Elegies, di Ann Hui
Hong Kong raccontata attraverso alcuni massimi intellettuali e poeti contemporanei della città. Alla regia una delle autrici di maggiore spicco della New Wave. Oggi per l’Asian Film Festival di Roma

Hong Kong raccontata attraverso alcuni massimi intellettuali e poeti contemporanei della città. Ecco, sembrerebbe, da questo breve commento, un documentario firmato da una grande autrice, senza infamia e senza lode, capace di riscrivere la topografia di una metropoli, girato in un periodo creativo non particolarmente ispirato, poco interessato ad uscire dalle canoniche peculiarità del genere. Invece c’è tutto quello che non ti aspetti, o magari avresti potuto immaginare ed auspicare se dietro la mdp c’è la regista che più di molti altri ha rappresentato una figura chiave della New Wave. Tre anni dopo il Leone d’Oro alla carriera e la sua opera Love After Love, Ann Hui nel 2023 decide di aprire un capitolo davvero complicato da poter esportare potenzialmente in Occidente: la poesia ad Hong Kong, in un momento storico cruciale e altamente delicato, di transizione storica e politica. Nel realismo più profondo ritrovi il suo sguardo, mescolando aspetti autobiografici ed invasioni di campo della troupe. Riflettendo sui ricordi, la forza della parola, senza mai perdere la spinta propulsiva del visivo, come fossero un corpo unico di struggente e prorompente espressività. Meditare sulla ricerca delle radici di un popolo, di più popoli in uno, di una terra contesa e in implosione.
Quel granello di poesia immerso nel marasma urbano è sempre il contatto imprescindibile con la quotidianità, la gente comune e le menti più illuminanti. La città, con le sue altezze, ristrettezze, strettoie, costipazioni e improvvise aperture, si fa protagonista assoluta tra le maglie ricamate da versi e cromatismi, senza nessun timore di immergere noi spettatori in un mondo culturale soltanto apparentemente sconosciuto e ostico. Elegies è più di un ritratto, si fa anche un dolce lamento sulla città che una volta sapeva essere intimamente casa. Wang Yuen, Xi Xi, Yam Gong, Deng Ah Lam, Leung Ping Kwan, York Ma, Huang Canran, Liu Wai Tong si fanno portavoce di un messaggio oltre i confini. Con la convinzione di riprendere l’essenza della realtà e la ricchezza di connotazioni sociali, il cinema di Ann Hui ha sempre quell’altissima qualità senza compromessi, che tanto potrebbe rievocare Agnès Varda. La scrupolosità del suo sguardo sposa sistematicamente la bellezza e la compassione della vita in immagini che hanno il potere di trascendere i confini sociali e geografici per esporre una sublime verità universale. Elegies invoca il rinnovamento delle tradizioni, persegue l’ossessione per le cose ordinarie, è un’espressione di preoccupazioni per le questioni sociali e politiche, evocate dall’ambiente coloniale che si respira inesorabilmente.