DVD – "Stop Loss", di Kimberly Pierce

stop lossQuesto film abbastanza dimenticato, tanto da finire direttamente in DVD, oltreoceano è passato altrettanto senza far alcun rumore, per poi floppare al botteghino. Stop Loss, pur con i suoi limiti di messa in scena, troppo a registro, telecomandata, è lucido e abbastanza spietato, tanto da poterlo considerare militante come il Redacted di Brian De Palma. Edita Paramount Home Entertainment

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stop lossTitolo originale: id.
Anno: 2008

Durata: 112'
Distribuzione: Paramount Home Entertainment
Genere: drammatico
Cast: Ryan Philippe, Joseph Gordon Levitt, Rob Brown, Channing Tatum, Abbie Cornish
Regia: Kimberly Peirce
Formato DVD/video: 1,78:1
Audio: inglese Dolby Digital 5.1, italiano Dolby Digital 5.1
Extra: commenti tecnici; dietro le quinte (making of); scene inedite in lingua originale

 


IL FILM

Questo film abbastanza dimenticato, tanto da finire direttamente in DVD, oltreoceano è passato altrettanto senza far alcun rumore, per poi floppare al botteghino. Eppure, provate a vedere il trailer originale, così diretto e polemico, con quelle scritte che suonano beffarde per le migliaia di soldati spediti in guerra, convinti dei soliti valori patriottici, che presto scompaiono e si rivelano un turpe inganno. Così
Stop Loss, pur con i suoi limiti di messa in scena, troppo a registro, telecomandata e tesa ad una semplice descrizione dell’assurdità del coinvolgimento umano che è sotteso alla chiamata al conflitto armato, è lucido e abbastanza spietato tanto da poterlo considerare stop lossmilitante, come il Redacted (film sulla visibilità dell'invisibile) di Brian De Palma. O forse il film di Kimberly Pierce, come il suo precedente Boys don’t cry, è semplicemente molto pessimista, disperato, nel registrare la cruda realtà dell’universo mentale di una nazione che fa la guerra. Non intende spettacolarizzare, anche se si potrebbe pensare il contrario, specie nelle prime sequenze; infatti la parte iniziale in cui un gruppo di soldati finisce in un agguato in una delle tante strade sconosciute di una città irachena, può essere considerata iperrealistica, ma non tanto lontana dal vero per la quantità di testimonianze raccolte da Pierce, e delle quali ci informa nel commento al film, inserito nel DVD tra gli extra. Insomma, sembra che venga sottolineata l’assoluta follia di una sparatoria, una sorta di impossibile ritorno alla normalità “civile” per i soldati (riportandoci inevitabilmente alle atmosfere di Il cacciatore di Michael Cimino). Tanto che proprio nell’autobus che riporta i soldati nella cittadina natale in Texas, le raccomandazioni dei superiori di grado riguardano la non violenza contro donne, bambini e altri civili. Le istituzioni militari sembrano conoscere il destino mortale del soldato, infatti lo costringono alla ferma continuata, dopo il trauma psicologico. Anche la burocrazia serve ad incrementare le truppe e, così come in un romanzo di Kafka, i soldati sono intrappolati nell’esercito e non possono lasciarlo (da vivi). Pierce si affida alla fotografia luminosa, scintillante di Menges con cromatismi sempre pieni e spinti al massimo. Questa luce “eccessiva” può perfino disorientare, ma in questo caso sembra amplificare la percezione, indicare allo spettatore la necessità di tenere gli occhi ben aperti su ciò che sta vedendo, come il soldato Rico, orribilmente mutilato, senza un braccio ed una gamba, e con gli occhi bruciati: un vero pugno nello stomaco che poi conduce al sacrificio finale di tutto il gruppo che, nel bene e nel male, è ormai perduto da quella nefasta esperienza di guerra, e insieme a loro le famiglie, che dopo inutili sofferenze rivediamo accompagnare i defunti, avvolgerli nella pigra ed ipocrita bandiera a stelle e strisce, tatuata sul braccio, vessillo definitivo di Morte.

 

IL DVD
Per quanto riguarda la qualità del disco, curato da Paramount Home Entertainment, nulla da eccepire. Certe volte vi sarà capitato di trovarvi di fronte ad una confezione impeccabile, eppure un dubbio vi assale: quello che vedete ed ascoltate
stop loss non aggiunge quel quid che speravate di incontrare. Anche solo una piccola osservazione contenuta nei commenti, eppure ad un certo punto tirate delle conclusioni. Colpo di scena. Il making of del film è molto più bello: è praticamente un semidocumentario ricchissimo di fonti dirette, testimonianze raccolte dai soldati direttamente coi loro video girati nelle zone di guerra. Così ci si dimentica del film di fiction e si sospetta anche che una certa rigidità del film dipenda proprio dal tutto il materiale raccolto per la sceneggiatura, eppure mai entrato direttamente nel film, e purtroppo solo filtrato dal lavoro meticoloso del cast di produzione. Sempre utilissimo il commento diretto durante le sequenze del film, laddove si parla delle modalità di messa in scena, le scelte registiche e il lavoro degli attori. Tra gli extra un video che documenta la giornata al centro di addestramento reclute che si ricollega perfettamente al discorso di prima sulle aspettative intorno all'opera (meglio i documentari nel dvd che il film… ). Infine le scene inedite, abbastanza insignificanti e il cui inserimento non guasta per una corretta filologia del film.

 

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