"Eccomi qua", di Giacomo Ciarrapico

Da un lato, l'affettuoso e nostalgico ossequio alle atmosfere spensierate dei film disimpegnati di trent'anni fa; dall'altro, dialoghi surreali intrattenuti da personaggi onirici: omaggi al cinema italiano di genere degli anni '70 ed echi morettiani, insieme.

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Omaggi al cinema italiano di genere degli anni '70 ed echi morettiani, insieme. Nel film di Giacomo Ciarrapico – commedia su giovani "senza arte né parte" – da un lato c'è l'affettuoso, nostalgico ossequio alle atmosfere spensierate dei film disimpegnati che, trent'anni fa, fondavano la forza d'attrazione del loro pubblico sulla semplicità di un prodotto artigianale e sulla sagacia delle battute; dall'altra, contemporaneamente ed inaspettatamente, c'è il Nanni d'epoca, quello di Ecce Bombo, quello lieve dei dialoghi surreali intrattenuti – sulla scena di una Roma indolente – da personaggi onirici che entrano ed escono dai piani come entrerebbero ed uscirebbero dalle tavole di Jacovitti. Per cui, se i Vanzina non hanno avuto successo nel riprodurre il clima epico e miserabile – reso immortale da loro padre – che circondava le corse dei cavalli, la mandrakata è riuscita a Ciarrapico, che fa tornare in mente Febbre da cavallo nel modo in cui si pensa ad un amico che non si vede da tanti anni; e se i bombi di Moretti hanno ormai cinquant'anni, nuovi pigri ironici giovani bombi siedono esattamente al posto dei loro predecessori, come se il tempo si fosse fermato.
L'amore di Ciarrapico per il cinema italiano "minore" – il grande assente dalla scena italiana, oggi che la fiction ingloba ormai tutti i percorsi narrativi diversi da quelli cosiddetti d'autore – sgorga da scenografie, costumi, dialoghi, situazioni: dovunque sia possibile rendere esplicita lode a quel tempo e a quel modo di fare cinema che non ci sono più, retró-demodé-unfashionable-vintage come i suoi personaggi. Così, mentre i registi/sceneggiatori emergenti, annodati da un'opprimente ansia di autorialità, impediscono alla loro capacità d'espressione di manifestarsi senza impedimenti intellettualistici, Ciarrapico racconta sé stesso – Eccomi qua – in modo libero e leggero, in un film nel quale Matteo, il protagonista, assieme alla sua stramba e sparuta congrega di amici, rappresenta l'altra faccia dei trentenni: quei borderline scansati da Muccino che – a velocità minima – si dirigono verso il nulla, con l'espressione del volto perennemente corrugata come se si fossero appena svegliati di soprassalto, in un luogo mai visto prima.

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Regia: Giacomo Ciarrapico
Sceneggiatura: Giacomo Ciarrapico
Fotografia: Luca Coassin
Montaggio: Rita Rognoni
Musica: Giuliano Taviani
Scenografia: Emita Frigato e Roberto Ricci
Costumi: Fiamma Benvignati
Interpreti: Andrea Sartoretti (Matteo), Maddalena Maggi (Stefania), Carolina Di Domenico (Silvia), Valerio Aprea (Aldo), Massimo De Lorenzo (Massimo), Carlo De Ruggeri (Carletto), Angelica Di Majo (Angelica)
Produzione: Rai Cinema – Mikado – Pablo
Distribuzione: Mikado
Durata: 85'
Origine: Italia, 2002

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