DVD – "Quella sporca dozzina" di Robert Aldrich

Edizione speciale ricchissima per uno dei migliori film di Robert Aldrich. A distanza di tanti anni Quella sporca dozzina non perde un colpo neanche in digitale. Poco incline ai compromessi, e in questo perfetto testimone del cinema del suo autore, è la quintessenza polemica e politica del film bellico. Esce per Warner Home Video

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Titolo originale: The Dirty Dozen


Anno: 1967


Durata: 149'


Distribuzione: Warner H.V.


Genere: Guerra


Cast: Lee Marvin, Ernest Borgnine, Charles Bronson, John Cassavetes, Jim Brown


Regia: Robert Aldrich


Formato DVD/video: 1.75:1


Audio: italiano (5.1), inglese (5.1)


Sottotitoli: Italiano, Inglese, Italiano e Inglese per non udenti


Extra:  Introduzione di Ernest Borgnine; Commento di E. M. Nathanson, David J. Schow e il capitano Dale Dye con Jim Brown, Trini Lopez, Kenneth Hyman, Stuart Cooper, Colin Maitland; Operazione Sporca Dozzina; Trailer; Quella sporca dozzina II; Making of; La vera storia della Sporca Dozzina; Qualità di leadership

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IL FILM


Quella sporca dozzina è la negazione del film bellico attraverso i suoi stessi canoni cinematografici: reclutamento, addestramento, combattimento, eroismo. Il carattere antitetico è dovuto però allo spunto iniziale, per cui dodici condannati, rei di crimini violenti, si fanno onore al posto dei capoccioni impomatati e imbelli in una nazione comandata, testuali parole del maggiore Reisman – ma non si può non acconsentire -, da un pazzo. Interpretato da uno statuario Lee Marvin, il maggiore, a suo modo patriottico ma refrattario a quelle regole che non considera giuste, è una figura memorabile; antesignano padre putativo di tanti sergenti di ferro tutto sommato onesti e di buon cuore visti successivamente al cinema (da Gunny a Ufficiale e gentiluomo). Aldrich, ricompensato con quattro nomination agli Oscar e un'unica statuetta conquistata per i migliori effetti sonori, compone un'opera polemica e politica, volutamente controcorrente rispetto ai pamphlet guerrafondai del periodo, sul genere Berretti verdi (citazione non casuale visto che John Wayne rinunciò al ruolo poi affidato a Lee Marvin per prendere parte al film co-diretto con Ray Kellogg). Ciò nonostante la predominanza del gruppo che pian piano matura uno spirito di corpo, l'appartenenza a una missione comune: eppure nel bildungsroman dei dodici reietti si staglia netto lo spirito anarcoide dei folli dotati di genio, dei perdenti che per riscattarsi, quasi senza volerlo, compiono grandi imprese. Lo stesso spirito di sfida e di contraddizione che Aldrich da sempre conosce e porta su grande schermo con rabbia. Uno spirito che non è caciarone o chiassoso, anche se non cammina in punta di piedi né sente il bisogno di scusarsi per la sua insolenza, piuttosto entropico ed empatico. Il nemico comune non sono solo i tedeschi, che ancora non hanno fatto niente alla dozzina di americani meno integrati a memoria di platea – a partire dai nomi, dalle razze, per finire con usi e costumi – , ma prima ancora le istituzioni, per cui i soldati, gente comune, di strada, vale poco meno della carne sul bancone del supermercato, da immolare prendendo le decisioni critiche seduti dietro a un tavolo, incapaci di far altro che di sentenziare. Il maggiore, seppure superiore di grado, non è diverso dai suoi discepoli, per i quali assume il triplice ruolo di padre severo, fratello maggiore e amorevole chioccia. Il principio comune, che lega ciò che nessun altro potrà sciogliere, è allora la voglia di rivalsa, di ritagliarsi un posto rispettabile nella società, ma soprattutto di far vedere che la figura degli idioti non è fatta per un pungo di esseri umani che, come tutti gli altri, non chiedono altro che di poter dimostrare di meritarsi quindici fatidici minuti di fiducia e stima, propria e altrui.

IL DVD


Si parte subito con il piede giusto: il gustoso incipit con il prezioso commento d Ernst Borgnine mette immediatamente a proprio agio lo spettatore, regalando interesse e l'umore adatto per godersi l'opera a seguire. Non è che l'inizio. Di un primo disco di qualità, con il film presentato in maniera degna del suo spessore artistico, con una sezione audio di tutto rispetto. Il formato video anamorfico è finalmente quello corretto, 1.75:1, contro tanti passaggi televisivi brutalmente tagliati in 1.66:1 o addirittura in pan&scan, ma ciò che subito salta all'occhio è la splendida resa cromatica dei colori, vivi e brillanti. Anche se non è passata attraverso una rimasterizzazione la pellicola è stata ripulita efficacemente, e si presenta priva di spuntinature. Qualche artefatto inficia la trasposizione su supporto digitale, ma è poca cosa. L'audio è per entrambe le tracce il migliore possibile, ovverosia un Dolby Digital 5.1 ricco e profondo. Di pari livello i sottotitoli in italiano e inglese, proposti anche in versione per non udenti. Il vero punto di forza di questa edizione speciale restano però gli extra, tanti e variegati, tutti presentati in audio originale con sottotitoli in italiano. Nel primo dvd trovano parte l'audio commentary di E. M. Nathanson, David J. Schow e il capitano Dale Dye con Jim Brown, Trini Lopez, Kenneth Hyman, Stuart Cooper, Colin Maitland; un interessante speciale di media lunghezza intitolato Operazione Sporca Dozzina e l'accattivante trailer d'epoca. Nel secondo disco si comincia con il sequel televisivo (anche se sarebbe più corretto parlare di remake), The Dirty Dozen: The Next Mission (Andrew V. McLaglen, 1985) – ovviamente non all'altezza del primogenito, neanche come qualità digitale – che per la seconda volta mise insieme Borgnine e Lee Marvin a duellare su grande schermo. Meglio ancora il lungo making of, in cui tanti dei protagonisti, accompagnati dal biografo di Aldrich e dai membri della troupe, ricordano la lavorazione dell'opera e il suo regista, insieme ai compagni d'avventura prematuramente scomparsi. Tra aneddoti e fatti preparatori il documentario acquista gradualmente spessore e svela tutti i possibili segreti circa la genesi e la resa finale di un capolavoro, non trascurando alcun aspetto e regalando tanti memorabili dettagli. Curiosi gli ultimi due spezzoni, che completano a meraviglia un progetto coordinato con intelligenza: 1) La vera storia della sporca dozzina parte dalle ricerche dello scrittore Nathanson, autore poi del libro The Dirty Dozen da cui Aldrich trasse il film, e dalla figura di Jack McNiece, comandante di un plotone «fantasma» ma realmente esistito denominato The Filthy 13; 2) Qualità di leadership è invece un pamphlet propagandistico del corpo dei marine cui Lee Marvin, che ha prestato sul serio servizio nella seconda guerra mondiale, stanziato nel Pacifico, presta voce, volto e cuore come testimonial d'eccezione. In pratica: un'edizione imperdibile. 




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