È morta Lucia Bosé

L’attrice si è spenta oggi a 89 anni a causa del Coronavirus. Dopo aver vinto Miss Italia nel 1947, è stata protagonista del cinema italiano nella prima metà degli anni ’50.

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Si è spenta oggi a Segovia Lucia Bosé, a causa del Coronavirus. Aveva compiuto da poco 89 anni e proprio lo scorso ottobre era venuta in Italia in occasione della Festa del Cinema di Roma che le aveva reso un omaggio con la pubblicazione della biografia scritta da Roberto Liberatore

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Nata a Milano, era stata scoperta da Luchino Visconti quando lavorava come commessa alla pasticceria Galli. Dopo aver vinto Miss Italia nel 1947 si sono spalancate le porte del cinema. Giuseppe De Santis già la voleva per Riso amaro (1949) che non ha potuto girare per l’opposizione della famiglia. Il regista l’ha poi diretta in in Non c’è pace tra gli ulivi (1950) e in Roma ore 11 (1952). La sua carriera è decollata proprio all’inizio degli anni ’50. È stata protagonista del primo lungometraggio di Michelangelo Antonioni, Cronaca di un amore (1950), nei panni della moglie di un ricco industriale che progetta di uccidere il marito assieme all’amante e in La signora senza camelie (1953) dove è un ex-commessa che sposa un produttore, diventa attrice ma la sua carriera non decolla.

Decisivo, in questo inizio decennio, è stato anche l’incontro con Luciano Emmer. Dopo Parigi è sempre Parigi (1951), ha interpretato Marisa che aspira a fare l’indossatrice contro il parere del padre e il fidanzato in Le ragazze di Piazza di Spagna (1952). Ha girato poi commedie al fianco di Walter Chiari, con cui è stata a lungo fidanzata, come È l’amor che mi rovina (1951) di Mario Soldati, Era lei che lo voleva! (1953) di Marino Girolami e Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli. Nel 1955, dopo il ruolo dell’operaia in Gli sbandati di Francesco Maselli e una giovane vedova in un film minore di Buñuel (Gli amanti di domani), ha sposato il torero Luis Miguel González, da cui ha avuto tre figli tra cui il cantante Miguel.

Da quel momento la sua attività ha iniziato ad essere meno intensa. Tra gli anni ’60 e ’70 vanno soprattutto ricordati i suoi personaggi dell’amica di Orfeo in Il testamento di Orfeo (1960) di Jean Cocteau, di glaia in Sotto il segno dello scorpione (1969) di Paolo e Vittorio Taviani, della matrona suicida in Fellini Satyricon (1969) e della nuora di un giovane architetto che ha perso la testa per lei nel giallo La controfigura (1970) di Romolo Guerrieri. È stata anche diretta, tra gli altri, da Mauro Bolognini (Metello, 1970; Per le antiche scale, 1975), Nelo Risi (La colonna infame, 1973), Francesco Rosi (Cronaca di una morte annunciata, 1987) e Maurizio Ponzi (Volevo i pantaloni, 1990).

Tra i suoi ultimi ruoli, ci sono stati quello di Safiyè anziana in Harem Suare (1999) di Ferzan Ozpetek e Donna Ferdinanda in I Viceré (2007) di Roberto Faenza.

 

A breve un profilo approfondito

 

LA NOSTRA TOP 5

 

Cronaca di un amore

 

Roma ore 11

 

Le ragazze di Piazza di Spagna

 

La signora senza camelie

 

Gli sbandati

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