È morto Riccardo Dalisi, maestro dell’arte povera

Il celebre designer si è spento a Napoli all’età di 91 anni. Premiato due volte con il Compasso d’Oro, è conosciuto dal grande pubblico per la reinterpretazione della caffettiera napoletana

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Si è spento a Napoli all’età di 91 anni Riccardo Dalisi, maestro dell’arte povera e del contre design, celebre al grande pubblico per aver reinterpretato a suo modo la caffettiera napoletana per Alessi. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Architettura Radicale, un movimento di ricerca architettonica d’avanguardia legato a tematiche utopistiche ed irrazionali, in contrapposizione alle convenzioni razionaliste e funzionaliste dell’epoca. Durante la sua lunga carriera, Dalisi ha vinto per due volte il Compasso d’Oro, nel 1981 per la ricerca sulla caffettiera napoletana e nel 2014 per l’impegno nel sociale. L’insigne critico d’arte Gillo Dorfles lo ha definito un artista che “sa essere garbato… gioioso, ilare, ironico e anche umano, fantastico, persino grottesco”.

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Nato a Potenza nel 1931, Dalisi si laurea in architettura all’Università Federico II di Napoli, città che diventerà per lui casa e ispirazione delle sue opere e invenzioni. Dal suo magico studio incastonato nel tufo in Rua Catalana, quartiere-laboratorio dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1997, Riccardo Dalisi ha concepito opere che negli anni sono state esposte nei più importanti musei del mondo, da Parigi a Berlino e da New York a Seoul.

Dalisi è molto noto a livello internazionale per le numerose reinvenzioni nel campo del design, ma nella sua Napoli sarà sempre ricordato per l’impegno profuso ad elevare culturalmente e artisticamente i quartieri popolari della città, i quali restano tuttora decorati con le sue opere. Il Centre Pompidou di Parigi, vero e proprio tempio mondiale dell’arte moderna e contemporanea, ospita in collezione permanente la documentazione del suo lavoro svolto con gli artigiani e i bambini del Rione Traiano, un impegno proseguito tempo dopo nel Rione Sanità. Con i giovani dei rioni e dell’istituto penale per i minorenni di Nisida è riuscito ad unire la ricerca e la didattica, utilizzando i consueti materiali poveri (latta, ferro, ottone) e spaziando tra il mitico e il sacro. Con le pubblicazioni degli ultimi tempi, da Il compasso di latta in poi, Dalisi aveva intrapreso una nuova strada per la ricerca artistica, quella improntata ai diritti umani e all’eco-compatibilità. In una delle ultime interviste aveva illustrato con passione questa sua deriva green: “La società ci chiede una nuova efficienza, nuovi progetti ecosostenibili. L’arte deve disvelare le questioni poste dalla contemporaneità e fornire risposte. Occorre ripensare i modi della produzione, scostandoci dal consumo usa e getta”.

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