Englishmen in Rome. Incontro con Colin Firth, Taron Egerton e i Take That

colin firth

È un puro distillato (e invecchiato al punto giusto) di britishness il nuovo film di Matthew Vaughn: dagli attori Colin Firth e Taron Egerton alle musiche dei Take That, passando per la miniserie originale di Mark Millar e Dave Gibbons, Kingsman – Secret Service è un grande e colorato gioco dei ricordi che dal passato è qui per noi. Oggi l'incontro a Roma

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Secolo più qualche decennio fa era la triade che dalla Regina Vittoria andava al Golden Standard e tornava alla Royal Navy a tenere unito l’Impero. Adesso – il Commonwealth? – James Bond, il pop e la sartoria (e Doctor Who, autorialmente aggiungiamo noi). La britishness è una cosa da affrontare con cura e il giusto pollice, come il tanto amato giardinaggio degli albionici, e qui attenzioni e intenzioni sono già nell’elenco: Kingsman – Secret Service, ultimo film di Matthew Vaughn, con protagonisti Colin Firth, Taron Egerton, Samuel L. Jackson, Michael Caine, le musiche dei Take That, e tratto da una miniserie a fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons, è esposizione, analisi e rilancio di una immensa ed autoalimentante sfera culturale che va dagli spy movie alle spy story, dai fumetti ai superhero movie, tutti qui riuniti per un grande e colorato gioco dei ricordi che dalla nostalgia del passato si tuffa a testa bassa e smoking verso il pubblico contemporaneo. A, letteralmente, visualizzare tutto questo, ci hanno pensato stamattina durante la conferenza stampa all’Hotel de Russie di Roma la triade Colin Firth, Taron Egerton e l’oramai sotto-triade Take That (Gary Barlow, Howard Donald e Mark Owen).

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

E proprio i restanti Take That hanno subito chiarito la loro posizione dubitando della ragione per cui stavano al seguito di Firth ed Egerton, in quanto “solo” autori della canzone presente sui titoli di coda, Get Ready For It. Abbastanza lasciati a sorseggiare il loro stereotipato tè, i tre sono stati subito surclassati nel Q&A dal senior Firth e dal junior Egerton, molto precisi e sicuri della collocazione del film: una storia non realistica, super-umana, tendente forse alla favola, che come sottolinea Firth non ha e non vuole avere le sfumature di grigio che permeano invece il mondo in cui viviamo (tanto che l’attore premio Oscar sarebbe spaventato da un’organizzazione del genere, dotata di armi, fondi e intenzioni smisurate), e che come risponde Egerton si discosta molto anche dal precedente film di Vaughn Kick-Ass, spingendo più sul gioco, sull’iper-stilizzazione della vicenda. E per chiudere il cinematografico cerchio è sempre Firth che fa i nomi tutelari dell’aleggiante Roger Moore e del presente Harry Palmer (il Michael Caine preciso punto di contatto con quell’epoca e quelle storie).

 

colin firth e taron egerton in kingsman - secret serrviceL'incontro si sposta poi sugli aspetti di realismo che invece la pellicola conserva, dall’uso invasivo e dirottato della tecnologia allo stridore provocato dalle azioni di un’organizzazione sovversiva come quella capitanata dall’americano e rude Samuel L. Jackson. E anche qui i riferimenti tornano al cinema, con Egerton che cita il film di Jason Reitman Men, Women & Children (uscito a novembre dell’anno scorso negli Usa e naturalmente inedito qui da noi), pamphlet sulla comunicazione contemporanea chiusa dentro l’imbuto dei social network, di cui il giovane attore si dice ammaliato e allo stesso tempo respinto, per come ad esempio riesce a passare le ore su Twitter a seguire della pura spazzatura. Firth stavolta segnala il suo noto e costante impegno politico, dicendo di credere davvero che la connessione globale dentro cui siamo immersi sia uno strumento politico, una possibilità di democrazia, e che forse tutto questo si sta evolvendo oltre la nostra attuale consapevolezza.

 

L’altra serie di elementi politici e sociali del film sono da cogliere con attenzione, dicono sia Firth che Egerton. Il primo, alla domanda se ad una particolare ed importante sequenza del film sia possibile collegare i recenti eventi di sangue accaduti a Parigi, risponde difendendo ancora una volta il portato quasi favolistico del film, riportando il tutto ancora una volta al cinema con la centrale icona di Michael Caine, su cui è cucita addosso l’operazione più “politica” dell’intero film: far sentire in un momento fondamentale della pellicola di Vaughn, in uno scatto d’ira, al posto della cadenza aristocratica esibita fino a quel momento, l’accento cockney che tante volte ha portato al cinema. Perché in fin dei conti Kingsman è solo questo, e lo elenca anche, il giovane ma già consapevole Egerton: buoni e cattivi, supereroi, western.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array