È morto Ian Holm

Si è spento ieri a Londra a 88 anni uno dei più importanti attori britannici, famoso per i ruoli dell’androide Ash in Alien e di Bilbo Baggins nelle trilogie di Il signore degli anelli e Lo Hobbit.

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È morto ieri a 88 anni a Londra, Ian Holm, uno dei più importanti attori britannici teatrali e cinematografici. Nato a Goodmayes il 12 settembre del 1931 e figlio di uno pschiatro, si è poi trasferito a Londra dove si è diplomato alla Royal Academy of Dramatic Arts nel 1954.

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La sua carriera al cinema e in tv è iniziata alla fine degli anni ’50 ma ha continuato ad essere attivo soprattutto in teatro con la Royal Shakespeare Company dove ha vinto un Tony Award per il dramma The Homecoming di Harold Pinter nel 1967 e poi, nel 1998, il Laurence Olivier Award come miglior attore per King Lear. Al cinema ha lavorato costantemente soprattutto dalla fine degli anni ’60 con il personaggio di Grubeshov in L’uomo di Kiev (1968) di John Frankenheimer.

Nel corso della sua lunga carriera è ricordato soprattutto per i ruoli dell’androide Ash in Alien (1979) di Ridley Scott e di Bilbo Baggins nelle trilogie di Il signore degli anelli e Lo Hobbit dirette da Peter Jackson. Ma è stato anche Re Giovanni in Robin e Marian (1976) di Richard Lester, Napoleone in I banditi del tempo (1981) e Mr. Kurtmann in Brazil (1984), entrambi di Terry Gilliam. Tra le sue prove più intense ci sono quella dell’avvocato che cerca di convincere i genitori dei bambini deceduti in un incidente con l’autobus a ottenere un ricco risarcimento in Il dolce domani (1997) di Atom Egoyan e dell’inquietante medico della famiglia reale che cela un’altra identità in La vera storia di Jack lo squartatore – From Hell (2001) dei fratelli Hughes. È stato poi candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista e ha vinto il BAFTA per Momenti di gloria (1980) di Hugh Hudson per il personaggio dell’allenatore Sam Mussabini. Con lo stesso cineasta ha poi lavorato anche in Greystoke – La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie (1984) nei panni del capitano Phillippe D’Arnot.

Diretto due volte da David Cronenberg in Il pasto nudo (1991) ed eXistenZ (1999), Kenneth Branagh in Enrico V (1989) e Frankenstein di Mary Shelley (1994), Richard Attenborough in Oh, che bella guerra (1969) e Gli anni dell’avventura (1972) e Mike Newell in L’uomo dalla maschera di ferro (1977) e Ballando con uno sconosciuto (1985), ha lavorato anche con Woody Allen (Un’altra donna, 1988), Steven Soderbergh (Delitti e segreti, 1991), Martin Scorsese (The Aviator, 2004), Arnaud Desplechin (Esther Kahn, 2000), Sidney Lumet (Prove apparenti, 1997), Luc Besson (Il quinto elemento, 1997), Stanley Tucci (Big Night, 1996), Andrew Niccol (Lord of War, 2005) e Franzo Zeffirelli (Amleto, 1990).

Ha spaziato dal cinema d’autore a quello di genere come in The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo (2004) di Roland Emmerich a quello indie statunitense come nell’opera prima come regista di Zach Braff, La mia vita a Garden State (2004).

Nel 1998 ha ricevuto il titolo di baronwtto per meriti artistici dalla Regina Elisabetta II.

 

LA NOSTRA TOP 5

 

Il dolce domani (1997)

 

La vera storia di Jack lo squartatore – From Hell (2001)

 

Alien (1979)

 

Il pasto nudo (1991)

 

Il Signore degli anelli – La compagnia dell’anello (2001)

 

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