Eat Local – A cena coi vampiri, di Jason Flemyng

Humour British compassato e distaccato, atmosfera black accennata ma senza la necessaria cattiveria. Rimbalza da Carpenter a Capra, ma è solo evanescente passerella di alcuni attori

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Forse per uscire dalla calma piatta bisogna attendere la sorpresa finale. Quando gran parte dei personaggi sono spariti. Perché Eat Local – A cena coi vampiri appare soprattutto un film evanescente. Che ha la stessa consistenza dei suoi vampiri quando si dissolvono. Siccome può sembrare esagerato, fuori le righe, è anche divertente? Forse si. Ma anche no. Del resto sui titoli di coda il set è mostrato come un gioco. Peccato che questo clima non abbia invece contaminato il plot di questa opera prima come regista dell’attore britannico Jason Flemyng, che ha collaborato tra gli altri con Ritchie, Romero, Fincher e Bertolucci.

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In un casolare della campagna inglese si ritrovano tutti gli otto vampiri della Gran Bretagna per la loro consueta riunione cinquantennale. Uno di loro però viene eliminato perché ha violato le regole deontologiche e si è nutrito di bambini. E deve essere sostituito. Intanto una delle vampire, Vanessa, ha portato con sé un giovane che ha sedotto, Sebastian. E sembra essere condannato a prendere il posto del vampiro deceduto. Nel frattempo un gruppo di cacciatori, guidati dallo spietato capitano Bingham, si trova all’esterno e ha intenzione di irrompere durante la riunione.

Sembra soprattutto una divertita passerella di attori. Da Dexter Fletcher a Charlie Cox, da Annette Crosbie a Tony Curran. Con un umorismo British per creare quella distanza da quello che si sta mostrando. Si avvicina a tratti a quelle forme di black-comedy dell’unico film di Peter Berg detestabile, Cose molto cattive. Ma non ha – e forse non vuole avere – la cattiveria necessaria. Accenna a percezioni soggettive – l’immagine del corpo freddo e di quello caldo, lo specchio in cui Sebastian non vede nessuno – che però poi vengono inspiegabilmente accantonate. Prova a rimbalzare verso Frank Capra. Il frigorifero con i cadaveri quasi reminescenza della cantina di Arsenico e vecchi merletti. Ma l’assedio è mostrato con una sciatteria assoluta. Quasi una parodia alla Carpenter di Distretto 13. E quando entrano in gioco dialoghi sui migranti e sui danni dei programmi tv sulla cucina, si capisce definitivamente che non tira aria.

 

Titolo originale: Eat Locals
Regia: Jason Flemyng
Interpreti: Billy Cook, Freema Agyeman, Tony Curran, Dexter Fletcher, Adrian Bower, Roman Clark, Charlie Cox, Mackenzie Crook, Annette Crosbie, Ruth Jones, Lukaz Leong
Distribuzione: Mediterranea Productions
Durata: 93′
Origine: Gran Bretagna, 2017

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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