DVD – Quando le donne persero la coda, di Pasquale Festa Campanile

Senta Berger è la bionda desnuda di questa commedia grottesca in costume paleolitico. Accanto a lei Lando Buzzanca fa immancabilmente il merlo, gabbando una tribù di cavernicoli composta da Lino Toffolo, Francesco Mulè, Mario Adorf e Renzo Montagnani. Ecco il secondo capitolo di una serie a suo modo memorabile…

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Anno: 1971
Durata: 94'
Distribuzione: Millennium Storm
Genere: grottesco
Cast: Senta Berger, Lando Buzzanca, Lino Toffolo, Francesco Mulè, Renzo Montagnani, Frank Wolff, Mario Adorf
Regia: Pasquale Festa Campanile
Formato DVD/video: 1.85:1 – 16/9
Audio: 2.0 – italiano
Sottotitoli: ***
Extra: ***

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IL FILM


Mentre Monicelli andava alle Crociate con Brancaleone e Vittorio Gassman, qualcun altro, un po' più in basso sulla scala produttiva/evolutiva del cinema italiano, si prendeva la briga di fare un altro viaggio nel tempo e tornare alla preistoria per sbattere sullo schermo biondone prosperose in bikini paleolitici tra uomini poco sapiens: quel qualcuno era Pasquale Festa Campanile, l'anno era il 1970 e da poco un certo Val Guest (in compagnia di penna di un tal J.G. Ballard) aveva portato al successo Quando i dinosauri si mordevano la coda, in cui l'italo-californiana Victoria Vetri (già popolarissima Playmate per gli americani in Vietnam) faceva bella mostra di sé tra trogloditi e rettili giganti. In realtà il modello lo aveva fornito nel '66 l'ineffabile Hammer, che aveva esposto ai rigori paleolitici Raquel Welch nel memorabile Un milione di anni fa di Don Chaffey, ma quel che qui conta è che all'epoca l'accoppiata belle donne/dinosauri faceva botteghino e l'industria cinematografica italiana (nella fattispecie la Clesi di Clementelli Silvio) non si fece sfuggire l'occasione per degradare genialmente il filone: nasce così Quando le donne avevano la coda (1970), seguito a due anni di distanza dal sequel Quando le donne persero la coda, entrambi a firma di Festa Campanile, che del resto, tra l'uno e l'altro, non si fece mancare l'occasione di giocare di sponda andando ad affiancare Bruno Corbucci sul set di Quando gli uomini armarono la clava e… con le donne fecero din-don (1971)…


Certo è che nelle altre storie del cinema italiano anche questi titoli offrono la loro brava fetta di genialità: come in Brancaleone, anche qui ci si inventa una lingua che coniuga il lessico popolare con le cadenze dialettali più svariate, ma l'operazione trova la sua surreale comicità nell'esposizione di teorie sociologiche sul rapporto uomo-donna, sulla nascita dell'economia, sull'asservimento progressivo dell'uomo alle regole del profitto e dell'accumulo. Come già nel primo titolo della serie, Senta Berger è Filli, la dolce femmina della troglodita tribù, che sospira per l'amore che non può trovare, ripartita tra quattro cavernicoli di scarsa intelligenza (uno dei quali paleo-gay destinato al suicidio per mancato amor…). L'arrivo di Ham, che ha la furbizia da merlo maschio di Lando Buzzanca, monetizza ogni cosa, possesso della femmina compreso, e provoca stravolgimenti sociali e culturali dagli esiti (im)prevedibili. Il set unico è fornito con enfasi surrealista da Enrico Job, che sta all'operazione scenografica come la sua compagna Lina Wertmuller, che firma il soggetto, sta alla tensione ideale del film.


IL DVD


Il film viene proposto in DVD dalla Millenium Storm (a rimpiazzare una ormai introvabile VHS della Durium) prima che il mercato abbia potuto offrire il precedente capitolo della serie, ma tant'è: l'occasione è preziosa per ritrovare un pezzo di cinema italiano popolare in un'edizione che, sotto il profilo video, appare ottima. L'immagine è ben definita negli sfondi come nei primi piani, dotata di colori vivi che fanno riferimento a una copia in ottime condizioni di conservazione (niente jump-cut né rigature da usura). L'audio si limita al 2.0 con la traccia originale italiana, ma per un simile titolo non c'è certo da recriminare. Il menu offre la possibilità di selezionare i capitoli e null'altro, dal momento che l'edizione si presenta del tutto priva di extra.



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