EDIMBURGO 57 – Sezione Rosebud

La sezione Rosebud del 57° festival di Edimburgo (13-24 agosto) ha regalato alcune pellicole interessanti offrendo uno sguardo a 360° sul cinema esordiente. Tra questi Il brasiliano "O Homem Do Ano" di Jose Enrique Fonseca, "Intermission" di John Crowley e "Torremolinas '73" di Pablo Berger

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di Andrea Bacci

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Anche quest'anno l'Edinburgh International Film Festival offre un'ampia selezione di film provenienti da tutto il mondo. Nonostante il Premio Michael Powell (giunto alla 10a edizione) apparentemente focalizzi tutta l'attenzione sulle pellicole autoctone, premiando la migliore delle 10 pellicole britanniche in concorso, non manca uno sguardo di ampio respiro sulle produzioni di tutto il mondo. A pochi giorni dalla conclusione del festival, la prima considerazione che ci viene spontaneo fare è che, vista dalla Scozia, l'Italia del cinema sembra un pianeta lontano: non è infatti presente nemmeno una pellicola italiana. Le uniche tracce della nostra cinematografia le possiamo trovare nelle parole dei vari Coppola, Scorsese, Altman, Pollack, Friedkin, che dichiarano di essere stati molto influenzati da registi come De Sica, Fellini, Visconti e Antonioni nel documentario di Richard La Gravenese e del precocemente scomparso Ted Demme "A Decade Under The Influence", che racconta la storia dei film americani che dal 1968 al 1976 hanno gettato le basi della nuova Hollywood. Sebbene in maniera forse un po' troppo convenzionale, questo documentario riunisce una serie di testimonianze e filmati veramente interessanti, che aiutano a ricreare lo spirito di quegli anni.

La sezione "Rosebud", riservata ai registi esordienti o con un solo film alle spalle, è senza dubbio quella che ha mostrato le cose più interessanti. Il brasiliano "O Homem Do Ano" di Jose Enrique Fonseca è sicuramente uno di questi. E' un gangster movie ambientato nella stessa Rio de Janeiro del recente "Cidade de Deus" di Fernando Meirelles e Katia Lund. La storia di Maiquel che, dopo avere assassinato un uomo colpevole di averlo preso in giro per la sua nuova acconciatura ossigenata, diventa una sorta di bounty killer che uccide dietro commissione arrivando laddove la polizia non può e non vuole arrivare, è raccontata con la giusta dose di cinismo, ironia e violenza. Se "Cidade de Deus" si avvicinava al cinema di Tarantino per la struttura narrativa e la miscela esplosiva di ironia e violenza ma se ne distanziava per l'uso del montaggio al fulmicotone, in "O Homem Do Ano" Fonseca adotta uno stile di regia che si affida molto di più alla durata delle inquadrature, senza arrivare però ai lunghi piani sequenza e agli intensi primissimi piani del regista di "Pulp Fiction". "O Homem Do Ano" è un film che ha in comune con "Cidade de Deus" non solo l'ambientazione e la tematica di fondo, ma soprattutto la volontà di utilizzare la forma cinematografica del gangster movie e del western per impostare un discorso di denuncia della violenza e del degrado delle favelas brasiliane. Ci si potrebbe domandare qual è il confine tra operazione alla moda e volontà di denuncia, ma lasciamo questi interrogativi ai fervidi sostenitori della netta divisione tra forma e contenuto.


Altra pellicola molto interessante è "Intermission" di John Crowley, nel cui cast spiccano Colin Farrell, Colm Meaney, Kelly MacDonald e Shirley Handerson. Ambientato nella Dublino contemporanea, è sceneggiato da Mark O'Rowe, che è riuscito a gestire ottimamente l'elevato numero di personaggi e di storie che si intersecano tra loro. Interamente girato con camera a mano, la regia di Crowley riesce a dare il giusto respiro a un racconto incalzante già a partire dall'ottimo incipit che precede i titoli di testa.

La sezione Rosebud ha l'ottimo pregio di offrire visibilità a un certo tipo di pellicole che ne hanno bisogno e "Le vie nouvelle" di Philippe Grandrieux è decisamente una di queste. Ambientato in una non precisata nazione dell'est europeo, è una sorta di viaggio all'inferno tra violenza e sfruttamento sessuale. Palesemente influenzato dal cinema di David Lynch, è un film sicuramente imperfetto e pretenzioso ma che, anche se solo a tratti, riesce a ricreare un clima da girone dantesco, allucinato ma efficace. Volutamente caratterizzato da un ritmo ipnotico, contiene almeno tre sequenze interessanti: una prima, nella quale la famme fatale del locale di streap-tease, attorno al quale ruota tutto il film, si esibisce in una performance canora che ha il suo archetipo in "Velluto blu" e "Mullholland drive"; un'altra in cui una discoteca si trasforma in un girone infernale tramite l'uso della colonna sonora potente e avvolgente, e del montaggio rapido; una terza, nel prefinale, dove i corpi delle ballerine del locale si trasformano in mostri satanici tramite l'uso di un effetto di solarizzazzione dell'immagine. Purtroppo il resto del film è piuttosto sconnesso e astratto, e alla lunga nuoce l'assenza di una trama forte e, soprattutto, l'uso eccessivo della camera a mano.


Per finire la carrellata delle pellicole migliori della sezione Rosebud, non resta che citare "Torremolinas '73" di Pablo Berger, una divertente commedia spagnola ambientata negli anni '70 che racconta la storia di un venditore porta a porta di enciclopedie il quale, a causa dell'avvento nelle edicole delle enciclopedie a fascicoli, è costretto dal proprio datore di lavoro a riciclarsi, divenendo regista di filmati scientifici per una enciclopedia scandinava sulla riproduzione: in poche parole, girando filmini porno amatoriali con sua moglie. Questo però non prima di avere frequentato un corso con l'ex assistente di Ingmar Bergman, ora regista porno, che gli insegna tutti i trucchi del mestiere. Film divertente e spassoso, non offre sussulti particolari dal punto di vista registico, ma ricrea accuratamente l'atmosfera degli anni '70.


 

 


Sito ufficiale: www.edfilmfest.org.uk

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