El Polvo, di Nicolas Torchinsky
Vincitore della sezione nuove visioni della XIV edizione del Sicilia Queer film Fest, El Polvo è un commovente diario intimo in cui sono gli oggetti a ricordare il travaglio di un’anima
Lovely bones, amabili resti. Quello che resta della esistenza terrena di July Romero, transgender argentina morta di Aids nell’ottobre del 2016. Il nipote Nicolas Torchinsky, già autore di pellicole notevoli come Erase una vez en Quizca (2021) e La Nostalgia del Centauro (2017), prova ad abbozzarne un ritratto partendo da un close up claustrofobico sugli interni dell’appartamento che ne ha ospitato gli ultimi giorni di vita. Sono oggetti di cancelleria, puntine, foto, farmaci, porta sigarette, collane e parrucche, vestiti di scena, lettere d’amore, messaggi in segreteria telefonica, canzoni brasiliane e argentine, pezzi d’opera cantati da July in immagini di repertorio sgranate. C’è una patina di polvere (el polvo) sul divano, sembra l’impronta di una mano che quasi non si vorrebbe più pulire per non fare sparire definitivamente l’ultima traccia. Il processo di trasformazione da Julio in July deve essere stato doloroso e difficile: lo capiamo dalle conversazioni dei parenti, dalle richieste della zia al telefono, dai ricordi di quanti la hanno conosciuta. E’ stata veramente felice? Il periodo in Brasile durante la dittatura, il grande amore, la prigione sotto accusa di prostituzione. Un disperato bisogno di amore, di accettazione, di riconoscimento.
Nicolas Torchinsky decide per 73 minuti di inquadrare solo quegli oggetti che possano in qualche modo tenere ancora vivo il ricordo di un’anima tormentata. I traslocatori vanno e vengono dall’appartamento raccogliendo in scatoloni tutti gli oggetti. Vediamo i vestiti di July, contiamo le sue innumerevoli parrucche: “assenza più acuta presenza… dolente il petto ti porta come una pietra leggera” diceva Attilio Bertolucci e il vuoto lasciato sembra incolmabile. Ad un certo punto il padre di Nicolas chiede al figlio perché continua a tenere la macchina da presa accesa sulla finestra battuta dalle gocce di pioggia. La risposta del regista è una dichiarazione di poetica. Catturare il momento per renderlo eterno. Tenere a fuoco l’interno e rendere le altre figure umane indistinte, significa cercare di riportare alla vita ciò che sembrava perduto nella memoria. Nemmeno la Chiesa riconosce l’identità transgender e durante l’omelia il sacerdote si rifiuta di pronunciare il nome July. La morte sembra essere in agguato, ombra che insegue incessantemente, angoscia di fantasmi notturni: in una rappresentazione di un’opera lirica July impersona la Regina della Morte che si uccide con un colpo di coltello. Presagio di una fine precoce in attesa di una ennesima trasfusione o di un nuovo antivirale. Un calvario che si conclude con la libertà dai lacci stretti della sofferenza fisica e psicologica.
Vincitore della sezione nuove visioni della XIV edizione del Sicilia Queer film Fest, El Polvo è un commovente diario intimo in cui sono gli oggetti a ricordare il travaglio di una anima transgender. Il modo in cui è girato coinvolge emotivamente lo spettatore e l’effetto neve del finale esige una risposta mentre le tendine della finestra si aprono come un sipario teatrale. Chiedi alla polvere.