jun Awazu, giovane regista che con questo Negadon è riuscito a dare forma concreta alla sua grande passione per i kaiju eiga, i film dei mostri giganti stile Godzilla. Siamo infatti di fronte a un cortometraggio interamente realizzato in computer grafica (stile Final Fantasy) e che per questo si presenta come un esperimento ardito, a cavallo tra più generi. La fantascienza d'antan e l'animazione si uniscono in una storia che si pone come divertito recupero della tradizione più antica dei kaiju eiga, ma che allo stesso tempo guarda anche al genere dei grandi robot, che da Godzilla direttamente discende e ne costituisce un'alternativa egualmente celebre in tutto il mondo: pertanto, nascosta dietro la patina dell'operazione nostalgia, dalla forte carica retrò, la creazione di Negadon viene a colmare un vuoto, ponendo il film come ideale anello di congiunzione tra i due grandi generi del fantasy nipponico. La storia vede la Terra minacciata da un mostro spaziale, combattuto dallo scienziato Ryuichi Narasaki con lo stesso robot che in passato aveva provocato la morte della figlia: il confronto con la memoria è dunque seminale già a livello narrativo e visivamente lo si ritrova in un quadro solcato da graffi e colori slavati, tipici di una vecchia pellicola, che viene a creare un effetto spiazzante per l'accostamento a un'animazione di alto livello, dove si cerca di rendere credibile ogni oggetto e volto, nonostante l'origine digitale.

In questo senso l'operazione di Awazu ha un forte valore teorico, poiché viene a confrontarsi con i kaiju eiga i quali, partendo da una messinscena realistica trovavano nella manifesta finzione degli effetti speciali il viatico per una discesa nell'immaginazione più pura e delirante; viceversa le serie animate robotiche, pur muovendo i passi da una messinscena antirealistica (il tratto disegnato) si ponevano come modelli credibili di una nuova mitologia. Negadon è quindi entrambe le cose, è un film di mostri che si fa "realistico" e propone battaglie dinamiche e creature che lasciano quasi stupefatti per la loro bellezza, ma è come trattenuto da quella veridicità che ormai non lascia spazi al delirio; ed è anche un anime che ha finalmente raggiunto quella credibilità negatagli dal tratto disegnato. Questo precipitato teorico, però è anche un piccolo limite per un film spesso attraversato da momenti in cui l'elemento estatico prende il sopravvento rispetto al ritmo (nonostante le figure umane non siano ancora perfette come invece accade per quelle artificiali) e la durata molto breve non permette nemmeno di poter distribuire a dovere tutte le emozioni che la storia generosamente elargisce. Tuttavia la delicatezza con la quale emerge il rapporto che lega Narasaki alla figlia scomparsa denota un animo sensibile, prima ancora che competente e permette di plaudire l'operazione. Per gli amanti dell'azione in senso più stretto è comunque possibile rivolgersi al cortometraggio Magara, sorta di prova generale che Awazu ha realizzato prima di Negadon, dove la storia si concentra maggiormente sul ritmo e su un attacco di mostri più tradizionali, sebbene l'animazione si riveli immancabilmente più acerba.


 

IL DVD


Un'ottima edizione questa proposta da Dynit per l'acclamato corto di Jun Awazu, a dimostrazione degli alti standard ormai raggiunti dalla casa bolognese: siamo infatti di fronte a una vera e propria edizione speciale, dove niente è lasciato al caso, dalla cover che riproduce il bellissimo manifesto giapponese (con colori sgargianti e una grafica molto vintage) fino al booklet che si presenta come la pagina di un vecchio giornale e offre schede tecniche, approfondimenti, un'analisi di Negadon e le dichiarazioni di alcuni esperti del settore (fra gli altri anche il grande Koichi Kawakita, celebre direttore degli effetti speciali per molti film di Godzilla). Per quanto riguarda il film vero e proprio i difetti che il quadro presenta (graffi e spuntinature varie), come abbiamo già evidenziato, sono da ricondurre a una precisa scelta stilistica del regista, per il resto non sembrano evidenziarsi problemi legati alla compressione. L'audio dal canto suo presenta vari upmix in multicanale e due stream di sottotitoli per dialoghi e cartelli o solo per questi ultimi. L'edizione italiana peraltro amplia il gioco di rimandi e il rapporto con la memoria collettiva che è parte integrante del progetto proponendo la voce di Romano Malaspina, il grande interprete di serie come Goldrake e Jeeg Robot, sul professor Nasaraki. Ricca la sezione degli extra: si parte con un breve making of che illustra la creazione di alcune sequenze mostrando i vari stadi attraverso i quali si giunge all'immagine finale; quindi un'intervista a Jun Awazu analizza i rapporti che il regista ha con il genere e la filosofia che ha animato l'operazione Negadon: fortunatamente il regista è prodigo di dettagli e permette al contributo di risultare interessante. Se i trailer sono poi materia per collezionisti, di certo fa piacere notare come non manchi il corto Magara, diviso in due parti ("Magara il grande mostro uccello" e "La grande battaglia per la distruzione di Magara"): attenzione perché nel menù i titoli sono stati invertiti per errore e così ciccando sul primo si accede alla seconda parte del corto e viceversa. I Negadon Files, invece, sono delle brevi schede che permettono ai neofiti di capire cosa si nasconda dietro termini come "Tokusatsu" e "Kaiju Eiga", oltre a fornire qualche altra curiosità sul film. Edizione da encomio, che giustifica il prezzo pieno.

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