DVD – “Nel gorgo del peccato”, di Vittorio Cottafavi

nel gorgo del peccatoDroga, malavita, sparatorie, rapporti talmente morbosi da sfiorare l’incesto, nemmeno poi così sottilmente tratteggiato, qualche conturbante trasparenza nascosta dal bianco e nero ed una colonna sonora sperimentale, rendono questo Nel gorgo del peccato un film che si spinge ai confini del genere esasperandone gli aspetti caratteristici, ed anche per questo viene considerato un melodramma ascrivibile nella categoria dei modernisti. Da RHV
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nel gorgo del peccatoAnno: 1954
Durata: 83'
Distribuzione: RHV
Genere: drammatico
Cast: Elisa Cegani, Fausto Tozzi, Franco Fabrizi, Margot Hielscher
Regia: Vittorio Cottafavi
Formato DVD/video: 1.37:1
Audio: italiano 1.0
Sottotitoli: inglese
Extra: intervista con il compositore Marcello Abbado, in traccia rom sono disponibili il soggetto originario ed il fotoromanzo, brochure a cura di Giulio Bursi e Simone Starace.
 

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IL FILM
Con la solita eleganza stilistica che lo distingue, Cottafavi gira, nel 1954, Nel gorgo del peccato, un pasticciaccio torbido che guarda al noir, un mélo semplice e dalla costruzione circolare, si parte tra le nuvole e si finisce di fatto tra le nuvole. Una narrazione filmica che si sviluppa intorno ad un parallelismo tutto al femminile: da una parte una madre, Elisa Cegani, disposta a tutto, fino all’estremo sacrificio, nel tentativo di redimere suo figlio, dall’altra una donna moderna, innamorata del suo uomo, ma che non disdegna l’agiatezza e la sicurezza che i soldi possono regalare, Germaine, interpretata dalla conturbante Margot Hielscher.
nel gorgo del peccatoÈ bello, è veramente bello, essere madre”, ed è proprio la maternità di Margherita Valli il vero fulcro della vicenda. Una vedova torna ad abbracciare il suo figlio maggiore, Alberto, partito molti anni prima in cerca di avventure; gettatosi alle spalle i suoi trascorsi malavitosi, il ragazzo vuole rifarsi una vita con la sua nuova compagna, Germaine. Non è semplice intraprendere la strada della rispettabilità rinunciando ai soldi facili, ci si deve necessariamente confrontare con le impellenze della quotidianità e soprattutto con la miseria e la povertà, ed i problemi non tarderanno ad arrivare.
In Nel gorgo del peccato, come nella maggior parte della sua filmografia, Vittorio Cottafavi esplora la psicologia femminile; le donne sono quasi sempre al centro delle sue pellicole, come in Una donna ha ucciso, annoverato tra i suoi capolavori, e Traviata '53, accostato dalla critica francese, e da François Truffaut, al più blasonato in patria Cronaca di un amore di Antonioni.
Il regista mostra una grande sensibilità nei confronti delle donne, a loro dedica una pentalogia cinematografia di cui fanno parte i titoli citati, questo particolarissimo melodramma torbido ed altri due titoli: Una donna libera e In amore si pecca in due, entrambi girati nel 1954. Il bel mélo di Cottafavi è quello che più si avvicina alla formula dei successi di Matarazzo, ma si slega dai classici del genere per la sua vena modernista, che scorre per tutto il film; ciò si spiega considerando il fatto che la metà degli anni '50 è caratterizzata da una ventata di modernità ed i nuovi costumi culturali influenzano il cinema italiano. La donna, marginalizzata dalla politica, vessata dalle convenzioni sociali e dalla morale cattolica, è regina indiscussa e prima destinataria del melodramma italiano, la donna emerge non come oggetto ma come forte presenza.
nel gorgo del peccatoLa modernità di Nel gorgo del peccato, come dell’intera cinematografia di Cottafavi, e di alcuni capitoli del mélo italiano, è insita nel protagonismo femminile; la brava Elisa Cegani, in una tensione continua, si confronta con la bella Margot Hielscher, dando vita ad un rapporto antitetico ma complementare; da una parte il cuore di una madre, dall’altra quello di una donna algida ma innamorata. Droga, malavita, sparatorie, rapporti talmente morbosi da sfiorare l’incesto, nemmeno poi così sottilmente tratteggiato, qualche conturbante trasparenza nascosta dal bianco e nero ed una colonna sonora sperimentale rendono questo Nel gorgo del peccato un borderline, un film che si spinge ai confini del genere esasperandone gli aspetti caratteristici, ed anche per questo viene considerato un melodramma ascrivibile nella categoria dei modernisti. Questi stessi elementi sono valsi al film l’incappo nella censura con divieto di visione ai minori di 16 anni, e l’opera è stata oggetto di diverse revisioni; sono circolati negli anni diversi montaggi, nessuno propriamente corrispondente alle intenzioni di Cottafavi. Un regista molto amato, anche dalla critica, di lui Andrè Bazin diceva: “…la mise en scène di Vittorio Cottafavi è spesso notevole. Sembra che questo giovane regista abbia voluto di tanto in tanto riscattare la stupidità delle situazioni con una inestimabile eleganza formale”. Una modernità visiva in cui si incontrano la raffinatezza e la preziosità stilistica nella costruzione dell'immagine: chiaroscuro, geometrizzazioni e profondità di campo. Il linguaggio musicale scelto da Cottafavi è sperimentale, molto autonomo rispetto alle convenzioni di quel genere, scelte timbriche particolari, volendo poco enfatiche, sottolineano lo scorrere della narrazione. La storia caliginosa e le sue atmosfere fosche e sensuali, sono sottolineate dal suono di un sassofono serpeggiante; non c'è la grande orchestra, come di consueto per il genere e l’epoca, ma ci sono forti rimandi alla musica di Bela Bartòk, rumori molto suggestivi che creano atmosfere drammatiche, indipendentemente da suoni e melodie. La tensione è ben disegnata dalle note di percussioni quasi tribali, senza essere accompagnate da strumenti musicali intonati, c'è una grande apertura al rumore ed alla musica etnica, quasi fosse un rimando a sentimenti più ferini e primordiali come quelli della maternità, il ruolo più primitivo ed animalesco per una donna.
 

 

IL DVD
nel gorgo del peccatoNel gorgo del peccato di Vittorio Cottafavi, è approdato sul mercato nel marzo del 2012, grazie alla RHV, in un'edizione particolarmente curata. Il booklet è impreziosito da significative notizie, testi e documenti, come il primo giudizio della commissione di revisione cinematografica preventiva, la lettera della casa di produzione Itala Film alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella quale spiegava come si era adeguata ai rilievi mossi dalla commissione, il parere del Direttore Generale dello Spettacolo del 29 luglio 1955, la severa recensione del Centro Cattolico Cinematografico. La brochure, curata da Giulio Bursi e Simone Starace, riporta anche una recente testimonianza dell’attrice Margot Hielscher, con qualche aneddoto curioso direttamente dal set. Il film è presentato nel formato cinematografico 1.37:1, la qualità video è buona, considerando l’età del film. L’unica traccia audio presente è in italiano, nel formato 1.0, sono presenti anche i sottotitoli in inglese. Molto interessanti i contenuti extra, un ampio spazio è dedicato all’intervista con il compositore Marcello Abbado e nella traccia dvd-rom sono state inserite le riproduzioni fotografiche del soggetto originale e di un’intera copia del fotoromanzo tratto all’epoca dal film, vere e proprie chicche che arricchiscono ulteriormente il pregio di questa edizione.
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