DVD – "Nel regno di Napoli" di Werner Schroeter

nel regno di napoliCecchi Gori Home Video distribuisce l'edizione in disco di uno dei film più celebri del bizzarro regista tedesco Werner Schroeter. La storia di due ragazzi napoletani che nel dopoguerra devono affrontare lutti, sofferneze, passioni e delusioni politche

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nel regno di napoliTitolo originale: Neapolitanische Geschichten
Anno: 1978
Durata: 132’
Distribuzione: Cecchi Gori Home Video
Genere: Drammatico
Cast: Tiziana Ambretti, Cristina Donadio, Raul Gimenez, Romeo Giro, Maria Antonietta Riegel
Regia: Werner Schroeter
Formato DVD/Video: 1.78:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0 mono
Sottotitoli:
Extra:
 

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IL FILM

 
nel regno di napoliNati nel 1944, Vittoria e Massimo, affrontano la vita nei sobborghi di una Napoli da poco uscita dalla guerra, ma che si prepara ad un illusorio boom economico al quale parteciperanno i due ragazzi conoscendo lutti, sofferenze e delusioni politiche.
Werner Schroeter – regista tedesco, figura importante per il nuovo cinema che si sviluppò in Germania negli anni Settanta – racconta trent’anni della Napoli del dopoguerra, scandendo il tempo con dei quadri statici che annunciano ogni anno e i suoi più importanti avvenimenti storici e mostrando, attraverso dei brevi momenti di vita quotidiana, la crescita e la formazione dei due giovani protagonisti: Vittoria, finita la scuola ,deve affrontare il duro lavoro in fabbrica e la sua condizione di donna sola ed emancipata, costretta in ciò a diventare mero oggetto di desideri sessuali; Massimo, intelligente ma ingenuo, rimane affascinato dai movimenti politici di sinistra e, nonostante la delusione portatagli dal suo mentore, finisce in prigione durante una protesta non riuscendo in seguito a trovare un suo posto nella società.
Attorno a queste due figure, si sviluppano le altre che con loro convivono ed interagiscono: una donna che perde la figlia ed impazzisce, un uomo interessato solo alla lotta di partito che non riesce ad occuparsi della propria famiglia, una donna d’affari senza scrupoli che sfrutta gli operai senza pagarli.
Ardua e difficile da afferrare la trama, pare appunto non essere la narratività ad interessare al regista tedesco, nel regno di napolima piuttosto la mostrazione di momenti, di quadri di derivazione teatrale per portare avanti un discorso tematico e visivo che permette a Schroeter di realizzare un film sulla città di Napoli e sulle sue persone.
A metà tra un documentario e una pièce teatrale, con un occhio al realismo di Rossellini e un altro al surrealismo di Fellini, recitato da attori non professionisti che parlano solo in dialetto napoletano, Nel regno di Napoli quasi annulla l’importanza dei dialoghi per far risaltare l’eleganza formale e visiva fatta di ottimi primi piani e da una telecamera mobilissima. Se tutto ciò può essere sicuramente interessante dal punto di vista cinematografico, l’esperimento di Schroeter sembra però freddo e destinato solo a pochi eletti: la mancanza di empatia che lo spettatore prova per i protagonisti e i tempi morti spesso troppo lunghi fanno del film in questione un’opera a tratti pesante e noiosa, seppure ravvivata da alcuni momenti di graffiante ironia – su tutti la descrizione del partito comunista a cui aderisce Massimo – , che non bastano però a salvare una bizzarra messinscena dell’Italia del dopoguerra.

IL DVD

 
nel regno di napoliDopo trent’anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, la Cecchi Gori Home Video decide di distribuire in Dvd uno dei film più celebri di Werner Schroeter, regista spesso sull’orlo della provocazione e del kitsch, attratto dall’opera lirica e dal bric à brac, molto vicino a Werner Rainer Fassbinder nelle tematiche e nell’evidente teatralità della messinscena.
Privo di contenuti speciali, che invece sarebbero sicuramente serviti almeno per introdurre la figura poliedrica e bizzarra dell’autore, l’edizione in disco di Nel regno di Napoli sembra lasciare perplessi: da un lato si apprezza la scelta di ripescare un film difficilmente reperibile e la probabile scelta filologica di non aggiungere alcun sottotitolo per mantenere intatta l’intenzione comunicativa di Schroeter, ma dall’altro spesso il riversamento digitale non è perfetto lasciando intravedere fastidiosi granuli nell’immagine e il sonoro non è sempre all’altezza dei momenti, con alcuni cali di volume che rendono ancora più difficile la già ardua comprensione di un dialetto non a tutti accessibile.
Nel complesso un Dvd che, per le sue contraddizioni, ben si adatta al carattere estremo e ai margini del regista, ma che comunque non basta a renderlo completamente apprezzabile ad un pubblico di “massa”, destinando così il prodotto solo agli estimatori e agli appassionati.
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