È per il tuo bene, di Rolando Ravello

La crisi del maschio italiano trova un singolare punto d’incontro tra reazione ed innovazione nella commedia di Rolando Ravello. Disponibile su Amazon Prime Video

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La commedia italiana continua da anni ad importare soggetti peculiari da cinematografie a noi affini – ma il successo da Guinness all’estero di Perfetti sconosciuti, capace di avere ben 18 remake internazionali, mostra come il nostro destino non sia necessariamente segnato da questo comodo ripiegamento – per sovra-impressionarli con i marcati caratteri del nostro Paese. Un’operazione che dietro la facciata scolasticamente rassicurante della parafrasi nasconde in realtà trappole di linguaggio cinematografico non indifferenti: cosa si possa replicare e cosa si debba modificare, cosa vada aggiunto e cosa eliso senza perdita della densità originale, la differenza ricettiva tra pubblici di nazionalità sicuramente affini ma in fondo diversi. Ancora una volta in questa torrida estate ci troviamo di fronte ad un remake ma questa volta dagli esiti meno nefandi. È per il tuo bene, di Rolando Ravello prodotto da Roberto Sessa per Picomedia in collaborazione con Medusa Film e distribuito in streaming in Italia a partire dal 2 luglio 2020 su Amazon Prime Video è il rifacimento della pellicola spagnola Es por tu bien del 2017 dello spagnolo Carlos Theròn. Tre uomini, tra loro cognati, non accettano i partner delle tre figlie arrivando a scontrarsi con le tre mogli pur di sabotare anche con mezzi criminali la relazione delle giovani ragazze. Un plot, come si evince da questa sinossi volutamente stringata, dai risvolti potenzialmente infiniti, modellabile a secondo della direzione che si sceglie di intraprendere: familistica, sociale, di genere. Ascrivibile alla sempre fluente corrente della commedia morale, dove la risata da Aristofane in poi è veicolo di serioso messaggio, È per il tuo bene pur non rinunciando alla crassa goliardia (il segmento con il pusher interpretato da Lele Vannoli è puro repertorio, nel bene e nel male) cerca di intercettare quasi tutte queste direttrici provando così ad ingarbugliare il tenue filo di leggerezza col quale è intrecciato.  La sceneggiatura, adattata da Fabio Bonifacci e lo stesso Rolando Ravello, fa del mancato matrimonio di Valentina, figlia unica del benestante “in vista” Arturo (ancora un’altra figura di Avvocato, santino professionale italiano insieme al Carabiniere e al Dottore) lo spunto di partenza della crisi dei tre padri/mariti protagonisti interpretati da Marco Giallini, Vincenzo Salemme e Giuseppe Battiston.

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Piccola postilla: curioso che proprio per un’opera che, come vedremo a breve, rischi di esondare pur di essere un film “femminista” sia venuto a calare la scure della Nemesi. La distribuzione del film è stata infatti preceduta da una polemica per il lancio della sua prima locandina, subito definita sessista: i nomi delle tre attrici protagoniste, Valentina Lodovini, Isabella Ferrari e Claudia Pandolfi che hanno screentime quasi pari al quello dei loro colleghi, erano assenti. La Medusa ha provato a giustificare l’accaduto come una svista da parte dei produttori che casualmente s’erano invece ben ricordati di piazzare in bella vista quelli dei tre uomini, bastevoli da soli ad attirare il grande pubblico. Tornando al film, È per il tuo bene nel suo autonomo svolgimento vuole essere la certificazione della crisi del maschio italiano, inevitabilmente reazionario sia nel raffronto con le compagne di vita che con le amate figlie. Ravello, proseguendo in questo un discorso che aveva già accennato nel suo esordio Tutti contro tutti, si diverte a demolire i dogmi patriarcali che anche inconsciamente sono instillati in questi tre protagonisti solo all’apparenza così progressisti, in superficie padri attenti e mariti innamorati. Un atto d’accusa in piena regola, un monito alla correità complice con cui gli uomini cercano di sottomettere la vita quando essa smette di rispondere alle proprie prerogative. Le esagerate reazioni dei tre cognati di fronte alle scelte delle loro figlie sono tolemaici tentativi di resistere alla rivoluzione copernicana dell’uguaglianza di genere. E che i fattori scatenanti della presa d’atto di un non più possibile esclusivo esercizio autoritario sulla famiglia siano l’amore omosessuale, quello per un trapper ossigenato e per un compagno con trent’anni in più sono le forme cinematografiche con cui il film compendia su schermo questa defenestrazione sempre più vicina del maschilismo dalla società occidentale.
Dal punto di vista dei modi e degli stilemi Ravello si macchia però a sprazzi di pressappochismo, scontando sia superficialità di scrittura – il veganesimo e l’ecologismo di Alexia condannati con la solita superba alzata di sopracciglia di chi proprio non concepisce i guerriglieri ambientalisti – sia una struttura sbilanciata verso il tourbillon comico. Ma l’idiosincrasia principale di È per il tuo bene sta nella smisurata esaltazione del gineceo formato dalle sei donne protagoniste della vicenda che paradossalmente toglie forza a quello che voleva essere un dolce inno al girl power. Tre madri e tre figlie che nell’arco di un’ora e quaranta non sbagliano mai una battuta (anche le parolacce di Marta hanno il sapore del giusto sbotto) sanno tanto di aprioristica idealizzazione, soprattutto se raffrontati con uomini, anche comprimari, che fanno di tutto per screditarsi agli occhi dello spettatore. Anche perché, a voler poi andare a fondo della questione, delle tre mamme conosciamo solo il loro lato casalingo e la ribellione delle tre figlie è puramente strumentale, limitata al solo lato sentimentale senza che vengano posti in discussione i fondamenti di un potere sino ad allora subito senza obiezioni.
Non si domanda certo ad un prodotto pensato per il largo consumo su una piattaforma commerciale di streaming un atto di dirompente performance femminista ma questo tipo di industria audiovisuale ben cartografa l’odierna situazione. Marco Giallini che dopo una violenta opposizione rinsavisce, ammette la tentata truffa e partecipa dal carcere all’unione civile di sua figlia con una donna è l’immagine che riassume il punto a cui la questione di genere è arrivata nel dibattito pubblico. Finalmente il maschio medio ben impersonato dall’attore romano comincia a scontare la sua colpa. La riabilitazione è però lasciata all’immaginazione dello spettatore e del cittadino, in un seguito che non è stato nemmeno annunciato.

 

Regia: Rolando Ravello
Interpreti: Vincenzo Salemme, Marco Giallini, Isabella Ferrari, Giuseppe Battiston, Claudia Pandolfi, Valentina Lodovini, Matilde Gioli
Distribuzione: Medusa Film, Amazon Prime Video
Durata: 96′
Origine: Italia, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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