DVD – "QUERELLE" (Versione integrale), di Rainer Werner Fassbinder

"Querelle", probabilmente, è il capolavoro più personale di tutta l'ultima produzione di Fassbinder. Cinema non claustrofobico ma "ossessione liberatoria" che a "dismisura" cerca (inutilmente o vanamente) un punto d'origine del proprio disagio, della propria follia. Distribuito dalla Ripley's Home Video.

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REGIA: Rainer Werner Fassbinder

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SCENEGGIATURA: Rainer Werner Fassbinder, Burkhard Driest


PRODUZIONE: Planet-Film


INTERPRETI: Brad Davis, Jeanne Moreau, Franco Nero


MUSICHE: Peer Raben


DURATA: 115'


ORIGINE: Germania Ovest/Francia


DISTRIBUZIONE: Ripley's Home Video


FORMATO VIDEO: cinemascope


AUDIO: dolby stereo


SOTTOTITOLI: italiano, inglese


EXTRA: intervista con Franco Nero, selezione di alcune scene, trailer, brochure illustrata di 22 pagine, Fassbinder in "Chambre 666" di Wim Wenders

IL FILM


 


Ultimo capolavoro di Rainer Werner Fassbinder, uscito postumo a qualche mese dalla sua morte: il "patetico", è all'apoteosi, il pessimismo integrale soverchia la morale. Il potere dei sentimenti è mostrato con una semplicità disarmante: ma la grandezza della "magnifica ossessione" si espande nella fredda e spietata schematicità che si nutre di ogni sfumatura. Del film il regista ha detto:" Querelle de Brest di Jean Genet è forse il romanzo (da cui è tratto il film) più radicale di tutta la letteratura mondiale per ciò che riguarda la discrepanza tra oggettività della trama e soggettività della fantasia. I fatti in sé, separati da quello che è il mondo immaginario di Jean Genet, non sono niente di più che una storia gialla di terza categoria ben poco interessante, di cui non varrebbe la pena occuparsi".  Genet racconta la storia di due assassini, il marinaio Querelle (Brad Davis) che uccide un altro marinaio e l'operaio Gil (Hanno Pöschl) che uccide un altro operaio; racconta di come i due si incontrano e diventano amici finché alla fine Querelle tradisce Gil. Genet fa in modo che la trama sia accompagnata da due commenti: il diario del tenente Seblon (Franco Nero), che è il superiore di Querelle, e le riflessioni dell'autore. Fassbinder riprende queste modalità del romanzo: Seblen incide sul registratore i pensieri e le fantasie ispirategli dalla figura di Querelle che lui ama in segreto, mentre i commenti dell'autore vengono espressi da una voce narrante fuori campo. Sia il romanzo che il film si svolgono nel porto di Brest sull'Atlantico; Genet lo descrive come una città avvolta da una nebbia impenetrabile che nasconde i suoi abitanti, ma li condanna anche alla solitudine. La Brest di Fassbinder sembra piuttosto una città dei Tropici in cui dominano colori infuocati a cui si mescola spesso un temibile blu glaciale. Tutto è ricostruito in studio come un labirinto senza più vie d'uscita, esposti inevitabilmente agli sguardi degli altri. L'ineluttabilità di una condizione infelice, umiliante e opprimente è l'unica regola che domina il destino dei personaggi e l'ordine della finzione. Lo spazio "opprimente" allude al voyeurismo della società che si intromette sempre, defraudando gli uomini di ogni possibile intimità. L'iposemantizzazione degli spazi esterni, nel cinema di Fassbinder, ed in particolare in Querelle, comprime quanto più è possibile le vie di fuga apparenti. Così, il "sentimento intenso" che lo spettatore prova di fronte alla rappresentazione non è più il frutto di un'identificazione passiva, ma di un totale "straneamento". Spazio non claustrofobico ma "ossessione liberatoria" in cui il cinema a "dismisura" cerca (inutilmente o vanamente) un punto d'origine del proprio disagio, della propria follia. Querelle ricorda, più di ogni altra opera di Fassbinder nell'ultimo periodo, i suoi primi melodrammi di gangster. Anche in essi dominava l'amore e il tradimento, l'assassinio e la solitudine, e i personaggi sembrano muoversi in trance, come al rallentatore, in un mondo artificiale tutto ombre e luoghi oscuri. Querelle, probabilmente, è il film più personale di tutta l'ultima produzione di Fassbinder. Tutti e tutto si muovono in maniera indolente. L'artificiosità della scenografia, le lunghe e spasmodiche carrellate, una musica di accordi reiterati, la "placida" recitazione conservano il carattere e l'intensità di un sogno che impedisce di aprire gli occhi. Cinema ingannevolmente trasparente che si sedimenta nella memoria, carico invece di ermetismo visivo. Fassbinder, nell'introduzione alla sceneggiatura, ha scritto:" … qualsiasi azione che accade nel mondo di Genet, ogni gesto, ogni sguardo, significano qualcos'altro, qualcosa di più, di più grande, e quasi sempre di sacro". Querelle è tra i più feroci e ultimi attacchi al cinema della verosimiglianza.  

DVD


 


Già è da considerare un capolavoro assoluto, in più, Querelle di Fassbinder ha ricevuto dalla Ripley's Home Video il trattamento che meritava. Il film è presentato rispettando il formato originale cinemascope. Il master digitale è stato realizzato a partire dai negativi originali a cura della Gaumont di Parigi. I sottotitoli italiani sono stati appositamente realizzati per questa edizione DVD e sono obbligati sulla versione originale del film che è in inglese. In questa versione integrale, offerta dalla Ripley, più lunga di circa otto minuti, sono state reinserite alcune scene, tagliate per la versione italiana del 1982 al Festival di Venezia,  dalla commissione di censura nazionale, che impose anche il divieto ai minori di 18 anni. Per rispettare l'integrità del film, le "nuove" scene sono state rimessa a posto con l'audio originale inglese e i sottotitoli italiani. Tra gli "extra" del DVD, è da apprezzare la brochure di 22 pagine allegata. Oltre alla scheda del film, il libricino comprende: un piccolo saggio di Giovanni Spagnoletti (tra i massimi conoscitori italiani del regista), alcune considerazioni preliminari sul film da parte del regista, il racconto di Jeanne Moreau sull'incontro con Fassbinder, l'utima sua intervista del 1982 ad una rivista tedesca, una lettera scritta da Wim Wenders dedicata al suo "maestro" e la dichiarazione ufficiale di René Clair in cui, quale Presidente di Giuria a Venezia nel 1982, acclamava Querelle. Un consiglio: se si vuole sperimentare ancora di più la sensazione di "trance" che il film esprime, meglio sarebbe gustarsi la versione originale inglese (sottotitolata) la quale avendo bisogno di qualche parola in meno rallenta ulteriormente i "battiti".


 


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