È morto Alain Tanner, tra i nomi di punta del nuovo cinema svizzero

Si è spento ieri a 92 anni. Ha profondamente rinnovato il cinema svizzero assieme agli altri cineasti del Group 5. Con Gli anni luce ha vinto il Gran Premio Speciale della Giuria a Cannes

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È morto ieri a Ginevra a 92 anni Alain Tanner, uno dei nomi di punta del nuovo cinema svizzero. Figlio di un pittore e un’attrice, alla fine degli anni ’50 entra in contatto con alcune delle figure più importanti del Free Cinema (Karel Reisz, Lindsay Anderson, Tony Richardson) e proprio a Londra realizza Nice Time (1957), assieme a Claude Goretta, sulla vita notturna a Piccadilly Circus. Gira poi documentari, prima per la BBC e poi per la televisione svizzera. Tra questi, c’è quello sull’alluvione di Firenze del 1966. Nel 1968  fonda, assieme a Goretta, Michel Soutter, Jean-Louis Roy e Jean-Jacques Lagrange il Group 5, manifesto del giovane cinema svizzero. Nel 1969 Ha esordito nel lungometraggio con Charles mort ou vif (1969), Pardo d’oro all’unanimità al Festival di Locarno, in cui emergono già alcuni temi portanti del suo cinema. Attraverso la figura dell’industriale a capo di una fabbrica di pezzi di orologi che molla famiglia e lavoro e va a vivere con una coppia di amici, Tanner affronta la disillusione generazionale post ’68, le crisi esistenziale e l’instabilità della coppia che ritornano anche nei suoi film successivi. Il tono tra inchiesta tra cinéma verité e thriller intimo segna La salamandre (1971), su un giornalista che deve scrivere per la tv un programma su una ragazza madre processata per aver ferito lo zio con una fucilata.

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Tra i suoi titoli più importanti, c’è la parabola politica di Jonas che avrà vent’anni nel 2000 (1976) che ruota attorno a quattro coppie di personaggi il cui nome comincia con “Ma”, un film sulla staticità delle ideologie mostrata però in modo ironico e appassionato. Il film è stato molto amato da Paulin Kael, che nella sua recensione per il “The New Yorker”, ha scritto: “Jonas è così ingegnosamente costruito che uno se lo può godere alla maniera in cui poteva godersi i film egalitari di Renoir degli anni trenta, concentrandosi su ciascun personaggio a turno…”- Con Gli anni luce (1981), tratto dal romanzo La voie sauvage di Daniel Odier e Gran Premio Speciale della Giuria al 34° Festival di Cannes, lascia sfociare le proprie teorie filosofico-esistenzialiste nel sogno attraverso la figura di un meccanico-ornitologo che sottopone un giovane a una serie di prove per iniziarlo ai segreti dell’esistenza. Nel film, ambientato in Irlanda nel 2000, ritorna il personaggio di Jonas, quello che nel titolo originale nel film del 1976, avrebbe avuto 25 anni nel 2000.

La sperimentazione, le tracce documentaristiche, il tempo sono al centro di uno dei suoi film più belli, Dans la ville blanche (1983), un vagabondaggio tra due città, due donne (35 mm e Super8) e due donne. Quello di Tanner continua ad essere sospeso tra zone di confine e destini incrociati (Terra di nessuno, 1985), tra due storie d’amore attraverso 25 scene, una per ogni giorno (Una fiamma nel mio cuore, 1987), tra ricerca di stimoli creativi e, ancora, il vuoto esistenziale che c’è attorno (il regista e l’attrice di La valle fantasma, 1987). Affronta la condizione femminile e il razzismo in La ragazza di Rose Hill (1989) e Fleurs de sang (2002), ritorna su altre storie di fuga con il protagonista alla ricerca di se stesso in L’homme qui a perdu son ombre (1991) e un narratore che vaga per la città in attesa del’incontro con Fernando Pessoa (Requiem, 1998, dal romanzo di Antonio Tabucchi) e chiude idealmente il cerchio con una riflessione sull’arte e la finzione nel suo ultimo lungometraggio, Paul s’en va (2004), con protagonisti diciassette della Scuola Superiore di Arte Drammatica del Conservatorio di Ginevra, i cui nomi cominciano con M, che vengono abbandonati dal loro insegnante. Forse inconsapevolmente, forse no è la lucida chiusura di un percorso teorico di un cinema che ha avuto sempre bisogno di rompere le regole tradizionali all’interno di ogni film per poi ricostruirle, seguendo un percorso mentale ed emozionale.

 

LA NOSTRA TOP 5

Jonas che avrà 20 anni nel 2000 (1976)

 

Dans la ville blanche (1983)

 

Gli anni luce (1981)

 

La salamandre (1971)

 

Charles mort ou vif (1969)

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