È morto Lando Buzzanca

L’attore è deceduto ieri a Roma a 87 anni. Lanciato da Germi, ha raggiunto una grande popolarità all’inizio degli anni ’70. Lo ricordiamo con la nostra top 5

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È morto ieri a Roma a 87 anni Lando Buzzanca. Ha raggiunto una grande popolarità sul grande schermo con Il merlo maschio (1971) dopo essersi affermato in tv con Delia Scala nel programma Signore e signora. Ma, dopo una comparsa in Ben-Hur (1959), è stato lanciato da Pietro Germi che gli ha affidato il ruolo di Rosario Mulè in Divorzio all’italiana (1961) e di Antonio Ascalone, il fratello della protagonista Agnese in Sedotta e abbandonata (1964). La sua carriera sembrava ben avviata. All’inizio degli anni ’60 ha interpretato – tra gli altri – I giorni contati (1962) di Elio Petri, La parmigiana (1964) e Il magnifico cornuto (1964) di Antonio Pietrangeli oltre ad essere stato il marito geloso nell’episodio “Come un padre” di I mostri (1963) di Dino Risi. Succesivamente è spesso al centro di commedie a episodi (Letti sbagliati e Made in Italy del 1965), parodie (James Tont operazione D.U.E., 1966) e dopo esser stato il capo della polizia in Caccia alla volpe (1966) di Vittorio De Sica, oha ottenuto uno dei ruoli più significativi come protagonista di Don Giovanni in Sicilia (1967) di Alberto Lattuada.

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Negli anni ’70, oltre a Il merlo maschio, si è messo soprattutto in evidenza nei panni dell’operaio strumentalizzato in Il sindacalista (1972) di Luciano Salce, oltre che in All’onorevole piacciono le donne (1972) di Lucio Fulci, L’arbitro e Il domestico (entrambi del 1974) di Luigi Filippo D’Amico. Ma poi ha rifiutato i ruoli che gli ha proposto la commedia sexy all’italiana e dagli anni ’80, tranne qualche apparizione come in Vado a vivere da solo (1982) di Marco Risi, ha preferito dedicarsi alla radio e al teatro.

Nel 2005 ha avuto un grande successo di pubblico in tv con la fiction Mio figlio in cui ha interpretato il padre di un ragazzo omosessuale, ruolo che è stato criticato da diversi esponenti del centrodestra per cui non ha mai nascosto le sue simpatie, tanto da aver dichiarato, in un’intervista a “Il Corriere della Sera” del 2006 che è stato boicottato da produttori e registi di sinistra per le sue idee politico. Per uno degli ultimi film interpretati, I Vicerè (2007) di Roberto Faenza, è stato candidato al David di Donatello come miglior attore protagonista.

 

LA NOSTRA TOP 5

IL MERLO MASCHIO (1971)

 

SEDOTTA E ABBANDONATA (1964)

 

DON GIOVANNI IN SICILIA (1967)

 

L’ARBITRO (1974)

 

I VICERÈ (2007)

 

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