DVD – “The Call 4 – End Call”, di Kiyoshi Yamamoto

end callCon End Call la saga cominciata nel 2003 con The Call – Non rispondere arriva al suo quarto capitolo e si spegne ulteriormente. Kioshi Yamamoto confeziona un prodotto mediocre, su una sceneggiatura povera; il solito gruppetto di studenti, una leggenda metropolitana, non poi così leggenda, e morti che si susseguono in modo banale. Un DVD Eagle Pictures

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end callTitolo originale: End Call
Anno: 2008
Durata: 87’
Distribuzione: Eagle Pictures
Genere: Horror
Cast: Asami Usuda, Eri Takada, Hitomi Miwa, Rina Matsuki, Taro Suwa, Tasuku Nagaoka, Tetsu Watanabe, Tomomi Yuji, Yuria Haga
Regia: Kiyoshi Yamamoto
Audio: Italiano Dolby digital 2.0 – Giapponese Dolby digital 2.0
Sottotitoli: italiano
Extra:

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IL FILM
La saga del cellulare che squilla per annunciare l’arrivo del tristo mietitore è giunta al quarto capitolo, con End Call di Kiyoshi Yamamoto. Il film, del 2008, è uscito per l'home video a giugno 2011, prodotto dalla Enjoy Movies e distribuito dalla Eagle Pictures. La serie era cominciata nel 2003, con The Call – Non rispondere (Chakushin Ari), diretto da quel geniaccio di Takashi Miike, che si era inserito nel solco della fortunata scia degli j-horror movies, aperta dallo splendido – almeno per i fans del genere – Ringu di Hideo Nakata; le telefonate assassine erano poi continuate con i capitoli The Call 2 e The Call 3, final, seguiti deludenti e qualitativamente inferiori del primo film miikiano, un piccolo capolavoro orrorifico, che si distingueva anche per la buona dose di ironia, uno dei tocchi caratteristici delle opere del regista nipponico. La struttura filmica e la end callsceneggiatura sono rimaste pressoché identiche nei sequel; il cellulare, oggetto che accompagna la vita quotidiana di ognuno, diventa uno strumento di comunicazione con il male, e squilli luciferini seminano terrore, decessi e suicidi. Si tratta di film scialbi e privi di mordente, in cui si può notare qualche guizzo isolato, piccole trovate che risultano poca cosa soprattutto se paragonate al primo titolo. Immancabilmente, è arrivato poi anche il remake americano, uscito nel 2008 come One Missed Call, diretto da Eric Valette, un'opera piatta, con finalità meramente commerciali; è impari il confronto con l'originale di Miike, che vantava una poetica ben più alta, pur rimanendo un horror mainstream.

Con End Call la saga arriva al suo quarto capitolo, e si spegne ulteriormente. Kioshi Yamamoto confeziona un prodotto mediocre, su una sceneggiatura povera; il solito gruppetto di studenti, una leggenda metropolitana, non poi così leggenda, e morti che si susseguono in modo banale. Protagonista assoluto il cellulare, che si distingue anche nella prova attoriale, soprattutto se paragonato al cast, giovani attori che eccedono in una recitazione sgangherata ed a tratti forzata, che genera spesso ironia involontaria. A rispondere al telefono, sua altezza il diavolo in persona che, come una sorta di genio della lampada, è pronto ad esaudire qualsiasi desiderio, ma il costo da pagare sarà salatissimo. End Call è lo specchio della routine quotidiana adolescenziale, uno spaccato su eventi che si susseguono senza un motivo preciso, con un unico comun denominatore: l'inappetenza alla vita. Crisi e dolori esistenziali, depressioni, siti internet dubbi, prostituzione giovanile e pedofilia, ma il tutto tratteggiato con sciatteria e disinteresse, come il disinteresse alla vita di alcuni adolescenti che cullano, come fosse un'ancora di salvezza, il pensiero del suicidio. Il film, diviso in una serie di capitoli dalla cronologia inutilmente complessa, si risolleva appena nel finale, quando Yamamoto cerca di regalare qualche bella scena giocando con la luce e con qualche cromatismo particolare; un paio di scene splatter regalano sottili delizie ai palati degli appassionati del genere, ma sono lampi che si perdono nell'oscura mediocrità del resto del film. La musica e gli effetti sonori sono perennemente fuori luogo e quasi fastidiosi, cercano di costruire una tensione che in realtà manca in tutta l'opera, come mancano i colpi di scena ed i topoi del j-horror. Insomma, è un horror che non spaventa, manca l'elemento fondamentale, la paura; abbondano, invece, la banalità e la superficialità. End Call è un film che sembra tirato via, girato in fretta, ad uso e consumo del mercato, un’opera di cui si può fare a meno.

end callIL DVD
The Call 4 – End Call, esce nel 2008 ma viene distribuito in dvd sul mercato italiano nel giugno del 2011, prodotto dalla Enjoy Movies e distruibuito dalla Eagle Pictures. Nonostante la nitidezza dell'immagine, il dvd offre una luminosità povera e toni scuri molto saturi, forse troppo; la caratterizzazione cromatica è dominata da neri pastosi che rendono le immagini pesanti. La versione in dvd è veramente spartana, niente extra, due tracce audio, italiano e giapponese, entrambe godono del Dolby Digital 2.0. La soundtrack è onnipresente durante tutto lo svolgimento del film, in maniera ossessiva e invadente, cercando di mantenere viva una tensione costante, ma inutile, che rischia di stressare lo spettatore.

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