DVD – "Waterland – Memorie d'amore" di Stephen Gyllenhaall

Waterland disperde la sua originalità di partenza per farsi portatore di un assunto ("la storia la fanno le persone comuni con il loro passato e i dolori privati") troppo ancorato a un narrato fatto di microstorie squilibrate ed eccessive. Sono limiti che comunque non impediscono al film di avere i suoi momenti forti e di ampio respiro. DVD Minerva

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Titolo originale: Waterland

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Anno: 1992


Durata: 92'


Distribuzione: Minerva Pictures


Genere: Drammatico


Cast: Jeremy Irons, Sinead Cusack, Ethan Hawke.


Regia: Stephen Gyllenhaal


Formato DVD/video: 2.35:1 anamorfico


Audio: Italiano (DD 2.0), Inglese (DD 2.0)


Sottotitoli:


Extra: trailer originale

Il Film


E' un film su tante cose insieme Waterland di Stephen Gyllenhall. Stati Uniti 1974. Un professore di storia in crisi coniugale, Tom Crick (Jeremy Irons), è ossessionato da ricordi che celano misteri e sembrano riemergere improvvisamente. Inizia così a coinvolgere la propria classe, e in particolare lo scettico Price (Ethan Hawke), nei suoi racconti autobiografici. Ripercorrendo la giovinezza trascorsa nelle Fens, regione dell'Inghilterra composta da isole paludose,  Crick  assieme ai suoi studenti si ritrova immerso negli anni '40, durante la Seconda Guerra mondiale, e rivive l'amore acerbo per la sua futura moglie, i dolori per un fratello handicappato e una famiglia ristretta e disastrata, gli enigmi attorno a una morte misteriosa.


La struttura narrativa di Waterland è un continuo andirivieni tra passato e presente (diegetico, ovvero il 1974 con protagonista Irons). Dimensioni spazio-temporali contraddistinte da un sofisticato uso della fotografia: si passa infatti dai colori caldi e naturalistici della sezione inglese, a quelli più grigi e ordinari della location americana. Purtroppo Gyllenhaal spreca l'incanto visivo che un abilissimo direttore della fotografia come Robert Elswitt (Boogie Nights, Punch- Drunk Love, Good night and good luck, Syriana) è capace di proporre a ogni inquadratura, incollando il film dentro una struttura narrativa didascalica e farraginosa. Nonostante l'idea di incrociare più piani temporali sia suggestiva e a tratti non priva di una certa intensità, il film disperde la sua originalità di partenza per farsi portatore di un assunto ("la storia la fanno le persone comuni con il loro passato e i dolori privati") troppo ancorato a un narrato fatto di microstorie squilibrate ed eccessive. E' chiaro che l'intento di Gyllenhaal era quello di raccontare episodi e personaggi capaci di farsi Passato-Storia, ma il risultato è troppo confusamente superficiale per strappare dolore e troppo pensato per non rimpiangere la meravigliosa sospensione dei grandi maestri (Resnais su tutti). Sono limiti che certo non impediscono al film di avere comunque i suoi momenti forti, o le sue sequenze di ampio respiro (su tutte il suicidio del fratello). Colpisce in particolar modo l'atmosfera barbarica e  nordica con cui il regista dipinge una comunità e un paesaggio che sembrano davvero lontani nel tempo. Specchio di una civiltà cancellata, che, nei ricordi del protagonista, si fa immagine ora minacciosamente ancestrale, ora magica.

Il Dvd


Dal punto di vista tecnico il dvd è tutto fuorché deludente. Lo schermo panoramico in 2.35:1 rende un ottimo servizio alla notevole fotografia di Robert Elswitt, che è sicuramente l'elemento più riuscito del film. Ottima quindi la resa video, e altrettanto riuscita quella sonora con la presenza sia della traccia italiana che di quella in lingua originale, entrambe trasferite in un Dolby Digital 2.0 assolutamente appropriato per un film privo di effetti sonori particolarmente sofisticati.


Il problema è la assoluta mancanza di extra, eccezion fatta per il trailer originale. Waterland è un film indipendente di diversi anni fa, non era quindi facile preparare materiale esaustivo per un prodotto per forza di cose non paragonabile alle prestigiose operazioni home video in doppio disco. Almeno una breve filmografia su attori e regista poteva essere inserita, quanto meno per sopperire all'assenza di interviste ai realizzatori. Resta comunque un prodotto apprezzabile per chi ha amato il film, da vedere preferibilmente in lingua originale per non perdere l'interessante lavoro sui dialetti che il soggetto, nella sua doppia ambientazione geografica, propone.

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