"Edmond", di Stuart Gordon

Nel film rivive la stessa follia espressionista, la stessa ironia corrosiva dei precedenti gordoniani come di "The Dentist" e "The Progeny", diretti da Brian Yuzna ma nati dalla penna del regista. Pur nell'assenza totale di gore, è orrore puro il corpo di Edmond, è puro horror il suo respiro.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

I conti non tornano, nel mondo del mediocre impiegato Edmond Burke; il quale, in una notte, lascia la moglie e si abbandona a infruttuose peregrinazioni sessuali in una metropoli malsana e tortuosa subendo rapine più o meno legali, acquistando un coltello della Prima guerra mondiale, uccidendo un magnaccia e una cameriera ma pagando soltanto per l'omicidio di questa. I conti non tornano nemmeno nel rebus blindato della giustizia sociale: una carta da gioco e altre indecifrabili tracce del destino condurranno Edmond alla zona morta del carcere e della sodomia, oasi di senso quasi compiuto. Una condanna che in realtà lo salva, perché "ogni timore nasconde un desiderio". Il principale merito della sceneggiatura di David Mamet, autore frequentato da Stuart Gordon dai tempi del teatro universitario, risiede non tanto nella puntualità con cui ripercorre i temi del viaggio iniziatico alla cieca, della mostruosità civile, ma nel parlare disperatamente chiaro: l'odio e il razzismo ci riguardano, sempre. Il merito del redivivo Gordon risiede invece nell'averci ricordato quanto horror dimori al fondo del cinema di Marco Ferreri (Dillinger è morto) e, al contrario, quanto swiftiano pessimismo sociale traspaia in Lovecraft; a trarre le fila di tutto, un Gordon immemore delle invenzioni visive che fecero la sua fortuna negli horror degli anni '80 come nella sua nuova primavera spagnola, ma defilato e recettivo, attento a leggere la stessa febbre nel volto di William H. Macy e in quello spettrale della città notturna (come in quello dell'Herbert West di Re-animator, prodigio datato ormai 1985). In Edmond, presentato fuori concorso al 62° festival di Venezia, rivive la stessa follia espressionista, la stessa ironia corrosiva dei precedenti gordoniani come di The Dentist e The Progeny, diretti da Brian Yuzna ma nati dalla penna del regista. Anche non fosse, il senso di palpabile malattia e il distacco con cui se ne pronuncia la diagnosi sarebbero sufficienti a proiettare il film lontano dalle atmosfere del thriller: pur nell'assenza totale di gore, è orrore puro il corpo di Edmond, è puro horror il suo respiro.   

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 


 


Titolo originale: id.


Regia:  Stuart Gordon


Interpreti: William H. Macy, Julia Stiles, joe Mantegna, Rebecca Pidgeon, Bai Ling, Denise Richards


Distribuzione: Fandango


Durata: 90'


Origine: Usa, 2005

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative