E' complicato è l'ulteriore dimostrazione di una verità nota già a molti: Nancy Meyers conosce a perfezione i trucchi del mestiere. Tuttavia, è anche consapevole di come una devozione totale possa soffrire la mancanza di originalità, un pericolo da cui cerca sempre di deviare. L'aggiornamento è incerto, e il film da il meglio quando vi rinuncia, e si muove liberamente sulla traccia del meccanismo consolidato.
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E’ complicato è l’ulteriore dimostrazione di una verità che era già nota a molti: Nancy Meyers conosce i trucchi del mestiere. Dopotutto, non potrebbe essere altrimenti, dopo una lunghissima carriera passata a sceneggiare commedie di successo come Baby Boom (1987) e Il padre della sposa (1991), e a dirigere film come What Women Want (2000) e Tutto può succedere (2003). Il suo segreto potrebbe essere nascosto nel modo in cui il vecchio vicino di casa racconta a Kate Winslet come nasce una perfetta storia da romance, in un dialogo del precedente L’amore non va in vacanza: un uomo va ai grandi magazzini per comprare solo il sopra del pigiama, e quando si ritrova davanti alla commessa scopre che la donna che lo precede sta cercando esclusivamente un pezzo di sotto, fino a quando i loro occhi non si incontrano… Il personaggio in questione era proprio uno sceneggiatore dell’epoca d’oro, caratterizzato come fosse un Ben Hect dimenticato e sepolto in una villa dei sobborghi di Los Angeles. Nancy Meyers adora il ritmo dei classici: E’ complicato lo dimostra in modo esemplare, per il modo in cui gioca costantemente con gli sguardi dei personaggi, che si alternano negli stati d’animo e tengono abilmente in piedi l’idea di film corale. La sequenza emblematica è quella in cui – alla festa di laurea del figlio – le coppie che ballano nella veranda della casa vengono viste da quattro prospettive differenti: quella di Meryl Streep, quella di Alec Baldwin, quella di Steve Martin e quella di Lake Bell. Il gioco delle soggettive, tutte condizionate da un diverso umore circa la situazione, è risolto con un dolly molto sobrio, con l’eleganza degna delle migliori commedie sofisticate. Tuttavia, è come se la Meyers si rendesse conto del limite implicito in questa sua appassionata devozione, che potrebbe essere una certa mancanza di originalità: cerca di rinnovarsi, ma i suoi tentativi hanno dei risultati ancora incerti. Il fatto che la Streep e Martin fumino erba non è un aggiornamento particolarmente felice, così come la ricerca di freschezza nei dialoghi che la donna intrattiene con le sue attempate amiche single: anzi, in qualche modo appare tanto stonato da sembrare una deviazione forzata dal tono old-syle che fino a quel momento aveva perseguito felicemente, come la bella sequenza degli equivoci in albergo. Non si capisce fino a che punto queste derive siano giustificate da una sua immedesimazione con i problemi personali e sessuali di una donna che si avvicina ai sessanta – con cui invece gioca con grande ironia la Streep, sempre divertita quando le consentono di svestire i panni di vecchia megera – o siano la conseguenza della sua ansia non richiesta di tentare una fuga dall’abituale schematismo della lotta tra i sessi. Sicuramente, E’ complicato – come tutti i suoi film – da il meglio di se proprio quando si muove liberamente e senza interesse sulla traccia del meccanismo consolidato, e rende molto meno quando invece si arrende alla necessità di una conclusione.
Titolo originale: It's Complicated
Regia: Nancy Meyers
Interpreti: Meryl Streep, Alec Baldwin, Steve Martin, John Krasinski, Lake Bell
Distribuzione: Universal
Durata: 118'
Origine: USA, 2009
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