Eastwood, di Alireza Rasoulinejad

Eastwood, di Alireza Rasoulinejad è un viaggio alla ricerca di qualcosa che forse non è mai esistito, alla scoperta delle memoria di un paese ricco e suggestivo. Dal MedFilm Festival

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Il ritrovamento di un giornale sulla cui prima pagina compare una foto di Clint Eastwood a passeggio in un giardino è il pretesto che spinge il regista Alireza Rasoulinejad ad imbarcarsi in un viaggio verso la città iraniana di Sirjan, dove spera di capire le ragioni di quella foto. Eastwood è una paradossale commedia sul cinema classico e sul viaggio di un uomo alla ricerca di qualcosa che forse non è mai realmente esistito.

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Non si mostra mai in viso Alireza Rasoulinejad. Nel corso del film il regista è sempre coperto da un casco da motociclista. “Richiamare vecchi ricordi deve sempre essere fatto con attenzione e prendendo misure di sicurezza, io preferisco attraversare i ricordi indossando un casco”. Una scelta ironica ma che crea un interessante contrasto: un uomo il cui volto non è mai visto, e che resta un mistero per tutta la durata del film, si addentra alla ricerca di una delle facce più note della storia di Hollywood, in un percorso che lo porterà ad esaminare in foto i primi piani di diverse altre persone.

Dai coltivatori di pistacchi, alle giovani atlete di Taekwondo che si allenano duramente come delle giovani Maggie Fitzgerald, il film accompagna lo spettatore in un percorso di scoperta del Sirjan e dei suoi abitanti, grazie alle suggestive immagini di Rasoulinejad, che restituiscono un entroterra che sembra il setting ideale per un film western.

Easwood vorrebbe essere una satira alla cultura dominante Hollywoodiana, ma finisce presto per diventare anche altro, in un film che riesce ad incrociare diversi percorsi di scoperta, ma che allo stesso tempo nasconde una vena malinconica. La passione per i vecchi western del regista, condivisa con altri personaggi che compaiono nel lungometraggio, sembra ironizzare sulla visione di un passato spesso considerato più rassicurante del presente. Un passato che, proprio come la foto di Clint Eastwood, è possibile non sia mai realmente esistito e la cui presenza viva solo nei nostri ricordi, come uno scherzo della nostra memoria.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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