Dying for Sex, di Kim Rosenstock ed Elizabeth Meriwether

Michelle Williams dà corpo a un personaggio intensissimo, in un romanzo di formazione “terminale” che attraversa desiderio e morte. Trovando in Jenny Slate una partner perfetta. Su Disney+

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OPEN DAY FILMMAKING & POSTPRODUZIONE: 23 maggio

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Non voglio morire con lui. Voglio morire con te.
Nel primo episodio di Dying for Sex, questa tenera e diretta richiesta della Molly di Michelle Williams alla migliore amica Nikki – una meravigliosa Jenny Slate – setta subito le coordinate di un racconto di formazione terminale e buddy movie al femminile, un ultimo viaggio a due tra chi non ci sarà più e chi resterà a ricordare, testimoniare.

Molly è nel pieno di una sessione di terapia di coppia quando riceve la telefonata che le annuncia il ritorno di un cancro al seno al quarto stadio. E mentre suo marito sembra subito lieto di riprendere il ruolo – anche di controllo – del caregiver, lei sente di volere soltanto una cosa dalla vita, qualcosa che non ha mai avuto: un orgasmo con un’altra persona.

Tratto dal podcast omonimo e dal memoir Becoming Whole della vera Molly Kochan, scomparsa nel 2019 a soli 45 anni, e sviluppato da Elizabeth Meriwether (New Girl, The Drop Out), Dying for Sex è un oggetto cangiante e mutevole, come il corpo della sua protagonista. Vive delle stesse contraddizioni, del suo tentativo di raggiungere il punto massimo di desiderio e vitalità proprio mentre va incontro alla propria disgregazione.
Così, all’esplorazione delle pratiche BDSM e di un bizzarro campionario umano – raccontato con piglio da commedia brillante vicino alle prime stagioni di Sex and the City – fa da contraltare il monologo interiore di Molly sulle molestie subite da bambina e il suo bisogno di ribellarsi una volta per tutte al ruolo di vittima e martire o, ancora peggio, alla retorica della guerriera contro la malattia.

Con una scrittura che ha dalla sua la disarmante sincerità di Kochan e l’esperienza nella rom-com di Meriwether, Michelle Williams dà vita a uno dei suoi personaggi più belli e intensi, nel quale la fragilità del suo corpo minuto e dei suoi occhi sgranati su un mondo da abbracciare racchiudono l’emotività e l’irrequietezza che già apparteneva a Jen Lindley e Mitzi Fabelman. E trova una partner incredibile in Jenny Slate, alle prese con il ruolo più importante della sua carriera. Nikki, con la sua tendenza a perdere il controllo e la sua “borsa di Mary Poppins” in cui gli oggetti svaniscono come in un buco nero, è l’altra metà di Molly, l’unica a poter davvero comprendere la necessità di questo viaggio alla scoperta di sé, prima del viaggio definitivo.

Nel corso degli otto episodi la serie vira sul drammatico, spiazza, torna indietro su toni da commedia per trovare poi un flusso liberatorio negli ultimi episodi che seguono tutte le fasi della morte.
Il corpo sa cosa deve fare”, spiega l’infermiera Amy, addetta “agli ultimi giorni”. La vitalità estrema, le allucinazioni, l’esperienza totalizzante di una vita che esplode prima di placarsi. Forse nessun’altra serie aveva mostrato con tale lucidità e trasparenza gli istanti finali di un’esistenza che si spegne. A tratti emotivamente insostenibile per il materiale incandescente che affronta – tra la violenza e la bellezza delle relazioni umane, gli istanti di pura gioia seguiti da dolori lancinanti – Dying for Sex sfida la narrazione anestetizzata del trauma come prodotto da social e affonda lo sguardo in ciò che preferiamo rimuovere. Per ricordarci cosa voglia dire essere umani.

 

Titolo originale: id.
Creata da Kim Rosenstock ed Elizabeth Meriwether
Regia: Shannon Murphy, Chris Teague
Interpreti: Michelle Williams, Jenny Slate, Sissy Spacek, Jay Duplass, Rob Delanay
Distribuzione: Disney+
Durata: 8 episodi di circa 30′
Origine: USA, 2025

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
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