DVD – "Padre e figlio" di Aleksandr Sokurov

Le immagini rispondono alla confusione di emozioni che mescolano e confondono ruoli. E la relazione fra un padre e un figlio finisce per assomigliare, senza mai cedere il passo a toni morbosi, a quella sentimentale fra due amanti. I loro corpi si uniscono in un abbraccio che restituisce tutto il senso di un'originaria coappartenza. Un DVD della Dolmen

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Titolo originale: Otez i sin

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Anno: 2003


Durata: 83 min.


Distribuzione: Dolmen


Genere: Drammatico


Origine: Russia, Germania, Italia, Olanda


Cast: Andrej Shchetinin, Aleksej Nejmyshev, Aleksandr Razbash


Regia: Aleksandr Sokurov


Formato DVD/video: 9 singola faccia, doppio strato (Formato schermo 1,77:1)


Audio: russo, Dolby Digital 2.0 – stereo


Sottotitoli: italiano


Extra: Filmografia, Alexandr Sokurov tra passato e futuro, trailer originale, galleria fotografica.


 


IL FILM


 


Autore di trilogie Aleksandr Sokurov, secondo alcuni unico erede della lezione tarkovskijana: quella del potere ( Moloch, Taurus, Il sole) e quella della famiglia, potremmo dire. Dopo Madre e figlio c'è questo Padre e figlio, a cui dovrebbe far seguito un film dedicato al rapporto fraterno. Si tratta in ogni caso di relazioni dominate da sentimenti ingombranti, a volte del tutto soffocanti. Qui le immagini distinte, solari, in qualche caso addirittura sovraesposte, sembrano rispondere alla confusione di emozioni che mescolano e confondono ruoli. Così che la relazione fra un padre e un figlio finisce per assomigliare, senza mai cedere il passo a toni troppo facilmente morbosi, a quella sentimentale fra due amanti. I loro corpi si uniscono in un abbraccio che restituisce tutto il senso di un'originaria coappartenza che insieme precede ed eccede ogni altro possibile rapporto.


Le atmosfere languide a cui Sokurov ci ha abituati accompagnano, in questo caso, i gesti di due uomini i cui tratti sembrano a volte quasi irreali, così come sono sospesi i loro dialoghi, aerei i loro movimenti, fragili i loro sentimenti. La dimensione onirica si mescola così, in un numero considerevole di casi, a quella reale della vita quotidiana. Come a voler sostenere l'estrema labilità dell'essere uomo dell'uomo, sospeso fra un qui ed un altrove che corrisponde molte volte proprio al sogno. "Dove sei ora?" si chiedono il padre ed il figlio all'inizio e alla fine del film, colti dal timore  di ritrovarsi soli, privati di un legame in grado di dar senso ad una vita intera.


Poco realismo, dunque. Ogni elemento della composizione filmica è forzato verso un'idea di in naturalità che corrisponde ancora una volta al rapporto così viscerale fra un padre e suo figlio. La sceneggiatura e l'uso del colore, così come l'impiego particolare delle inquadrature che alterano molte volte le leggi elementari della prospettiva, il senso delle proporzioni e della misura.


Un film apparentemente lontano dagli altri, ma che in realtà è un'ulteriore prova di quel modo di intendere il cinema di cui Sokurov si fa portatore e che ci permette di parlare, senza esagerazioni, di una vera e propria poetica in grado di restituire il senso di una intera cultura, quella russa.  

IL DVD


Fa un operazione meritevole questo DVD a rendere visibile un film mai passato sugli schermi italiani. Così la versione che se ne propone è quella originale in russo, con sottotitoli solo in italiano (la mancanza dei sottotitoli in inglese dà nell'occhio, sebbene, in effetti, non sarebbero stati di grandissima utilità per un prodotto destinato al mercato nostrano). Un oggetto sobrio, senza troppi lustrini, ma nel complesso ben fatto. La versione dolby consente una buona restituzione delle traccia audio, così come elevata è la qualità delle immagini e dei colori, di cui il regista fa un uso del tutto particolare. 


Un po' deludenti sono invece gli extra che comprendono solo la filmografia, una carrellata di immagini (molte delle quali, questo va detto, scattate sul set durante i lavori di ripresa), il trailer originale del film, ed una nota storico-artistica che contestualizza l'opera di Sokurov all'interno del dibattito che, fra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, ha interessato tutta la cinematografia sovietica, allora alle prese, come del resto l'intera società, con la necessità della propria "riforma".   


 



 


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