DVD – "Toni", di Jean Renoir

toniMelodramma secco e particolarissimo, capolavoro di gesti e di linguaggi, e modello attualissimo di un cinema corale e collettivo, diretto da uno dei registi fondamentali della storia del cinema, esce ora Toni, in versione restaurata, edito dalla Multimedia San Paolo, in un’edizione priva di contenuti extra. VIDEO

 

 
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toniTitolo originale: id.
Anno: 1934
Durata: 106’
Distribuzione: 20th Century Fox
Genere: drammatico
Cast: Charles Blavette, Celia Montalvan, Jenny Helia, Max Dalvan
Regia: Jean Renoir
Formato DVD/Video: 5 Singolo strato (Formato schermo Full Screen)
Audio: Francese, Dolby Digital 2.0 – mono
Sottotitoli: italiano, italiano per non udenti
Extra:
 
 

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IL FILM

    Toni è un film spartiacque nella carriera di Renoir; il regista vi è ritornato spesso nei suoi scritti, sottolineando come proprio dal lavoro su questo film sia scaturita in lui la consapevolezza di voler abbandonare la narrazione incentrata sull’individuo, sul protagonista centrale di una tonistoria, a favore di un’immagine corale, molteplice, in cui i personaggi si muovono all’interno di una fitta rete di rapporti che li connette tutti, e li fa essere (al di là dello spazio che effettivamente ricoprono all’interno del film) di eguale importanza.
    Toni è sicuramente un film che anticiperà una serie elementi poi sviluppatisi all’interno del Neorealismo italiano – molti esteriori, di superficie: l’uso di molti attori non professionisti, la scelta di girare in esterni in luoghi reali, l’attenzione alle problematiche delle classi lavoratrici; alcuni più profondi: l’attenzione alla verità dei gesti come rivelazione dei sentimenti e delle passioni, e la precisione nel disegnare il rapporto tra i personaggi e l’ambiente in cui vivono – ma ciò che colpisce immediatamente in questo melodramma passionale ambientato nella campagna francese è, ancora una volta il notevole gioco d’equilibrio tra costruzione e libertà, tra apparenza e realtà dell’immagine.
    La compresenza di movimenti opposti in Toni riguarda la forma stessa della narrazione e della messa in scena. Se la struttura narrativa è quella del melodramma, Renoir si preoccupa di svuotare il film da ogni elemento in grado di accentuare artificialmente il pathos. Il melodramma (genere che eccede per definizione) viene invece contenuto in una struttura asciutta ed essenziale. Il montaggio è secco, a stacchi e senza molti effetti e le scene d’azione sono narrate attraverso poche e veloci inquadrature, quasi ad evidenziare il fattto che il film va in un’altra direzione, si interessa di qualcosa d’altro.
toni Il gioco d’equilibrio tra elementi eterogenei, tra forme in conflitto – non si tratta di un movimento dialettico, quanto di una compresenza di opposti, di un mondo che rivela la propria organicità (nel cinema come nella realtà), mostrando la complessità dei suoi rapporti interni – rivela quindi, anzitutto, un modo di guardare, un atteggiamento (anzitutto morale) del regista di fronte a ciò che si accinge a filmare. Quando la macchina da presa si sofferma con rispetto (e allo stesso tempo lasciando che la scena irrompa in tutta la sua naturale sensualità) su Toni che si china sulla schiena di Josefa in mezzo al sentiero di campagna per toglierle l’insetto che si è infilato in mezzo ai suoi vestiti, quello che qui è in gioco è proprio la moralità dello sguardo, la capacità che ha il cinema di fare di un istante, di un gesto, la vera posta in gioco dell’immagine. Posta in gioco importante, perchè sarà il cinema moderno, a partire da Rossellini a portare fino in fondo questa dinamica di uno sguardo che è interessato ad altro rispetto a ciò che appare a prima vista sullo schermo. Renoir-Rossellini: un binomio che crea un percorso fondamentale per il cinema moderno e che va al di là dei rapporti possibili tra Toni e il Neorealismo, proprio perchè in entrambi, il cinema viene ripensato come sguardo in grado di penetrare la realtà, come riconosceranno poi gli autori della Nouvelle Vague. Come scriverà Jean Douchet «Rossellini non faceva altro che continuare Renoir, ma con qualcosa in più. Lavorando sulla nozione stessa di attualità, da una parte Rossellini accentuava ancor più il rapporto al diretto, al concreto, al reale; d’altra parte eliminava completamente tutto ciò che era il residuo di una tradizione drammaturgica, portava qualcosa di nuovo proprio nel trattamento del racconto, della sceneggiatura e direi anche della scrittura». è significativo il fatto che il critico francese evidenzi proprio questo aspetto come elemento alla base della nuova idea di cinema che caratterizzerà poi la Nouvelle Vague. L’idea di un cinema che lavora su più livelli e in cui lo sguardo è sempre alla ricerca di altro, di un reale che si disvela di fronte agli occhi di chi  sa guardare. Ed è lo sguardo al centro del commosso ritratto che lo stesso Renoir farà di Rossellini nel 1954: «Quest’uomo esiste anzitutto per i suoi occhi. È il senso della vita che costituisce il suo punto di riferimento con resto del mondo. È attraverso i suoi occhi che assorbe, che registra, che penetra: due occhietti a vite, capaci di forare le superfici più coriacee. Poi vi si aggiunge il suo cuore, poi il cervello si mette ad analizzare a fondo».

IL DVD

Edizione secca e priva di contenuti speciali questa prodotta dalla San Paolo Multimedia e distribuita dalla 20th Century Fox. Il riversamento è di ottima qualità dal punto di vista dell’immagine (anche se in alcune inquadrature emergono alcuni difetti di compressione) e soprattutto restituisce, in un buon Dolby Digital 2.0, la pienezza del sonoro (comunque in mono) del film, che permette allo spettatore di godere delle sfumature dialettali delle varie etnie che compongono la comunità dei personaggi del film. Spicca comunque la mancanza di qualsivoglia extra in un prodotto che avrebbe meritato un’edizione criticamente più articolata.

 

  

Toni – trailer
 
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