DVD – Nequaquam Vacuum: "Cappuccetto Rosso", di Randal Kleiser

Perfetta messinscena della gabbia digitale. Balletto meccanico soffocato, a cui viene tolta l'aria riempiendo il vuoto. Cinema che ha paura del vacuum, di quel blu di cui è colorato il panno, che và nascosto, rimpiazzato in qualche modo con una massa il più possibile evidente di cose-digitali-che-non-esistono. Musical al computer, in dvd per NoShame

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Titolo originale: Red Riding Hood

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Anno: 2004


Durata: 82'


Distribuzione: NoShame


Genere: Musical


Attori: Morgan Thompson, Henry Cavill, Joey Fatone, Lainie Kazan, Debi Mazar


Regia: Randal Kleiser


Formato DVD/video: widescreen


Audio Dolby 2.0: inglese, italiano


Sottotitoli per non udenti: italiano


Extra: trailer, galleria fotografica


 

IL FILM


Le Ballet Mecanique: il cinema del panno blu potrebbe davvero essere perfettamente definito dal titolo del capolavoro dadaista di Fernand Leger del 1924 – un balletto meccanico di sovrimpressioni, effetti digitali, immagini modificate rimontate alterate, computer grafica, trucchi, inganni, illusioni: non stupisce allora che il regista di uno dei più cult e formidabili musical di tutti i tempi, Grease (oltre che di Laguna Blu, Navigator, Tesoro mi si è allargato il ragazzino), sia giunto nel 2004 a dirigere questa versione musicale di Cappuccetto Rosso completamente realizzata in studio davanti al blue screen, e affidata alle meraviglie dell'animazione al computer e dell'inventiva digitale. Nel film si canta parecchio (soprattutto pop music di plastica con venature r'n'b scritta da Bruce Roberts), si balla, si spera ad un certo punto che il Lupo Cattivo caratterizzato con gigioneria senza freni da Joey Fatone possa infine divorare l'odiosissima Cappuccetto Rosso che senza dare ascolto al rap della madre che le intimava di non passare per il bosco, ci si è invece infilata con baldanza. Ma soprattutto si viene sopraffatti dalla quantità inaudita di tricks digitali a cui Kleiser ricorre per dare efficacia alla sua opera: trasformazioni-travestimento in diretta del Lupo Cattivo, locations che vengono su un elemento dopo l'altro come nei 'libri pop-up', montaggi arditi in puro stile videoclip con l'inquadratura reinventata a guisa di collage di elementi sospesi e 'danzanti' a ritmo di musica. La sensazione davanti a questo Cappuccetto Rosso è allora forse la stessa che si prova al cospetto di film come Sin City e 300: una perfetta messinscena della gabbia digitale. Il balletto meccanico soffocato, i personaggi a cui viene tolta l'aria riempiendo il vuoto: nequaquam vacuum, cinema che ha paura del vuoto, di quel blu di cui è colorato il panno, che va nascosto, rimpinzato (rimpiazzato?) in qualche modo con una massa il più possibile evidente di cose-che-non-esistono, tirate fuori dal cilindro del programmatore degli effetti digitali, fatte orbitare nel sistema-inquadratura da registi e tecnici che si affidano completamente alla protesi computerizzata per creare lo spazio del film, dimostrando unicamente la totale abolizione del concetto di spazio avutasi con l'avvento del digitale (in questo allora il primo film 'in digitale' resta 2001 – Odissea nello Spazio di Kubrick, dove il nero è appunto ricreato in studio – il digitale, com'è noto, non parte dal negativo…). Eloquente ci sembra dunque quella sequenza di Sin City di Robert Rodriguez in cui il bel personaggio di Bruce Willis in bianchenero su sfondo nero è rinchiuso in una cella resa unicamente con le sue sbarre bianche: imprigionato in un carcere digitale, incarcerato da sbarre computerizzate. La gabbia digitale.


 

IL DVD


Il dvd è la gabbia digitale per antonomasia. In questo caso, la cella sembra di ottima fattura: audio notevole seppure non in 5.1 (ci si deve 'accontentare' di un Dolby Digital 2.0), video cristallino nel riproporre tutti i giochetti di montaggio con cui si è sollazzato Randal Kleiser, in widescreen per meglio contenerli tutti. Qualche dubbio sulla destinazione 'per famiglie' del prodotto viene da un utente di IMDB, che lo reputa un'imbarazzante e neanche tanto velata metafora della pedofilia con Cappuccetto Rosso adolescente troppo-poco-vestita, e musiche "da strip club" (e conclude dicendo "e gli effetti speciali sembrano in realtà davvero low budget!"). La NoShame è parca di contenuti speciali, limitandosi a riproporre il trailer dell'opera e l'immancabile galleria fotografica montata al ritmo di una delle più estenuanti canzoni che è possibile ascoltare durante il film (e altre ci vengono 'offerte' in accompagnamento delle varie schermate del dvd). Per i curiosi delle tecniche in blue screen, il backstage del Red Hiding Hood di Randal Kleiser è comunque possibile apprezzarlo sui titoli di coda del film.

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